Una Magnifica Ossessione chiamata Mart!
Il 21 giugno il Mart inaugura contemporaneamente quattro mostre, per viaggiare, divagare, scoprire: un’opportunità unica per chi è sempre alla ricerca di suggestioni e di nuove terre da conquistare.

Che magnifica ossessione quella del Mart… da anni seguo le vicende e l’evoluzione del museo roveretano. Ricordo ancora l’emozione con la quale avevo seguito il suo “debutto” ormai più di dieci anni fa, la prima esposizione che ho visitato, entrando in quel suo cortile interno/impluvium con il naso all’insù. Magnifica ossessione, perché da allora, il museo non ha mai smesso di tenere viva la mia attenzione e curiosità facendomi fare frequenti viaggi verso il vicino sud. Perché, ancora, in ogni mostra che ho scoperto, ho avvertito quell’inestinguibile bisogno del museo di dialogare con il suo pubblico con codici, linguaggi, opere sempre diverse, ma sempre rispondenti a scelte ben studiate e di grande stimolo. Da ogni esperienza ho portato via uno o più sassolini con i quali ho tracciato un sentiero immaginario che mi hanno portato e riportato in Corso Bettini.
Prestissimo, il 21 giugno, il fertilissimo Mart inaugurerà non una, ma ben quattro diverse mostre, quattro diverse possibilità di viaggiare, divagare, scoprire: un’opportunità ghiottissima, per chi – come me – è sempre alla ricerca di suggestioni e di nuove terre da conquistare.
“La magnifica ossessione”: questo titolo è irresistibile, non trovate? In qualche modo ti porta a riflettere su quale sia la propria (o le proprie) personale e segreta ossessione… In realtà la mostra è stata già inaugurata nell’ottobre del 2012 per celebrare il decimo compleanno del museo, ma si rinnova periodicamente, come nel caso di questo solstizio d’estate, con l’arrivo di quattro nuovi artisti (Andrea Crosa, Christiane Löhr, Giulia Niccolai e Agne Raceviciute), chiamati a misurarsi con un percorso espositivo nato e studiato per scardinare tutti i punti di riferimento e creare un’inedita relazione tra la collezione e il pubblico, dando risalto all’aspetto esperienziale. I numeri della mostra sono “da ossessione”: 2.784 oggetti, un chilometro di cammino, 275 artisti, 418 dipinti, 144 disegni, 100 incisioni, 70 sculture, 11 film e video, 6 installazioni, 6 arazzi, 103 manifesti, 328 fotografie, 217 documenti, 1074 mail art, 64 libri d’artista, 20 modelli d’architettura, 78 multipli. Ma non fatevi spaventare, la proposta espositiva del Mart è il frutto di un lungo e intenso lavoro che ha coinvolto, per la prima volta, tutta l’equipe del museo, che assieme alla sua Direttrice Cristiana Collu, ha voluto rimettere in gioco l’identità del museo e raccontare una nuova sensibilità del fare collezionismo.
“Andata e ricordo. Souvenir de voyage”: la mostra tematica, mette al suo centro il viaggio, la sua percezione e la documentazione del suo vissuto lungo un arco temporale che va dal Settecento ai giorni nostri. Sguardo, spazio, tempo. Fruizione, rappresentazione, narrazione. Il racconto si appoggia all’invenzione di chambres, quattro in tutto, alle quali è affidato il compito di illustrarci come – dal Grand Tour del Settecento ai tempi nostri – è cambiata la relazione tra lo sguardo del viaggiatore e lo spazio che ha vissuto. La fotografia, l’evoluzione della tecnologia legata ai mezzi di trasporto, la nascita della pubblicità, sono tutti aspetti trattati dalla mostra che hanno sortito un effetto di acceleratore dell’evoluzione del viaggio in questi ultimi tre secoli, facendolo diventare da intimista a globalizzato, da contemplativo a consumistico, da lento a veloce. La mostra non mancherà di sorprendervi: camminando attraverso le sue camere, scoprirete, fra le tante opere esposte, fotografie dei Grand Tour ottocenteschi, le prime guide dei viaggiatori di inizio novecento, i diari di viaggio, la parabola della pubblicità dall’illustrazione d’autore al kitsch, l’ironia della Pop Art, i linguaggi contemporanei del video e dell’installazione.
“Adalberto Libera. La città ideale”: un omaggio ad un grande architetto trentino, ma anche un grande protagonista dell’architettura italiana, Alberto Libera. A raccontarlo e a farci avvicinare alla figura del professionista è Nicola di Battista, noto progettista direttore della rivista Domus. Attraverso una selezione di progetti significativi, Di Battista ha voluto rileggere il lavoro di Libera, raccontandolo non solo come un abilissimo disegnatore, ma anche come un rinnovatore del linguaggio architettonico orientato al linguaggio moderno e internazionale, passando dal contesto del Razionalismo italiano a quello europeo ed infine come un filosofo (di qui il titolo della mostra: La città ideale) che teorizzava una città ideale in cui la convivialità fosse la cifra più dominante.
Ultima, ma non ultima… “Paolo Ventura. Il mago futurista”. La mostra è fotografica e ha sede presso la Casa d’arte Futurista Depero. Le opere esposte sono del fotografo milanese Paolo Ventura che celebra il pittore Fortunato Depero e lavora sul tema della rappresentazione della memoria. Cito un suo commento che può, al meglio, aiutarci a capire il suo messaggio: “La scomparsa è straordinaria perché lascia speranza: se non si trova un cadavere, la scomparsa lascia libera l’immaginazione, mentre la morte è definitiva! Sì, mi piaceva l’idea di interpretare qualcuno che scompare. Il Mago, lo Zuavo li ho scelti innanzitutto perché sono figure senza tempo, fanno parte di me. Personaggi immutabili, come i preti, i carabinieri che hanno ottenuto di poter essere trasferiti in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo e non cambiano. Le divise diventano dei costumi, come quelli dei clown. Mi piacciono queste figure che vivono un non-tempo”. Le sue fotografie sono impalpabili come sogni, hanno l’immediatezza evocativa delle immagini popolari, rappresentano “ricordi possibili” in bilico tra memoria e immaginazione.
“C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore (…) Tutto quello che siamo, lo portiamo con noi nel viaggio” Andrej Tarkovsky. A questa citazione letta in uno dei comunicati stampa del Mart e aggiungo licenziosamente una parte mia: quello che siamo, lo diveniamo grazie agli stimoli che esperienze, esperienze estatiche, estetiche e creative, ci consegnano quando entriamo in contatto con esse e le facciamo nostre.
Mart, 21 GIUGNO 2013!