Cradle Rockers #47. Ho riflettuto sui papà.

Ho riflettuto sui papà. Rivalutiamo la figura del papà. Il papà di qua il papà di la. Bla bla bla. Vogliamo davvero riflettere sui papà? Ridiamoci su, forse è meglio.

14.05.2013
Cradle Rockers #47. Ho riflettuto sui papà.

Noi mamme lasciamo correre molte cose, abbiamo già la testa piena di date da ricordare, orari da seguire, appuntamenti incredibili per i nostri pargoli. Ora, dire che i papà di oggi sono più bravi dei papà di ieri mi pare una colossale, atomica, gigantesca, titanica cavolata. I papà di oggi sono uguali uguali ai padri di ieri. Siamo noi donne che, quando diventiamo mamme, cambiamo (probabilmente noi oggi siamo più consapevoli e battagliere delle nostre nonne?). Rompiamo più o meno le palle ai nostri uomini affinchè capiscano che avere un figlio non è un fattore unicamente femminile: l’uomo, cioè, deve contribuire alla crescita del piccolo rompiscatole di turno anche dopo la divertente scintilla iniziale. In pratica, quando diventi mamma per la prima volta, ti accorgi che hai già due figli. Quando si dice la fortuna..

Ma facciamo degli esempi pratici.

Tesorini: “Sono stanco, vado a fare una pennichella” ah così. Tu sei stanco. Tu vai a dormire. Di pomeriggio. Bene. Io, invece, dopo aver dormito poco, con le due pesti che strillano e saltano.. Con la testa che non può concentrarsi su nient’altro che sui figli.. io sono una rosa!

“Chiedi alla mamma” è la tipica secca risposta che Tesorini da alla Terribilessa quando è seduto davanti al pc (pomeriggi interi) e il suo cervello è totalmente risucchiato dal monitor. E magari Amelia ha appena chiesto: “Papà, hai visto che bella maglietta?” (Chiedi alla mamma) oppure: “Papà, l’Anita ciuccia il telecomando!” (Chiedi alla mamma) o anche, scherzosamente: “Papà, che denti graaaaaandi che haaaaii…” (Chiedi alla mamma).

Ci sono poi gli schizzi di isteria. Sono quei momenti in cui Tesorini è particolarmente nervoso per qualche motivo sconosciuto (ma sicuramente di apocalittica portata!) per cui ogni cosa gli da fastidio. Allora fa la voce baritonale, diventa paonazzo e urla le sue cavolatine (uso un eufemismo).

Amelia gioca sul divano? Baritono: “Com’è possibile che codesta figlia giuochi sul divanooohh!”

Anita tocca il cibo con le sue manine grassocce? Sguardo truce, quasi fisicamente attivo, una sola parola esalata dal buio più profondo della gola: “Anitaaahhh….!!”  Anita fa il broncio, e: “Ma questa bambinetta piange per un nonnulla, ohibò!”.

Amelia rovescia un bicchiere? “Ma sei capace di sorseggiar senza riversar lo prezioso liquido!?” E magari due giorni prima Mr. Baritono aveva rovesciato l’intera brocca..

Tralascio in questa sede le cose che mi fanno profondamente incavolare, perché poi sono io che sbrocco, altro che brocca.

E allora si litiga.

Oh si, si litiga sempre per i figli.

Il 99% delle discussioni sono dedicate a loro. Da quando nascono, si impongono al centro dell’esistenza degli adulti, e ci si fa le paranoie: dobbiamo insegnare questo! Quello si! Quello no! Tu devi essere più dura! Tu devi essere più paziente! Ti pare che io non abbia pazienza!??! (faccia bordò) Con me fanno così! Con me fanno colà! Devi spiegare! Devi schiaffeggiare! Sbagliare è umano! Perseverare diabolico! Ma ha 3 anni, c@**o! Ecc ecc.

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