10 buone ragioni per vivere in Alto Adige #56

10 buone ragioni (semiserie) per le quali anche la settimana scorsa (08 – 14 aprile 2013) è valsa la pena vivere in Alto Adige.
1. Perché anche se forse la filosofia orientale non c’azzecca troppo con la vita da questa parte di mondo, è stato comunque interessante avere qui il Dalai Lama, con la sua ironia, i suoi aneddoti, la sua leggerezza di espressione e racconto.
2. Perché la storia di Malih Fallah[1], siriano adottato da Bolzano, ora attivo in aiuto delle sua gente martoriata dalla guerra, è una di quelle storie che travalicano i confini e che riempiono di speranza e gratitudine. Se non ci fossero le persone come Malih, il mondo sarebbe un posto molto peggiore.
3. Perché i designer, gli studenti di design e le aziende locali hanno fatto mostra di sé al Salone del Mobile[2] e hanno pure fatto bella figura. La tradizione del nostro design cresce, e cresce bene.
4. Perché il nostro “Stingelone” provinciale, continua a inorgoglire il sistema arte locale, ora con una grandiosa mostra nella veneziana Punta della Dogana. Pochi gli artisti nostrani che smettono di essere nostri per diventare globali. Lui è uno di questi.
5. Perché a Rovereto c’è un piccolo bar, il Loco’s, che fa da punto di incontro e raccolta dei giovani creativi, artisti, teatranti della città. Uno di quei posti (parola di amica romagnola adottata da Rovereto) che ti fanno pensare che sì, lì, in quella città, ci potrai vivere.
6. Perché come ogni anno arriva la primavera e con la primavera arriva il Festival Studentesco[3], che coinvolge attivissimamente un sacco di giovani altoatesini. Un evento unico nel suo genere, che crea il pubblico culturale ma anche gli artisti, musicisti, teatranti del futuro. Bravi ragazzi e in bocca al lupo!
7. Perché la Campana dei caduti di Rovereto, quarta campana al mondo per dimensioni fra quelle che suonano a distesa, è ora ufficialmente candidata al Premio Nobel per la Pace.
8. Perché i nostri artisti sono avventurosi e intraprendenti, e prendono su le loro cose e partono per viaggi al di là dei confini portando l’arte ovunque, anche il mezzo al freddo e al ghiaccio del nord. Lo ha fatto Stefano Cagol[4] e ce lo ha pure raccontato.
9. Perché è vero che noi altoatesini tendiamo a prenderci troppo sul serio, ma c’è anche chi riesce a riderci sopra e a prendere le cose (e pure la politica) con ironia, come da anni e anni fa l’irriverente artista Egon Moroder Rusina[5].
10. Perché quando arriva arriva, ed è subito festa. Vedi i prati del Talvera, in un normale caldo e soleggiato week end di primavera. Starsene lì sul prato, a godersi il calore finalmente arrivato, è un piacere tutto nostro e tutto speciale.
* Nella foto Brennero qualche anno fa
[1] Scopri la storia di Malih /2013/04/15/malih-fallah-la-siria-non-e-poi-cosi-lontana-basta-tendere-la-mano-e-rendersi-utili/
[2] I trentino-altoatesini al Salone e il report di Barbara
[3] Segui il dietro le quinte di Franz /2013/04/05/festival-studentesco-43-franz-goes-backstage-01-pochi-giorni-e-si-parte/
[4] Guarda il collegamento Skype con Cagol da Oslo /2013/04/13/stefano-cagol-in-viaggio-verso-la-fine-del-confine-saluti-da-oslo/
[5] guarda l’intervista di Kunigunde a Egon /2013/04/13/die-vielen-schubladen-des-egon-rusina-chaos-neif-im-kunstforum-unterland/