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Cradle Rockers #42. Ma chi è quel fesso che ha deciso le vacanze delle scuole?

02.04.2013
Gloria Gaio
Cradle Rockers #42. Ma chi è quel fesso che ha deciso le vacanze delle scuole?

Ma chi è quel fesso che ha deciso le vacanze delle scuole? Probabilmente uno che non ha figli o che vive di rendita. L’asilo nido fa credere alle mamme che le Istituzioni vadano loro incontro, che siano all’avanguardia: i nidi sono sempre aperti, non ci sono vacanze strane e anche nel periodo estivo ti assicurano assistenza. Gli asili nido sono bilingui, in ogni classe ci sono due educatrici, italiana e tedesca. Invece, a partire dai 3 anni, ti ritrovi i figli a casa tutta l’estate, per non parlare delle settimane qua e la (come la settimana dei morti -viventi- a inizio novembre); devi scegliere se mandare tuo figlio alla scuola tedesca o italiana. Così, per questa strana combinazione di fenomeni decisionali di alte sfere inutili, Amelia a Pasqua rimane a casa due giorni in più di Anita. Se stessi lavorando in un ufficio dovrei fare salti mortali, con la voglia di prendere un fucile e fare una strage.

Giovedì, il primo giorno di vacanze pasquali della Terribilessa, vado a fare le analisi del sangue. Erano già tre o quattro giorni che avevo gli svarioni, le vertigini, le nausee (no, no, nessuna gravidanza, state tranquilli) e la dottoressa mi prescrive gli esami del sangue. Così, mentre il mio stomaco fa l’eco in se stesso borbottando rumorini gastrici, la Oma e Opa accompagnano Anita al nido insieme ad Amelia. Dopo un’ora e mezza di attesa nella sala piena dei soliti vecchietti naftalinici del quartiere guardo il numero che ho in mano: 88.

“Numero 65!” chiama la voce dell’infermiera che preleva il sangue.

Cristo.

Dopo altri 45 minuti buoni finalmente tocca a me! Un’enorme zanzara in camice bianco mi buca senza pietà, preleva le fialette di sangue e mi saluta svelta. Ho aspettato due ore per un prelievo che è durato 2 minuti se è tanto. Bene!

Esco dall’edificio completamente stordita, attraverso la strada e capisco che devo sedermi. Punto la panchina e mi ci accascio sopra. Inizio a vedere nero. Sto per svenire!

Da lontano riconosco la sagoma di Opa.. è lui! E c’è anche la Oma! E anche Amelia con un ramo in mano! Sono salva!

Svengo mollemente pensando come solo le vecchiette svengano dopo un prelievo, o le stupide damine del ‘700 strizzate in un micro-bustino.

Sento Amelia che mi infila il rametto di forsizia nel naso ma non riesco a dirle di smettere. Penso a dove cazzo è la Oma, perché non toglie quel ramo dalla mia faccia? Sono distesa con le gambe in alto. Arriva gente, rumori, chiacchere..

Apro gli occhi e Amelia: “Mamma vuoi lo steckele?” sventolandomi un rametto di forsizia a 2 mm dalla faccia..

Mi portano al pronto soccorso e mi attaccano al braccio una soluzione salina da 3 litri circa.

Amelia: “Mammaaaaa adesso lo vuoi un biscotto?”

La Oma poi mi racconta, un po’ agitata: “Quanto eri zu pankinen è arrivata cente e una zignora ha tetto all’Amelia: “E tu kome ti kiami?” e lei ha risposto: “Ma tu zei vekkia!”

Mi perseguita questa frase, me ne parla Tesorini di notte, Amelia la ripete in continuazione a chiunque.. Adesso la Oma ne farà una mission impossible.

Ma, visto le ultime vicende, sarò io che sto invecchiando??

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