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March 15, 2013

FameLab a Trento, la parola scientifica va in scena ed è spettacolo!

Marco Bassetti

Il vincitore delle selezioni italiane dell’anno scorso sembrava uno dei protagonisti della sitcom statunitense Big Bang Theory: dalla parlantina alla pettinatura, agli occhiali, alla t-shirt colorata, il riferimento è calzante, diciamo una via di mezzo tra Leonard e Sheldon. Con in più quella giacca aperta per darsi un po’ un tono, per sembrare ancor di più brillantemente nerd. Al centro del suo discorso – tre minuti come da regolamento – un confronto tra il consumo di energia di un motore a benzina e quello di un essere umano. Dal quel capisco io, cioè molto poco, siamo all’intersezione tra meccanica, termodinamica e biologia. Una noia mortale? No e il bello è proprio questo. Pur non essendo per nulla ferrato in materia, né particolarmente interessato, il discorso mi attrae e mi cattura: merito di un discorso ben costruito e pronunciato, delle scelte linguistiche, dell’uso creativo delle metafore, dell’ironia, del ritmo, del linguaggio non verbale. Tutti aspetti che fanno la differenza tra un buon comunicatore e un cattivo comunicatore. Differenza non da poco.

Questo è FameLab, contest promosso dal British Council in 25 paesi a cavallo tra talent show, cabaret e divulgazione scientifica. Il concetto è semplicissimo: tre minuti, un argomento scientifico da esporre, una manciata di parole da utilizzare per organizzare un discorso coerente ed efficace, e convincere la giuria di esperti. In un contesto simile, il focus si sposta dal cosa al come, in maniera impercettibile ma determinante. Non interessa tanto quello che dici (a patto che quello che tu dica sia corretto e pertinente), interessa soprattutto come le dici: con quali parole, espressioni, argomenti, giochi, artifici retorici, colori. Una lezione fondamentale, contemporanea e antichissima, completamente rimossa da scuole e università tutte impegnate nella trasmissione di contenuti, nozioni, dati e date, senza una reale attenzione sulla parola, la voce, il corpo. Completamente immemori di quell’enorme patrimonio che la cultura Europea ci ha tramandato, quel tesoro di modelli, esempi, forme e figure depositati nelle scienze del trivium, logica, retorica e dialettica. E che siano gli scienziati a riscoprirlo mi sembra un passo decisivo.

Appuntamento dunque oggi pomeriggio, venerdì 15 marzo alle ore 17 (dalle 10 alle 15.30 le pre-selezioni), al Teatro Cuminetti di Trento per la finale regionale di FameLab. Ricercatori, studenti e appassionati ingaggeranno una battaglia all’ultima parola e sarà spettacolo. Chi supererà le selezioni locali e poi la finale nazionale, volerà in Inghiltrerra al Cheltenham Science Festival per la finale internazionale. Che si potrà seguire in diretta sul web.

Più info sul sito del progetto e su quello del Museo di Scienze del Trentino.

 

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There are 3 comments for this article.
  • claudia · 

    Scusa se mi permetto, ma secondo me non e’ che sia un gran bell’esempio…se lo scopo e’ quello di comunicare, beh, questo balbetta, si inceppa, e’ agitato e gli trema la voce. E, soprattutto, alla fine una persona “normale” non ha nemmeno capito cosa stia cercando di spiegare (che, scusa, al contrario di quello che dici tu, secondo me importa, eccome).
    Alla fine dei tre minuti l’unica cosa che ho saputo fare e’ stata tirare un sospiro di sollievo e pensare che, poverino, aveva finito e poteva finalmente rilassarsi.
    E non lo scrivo per polemizzare, ma perche’ proprio ieri ho visto il video del vincitore dell’edizione tedesca (o qualcosa del genere). Dopo 4 minuti non solo mi sono fatta un’idea *esatta* di cosa stia facendo un team di riprogrammazione cellulare per combattere il cancro (io!!), ma mi son pure divertita, ho sorriso e ho capito che si puo’ comunicare una cosa complicatissima (la riprogrammazione di una cellula “generica”) usando una metafora che tutti capiscono (il mezzo che usano per riprogrammare la cellula e’ paragonato ad un uomo con un mattarello in mano che suona il campanello alle 5 di mattina: nessuno gli apre. Ma se nasconde il mattarello e si mette una maschera da persona affidabile, magari…loro cercano in modo simile di “ingannare” la cellula). Non balbetta, e’ sicuro, e’ chiaro, divertente ed efficace. Io sono anni luce lontana da questi temi, ma di sicuro voglio saperne di piu’ sul lavoro di ricerca del signore col mattarello in mano. Mentre non ho capito assolutamente nulla di cio’ che voleva spiegarmi il signore della metropolitana di Roma (spiega la scienza come la mia prof di fisica del liceo; e’ per questo che poi mi sono iscritta a Lettere… ;-) ).
    Fai il paragone tra i due e poi dimmi tu… ;-)
    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ecD6IarZj8M

  • Marco Bassetti · 

    ciao Claudia, cavolo se hai ragione! Timo Sieber schiaccia Riccardo Guidi da tutti i punti di vista. basta guardare la postura (piantato sui due piedi dall’inizio alla fine!), l’uso delle mani molto più pulito e preciso, la mimica facciale molto espressiva… tutto curato nei minimi dettagli, molto efficace. un interessante test per confrontare le due performance è togliere il volume: chi è più deciso e convincente?

  • claudia · 

    eh eh…i crucchi son tremendi, in questo (ho sposato un fisico teorico tedesco, parlo per esperienza diretta)