Le biblioteche e l’invasione degli e-book. Intervista a Luciana Cumino

11.03.2013
Le biblioteche e l’invasione degli e-book. Intervista a Luciana Cumino

L’invenzione e diffusione degli e-book è stata una novità epocale, capace di trasformare in profondità il mercato editoriale e le abitudini di fruizione di un’opera scritta. Ma le biblioteche, da secoli luoghi di raccolta e conservazione di volumi in “carta ed ossa”, come stanno reagendo a questa trasformazione? Su questo tema si concentrerà il terzo appuntamento della rassegna “La scrittura ai tempi di internet”, mercoledì 13 ore 18 presso la Biblioteca civica di Bolzano. Ospite della serata Luciana Cumino, responsabile servizi telematici e multimediali della Biblioteca Civica di Cologno Monzese, che ci ha anticipato alcune riflessioni.

Partiamo dalle presentazioni, chi è Luciana Cumino?

Sono bibliotecaria in una biblioteca pubblica. Ho iniziato la mia formazione a 18 anni sotto la guida del prof. Mauro Guerrini, attualmente professore di Biblioteconomia presso l’Università di Firenze. A 25 anni, dopo la laurea, ho iniziato a lavorare in Biblioteca a Segrate (MI) con un contratto a tempo indeterminato e nel 2001 ho chiesto il trasferimento alla Biblioteca di Cologno Monzese. Qui ho avuto l’opportunità di crescere professionalmente attraverso numerosi corsi di formazione (come allieva e come docente) e l’interazione con i miei colleghi e il dirigente Luca Ferrieri. Nel 2004 mi è stato affidato il ruolo di responsabile del servizi telematici e multimediali grazie alla mia passione per l’informatica e le nuove tecnologie. Nel 2009 ho iniziato a collaborare con il team del progetto Books eBooks per il prestito gratuito degli e-book reader in biblioteca. L’esempio della biblioteca di Cologno è stato seguito da molte altre biblioteche che in diversi casi hanno affiancato il prestito degli e-reader al servizio di prestito digitale. Nel 2011 ho conseguito il diploma da bibliotecaria alla Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari presso l’Università La Sapienza di Roma con una tesi su e-book e biblioteche.

L’esplosione del mercato degli e-book ha portato grandi novità nel mercato editoriale. In Italia qual è la situazione?

In Italia l’impatto è stato forse meno incisivo rispetto agli altri paesi, ma è anche vero che il mercato degli e-book si è aperto a contenuti in lingua italiana solo dal 2010. I motivi sono tanti, non ultimo il fatto che l’italiano sia una lingua di nicchia, ma è stata soprattutto la reticenza da parte degli editori a portare questo rallentamento. I motivi sono complessi e riguardano il totale ripensamento della filiera del libro per come è strutturata ora, una formazione tecnica e di comunicazione specifica, la diffusione gratuita ed illegale degli e-book nella rete. Attualmente, secondo gli ultimi dati dell’Associazione Italiana Editori (maggio 2012), gli e-book in commercio sono circa 32mila. Il trend è senz’altro in aumento (nel 2011 le pubblicazioni in formato elettronico erano di soli 11mila titoli), tuttavia le persone che leggono in formato elettronico sono solo il 2,3%.

Davanti a queste trasformazioni, le biblioteche in Italia come stanno reagendo, si stanno trasformando?

In alcuni casi le biblioteche hanno risposto in modo entusiastico. Molti sistemi bibliotecari hanno aderito alle piattaforme di digital lending (MediaLibraryOnLine e Sebina You) nonostante le biblioteche stiano subendo tagli significativi ai bilanci. C’è molta curiosità ed attenzione a questo fenomeno, si cerca di capirne le potenzialità e le opportunità. Inoltre molte biblioteche si stanno attivando per la realizzazione di progetti sperimentali: il progetto “Reading? Augmented!” relativo alla lettura “aumentata” (cioè classici della letteratura in cui i bibliotecari aggiungono contenuti testuali e multimediali) presso la biblioteca di Cologno Monzese, il laboratorio di self-publishing della biblioteca di Empoli, la realizzazione di edizioni digitali di alta qualità del progetto Griffo nell’ambito del progetto Manuzio a cui collaborano anche bibliotecari. Attualmente il modello di distribuzione degli e-book in biblioteca è one copy/one user: quando un utente prende in prestito digitale un e-book lo può leggere per 14 giorni e il titolo non è disponibile per altri utenti se non alla scadenza del prestito. E’ una procedura insolita per il mondo digitale, abituato alla fruizione immediata dei file, e non manca di sollevare polemiche. In USA, e anche in Italia, si stanno studiando soluzioni alternative, ma è difficile soddisfare tutte le esigenze e spesso gli editori preferiscono evitare del tutto il prestito digitale nelle biblioteche. Si auspica quindi un intervento legislativo che obblighi gli editori a distribuire gli e-book anche attraverso le biblioteche. In altri casi i bibliotecari hanno mostrato diffidenza, come se questo passaggio dalla carta al digitale sia ben lontano dal venire, ammesso che accada. In realtà il processo è in atto e, anche se non si conoscono i tempi, probabilmente irreversibile. Quello che manca al momento nelle biblioteche è un’adeguata formazione dei bibliotecari, in modo che possano a loro volta creare servizi efficaci per i lettori. L’Associazione Italiana Biblioteche sta lavorando molto in questa direzione con l’organizzazione di corsi di aggiornamento professionale.

In particolare la sua attività nell’ambito dei servizi telematici e multimediali della Biblioteca Civica di Cologno Monzese in che direzione si sta muovendo?

Come ho detto, la biblioteca di Cologno ha attivato nel febbraio 2010 il progetto Books eBooks che prevede il prestito gratuito di e-book reader (e recentemente anche un tablet) agli utenti per 30 giorni. Il servizio sarà presto affiancato anche dal prestito digitale attraverso la piattaforma Sebina You della software house Data Management. Per il momento possiamo prestare materiale non protetto dal diritto d’autore o e-book per cui abbiamo contrattato con gli editori il prestito su e-book reader. Attualmente abbiamo circa 40 reader, il servizio è molto apprezzato dai lettori perché permette di sperimentare per un periodo prolungato questa nuova modalità di lettura utilizzando reader di diverse aziende.

Le biblioteche sopravvivranno alla “rivoluzione digitale”?

Io credo che le biblioteche e il lavoro dei bibliotecari subiranno una radicale trasformazione nei prossimi anni, pur conservando il loro ruolo di conservazione ed organizzazione del sapere. Tuttavia, già da tempo, l’attenzione non è più rivolta solo all’organizzazione dei documenti, ma alla centralità del lettore in tutte le sue esigenze. I servizi informativi delle biblioteche non si occupano unicamente di ricerche bibliografiche, ma affiancano le persone nei bisogni di ogni giorno. “Ciò che conta” dice Giuseppe Granieri “in questo momento è riuscire a stare nel presente tenendo la testa nel futuro”.

Le biblioteche sono sempre state anche luogo di incontro e di relazione. Questo aspetto “sociale” è destinato a scomparire?

Per il momento non sta accadendo. Al contrario, l’aspetto sociale delle biblioteche è quanto mai enfatizzato, nella realtà e in rete. Hanno un grande successo i gruppi di lettura e i gruppi di ascolto, in cui le persone possono condividere la propria passione per la musica e per i libri. La presenza delle biblioteche su Facebook e su Twitter è un altro modo per avvicinare le biblioteche al loro pubblico e favorire un dialogo informale, diventando luoghi per lo scambio di idee e di opinioni.

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