Franz TV
March 7, 2013
Cristiano Seganfreddo: “L’innovazione è un’attitudine da imparare. E che ha che fare con ogni aspetto della vita”
Anna Quinz
Venerdì scorso alla Manifattura Tabacchi di Rovereto, centro di innovazione industriale nei settori dell’edilizia ecosostenibile, dell’energia rinnovabile e delle tecnologie per l’ambiente, si è svolto un “Green Drink”, un aperitivo informale ma a tema, con ospite d’onore Cristiano Seganfreddo, direttore di Corriere Innovazione e di Progetto Marzotto, presidente di Fuoribiennale e di INNOVeTION VALLEY e produttore culturale con una forte attenzione al rapporto impresa – cultura contemporanea – società.
Inutile dire che i temi da lui trattati durante l’intervento sono stati l’innovazione (anche sociale), il futuro (possibile?) dell’imprenditoria italiana, le start up, gli investimenti (pubblici e privati) da fare o che si potrebbero fare nel settore della piccola e media impresa.
L’Italia è paese ricco di aziende, ma come possono crescere nel mercato, se non fanno rete tra loro, se non si connettono con realtà più grandi e sopratutto se non sono capaci di rinnovare i propri sistemi di comunicazione, adeguandoli ai cambiamenti veloci che sono in corso non qui, ma ovunque? Questi alcuni degli interrogativi posti da Seganfreddo. Altro tema tutto italiano, quello del “dress code”. Il nostro paese, troppo spesso vecchio e ingessata, considera il binomio imprenditoria-cravatta come un sine qua non per essere seri, professionali, credibili. Oggi però le cose cambiano, le idee migliori spesso arrivano da giovani menti illuminate che calzano sneakers e mai hanno fatto un nodo alla cravatta in vita loro. L’Italia deve imparare – dice Seganfreddo (il cui look da neo dandy, avvalora peraltro perfettamente questa tesi che la credibilità non passa per forza dal punto di grigio della giacca) – a guardare al di là di vecchi stilemi e immaginari, a saper guardare le idee e non le scarpe, puntando così sulla creatività giovane che c’è nel paese, ma che spesso – anche per questi motivi, fugge lì dove l’apparenza non inganna più.
Il messaggio di fondo, è che l’Italia – e pure noi dei paradisi (reali?) delle province autonome di Trento e Bolzano – si deve svegliare, deve imparare a leggere meglio il proprio territorio e il proprio potenziale, che a saper leggere, è grande. Seganfreddo forse la fa più facile di quel che è, certo però che un po’ di scosse fanno sempre bene, a imprenditori piccoli medi e grandi, a istituzioni e istituti bancari, a singoli creativi e singoli cittadini, a investitori reali o potenziali. Perché certo, i soldi servono (e a detta di Seganfreddo, ci sono) ma serve prima di tutto sapere quali sono le idee giuste in cui metterli, per farle crescere e sviluppare.
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