Cradle Rockers # 35. Buon martedì grasso a tutti. Io odio il carnevale.

Buon martedì grasso a tutti. Io odio il carnevale. Uno se lo gode solo quando è un bambino, perché poi arrivano i 12/13 anni e uno già non se lo caga più, il carnevale.
“Roba da bambini”, dicono stizzosi, i mocciosetti.
E poi li vedi a 16 anni in coma etilico alle 5 di pomeriggio in via Bottai, vicino al Museo di Scienze Naturali, circondati da una folla oscillante di ragazzini e miriadi di pezzi di vetro per terra. Roba da cogl… cogliere! Vallo a spiegare a una come Amelia, che per l’occasione ha voluto assolutamente vestirsi da fatina rosa con tanto di ali e gonna a cerchio rigido, e che alla vista di un delirio giovanile e qualche addormentato (al gelo) per terra mi chiedeva “Quello dorme, mamma?” risposta: “Si.” Non spieghiamo oltre, torniamo a casa.
Giovedì grasso ho portato al pascolo in piazza Walter le mie due creature, un’Amelia in total rosa con la luna storta e una panciuta coccinella. Avevo chiesto rinforzi e la Oma si era candidata come mia assistente al carnevale. Mentre tutti i bambini giocavano, ridevano e mangiavano zucchero filato, la mia Terribilessa cercava con lo sguardo truce un modo per farsi male. Correre non le bastava più. 007 casino total.
“Sono arrabbiata! Sgrunf!”
“Ma con chi?” (io)
“Mit wem?” (Oma)
“Sono arrabbiata da sola!” (da sola?)
Alla vista dello statuario signor Vogelweide ha evidentemente avuto un lampo di genio: mi arrampico e mi butto di sotto. E, come se Walter le sussurrasse “Vieni a me oh adepta”, Amelia saliva e saltava giù dai gradini, poi su e giù dai cornicioni delle vasche, il tutto vestita di rosa, con la gonna tonda e con le ali, ma incazzata come una biscia con l’ernia. Arrivata al punto di chiedere sfrontatamente: “Ehi, ehi tu. Devo passare!” al primo di tre africani appoggiati al cornicione della statua di Walter, ho deciso che poteva anche smetterla. Ma credete abbia funzionato? Naaa.. E’ scappata dalla mia presa per correre invasata verso Walter (Vieni a meee…) e ha fatto una di quelle cadute da paura, roba che persino gli africani l’hanno soccorsa un po’ preoccupati. Io non ne potevo più, sarò sembrata una madre degenere, perché l’ho tirata su e le ho detto scocciata: “Dai Amelia non è successo niente. Basta correre!” (Lei: un broncio infinito con le lacrime trattenute e lo sguardo diabolico.)
Così, mentre la Oma recuperava una coccinella errante nella folla, guardo il mio Shrek travestito da fatina e penso che 1. i suoi capelli sono proprio una tristezza e 2. devo tornare in un luogo chiuso e quantomeno sicuro: casa. Quindi, sorpassati i sopracitati bambocci in coma etilico, l’iter è stato macchina-garage-portone di casa.
Varcata la soglia del condominio mi sono sentita meglio “fiuuuu, la giornata è finita!” ho esultato, ignara di un futuro arlecchino che si prende gioco delle madri stanche. Chiamo l’ascensore e mentre siamo lì, in attesa, il fato si manifesta: entra dal portone una signora che incontro spesso e che è sempre molto gentile, a volte è in compagnia della nipotina.
“Ohhh Amelia, che bella.. oggi sei una fatina!” (Signora sempre molto gentile)
Indice puntato e sguardo satanico: “Tu sei una brutta vecchia!”
Sgrano gli occhi “Amelia…!” dico imbarazzata con aria di rimprovero.
La signora, oltre che molto gentile, deve essere anche un po’ sorda, perché ha risposto: “Ehh.. sono brutta, ormai sono anche vecchia sai..”
Amelia: “Appunto.”
Per la prima volta nella sua vita Amelia ha usato la parola “appunto”. Io paonazza, la signora sorridente, la Terribilessa imbronciata. E finalmente arriva questo benedetto ascensore!
Ma la volete sapere la cosa divertente? Entro in casa e mi chiama la Pigna:
“Ehi ciao come stai, immonda capellona?” (allegra)
“Guarda, io capisco che fa ridere, ma quando lo vivi quotidianamente è una tragedia…” (ero psicologicamente disarmata, triste, sconsolata pensando ancora al binomio “brutta vecchia – appunto”)
Inizio a sfogarmi di cuore, raccontandole la mia giornata, e questa inizia a ridere come una matta. Ogni frase era un bombardamento di “HA HA HA” sempre più sonori.
Quindi ridete, ridete pure anche voi.
Pensavo: oltre che “brutta/o” ora dirà sempre “brutta – vecchia”?
(Le mamme si fanno un sacco di menate mentali)
E poi sembra che queste cose glie le insegno io ma non è vero!!