Cradle Rockers #31. Prima o poi qualcosa doveva succedere

Prima o poi qualcosa doveva succedere. Il 22 dicembre, mentre ero imbottigliata felicemente nel traffico natalizio (felicemente perché sola: bambine a casa col papà) ecco che squilla il telefono. Tesorini: “Dove sei? E’ un po’ che provo a chiamarti!!”
Io: “Sono nel traffico.. arrivo.. tutto bene?”
Tesorini: “Abbiamo un problema..”
Io: “Oddio. Che problema?” (avrò dimenticato qualcosa di fondamentale per il pranzo di Natale, tipo il vino, la carne per il ragu..?)
Tesorini: “Amelia è caduta.. credo proprio che stavolta ci vorranno dei punti.”
(E, detto da Tesorini, che alleva la prole stile “Attila Flagello di Dio”, mi ha fatto un certo effetto..)
Io: “Come, punti?”
Tesorini: “Eh… dai, vieni che ci accompagni al pronto soccorso.”
Arrivo sotto casa con le palpitazioni ed eccoli lì, tutti e tre: Tesorini con Lo Zombie in braccio e la mia Terribilessa con mezza faccia coperta da un cerotto dalle titaniche dimensioni.
Tesorini mi guarda con un ghigno: “…lo vuoi vedere?”
Si.
Cristo.
Voglio vedere il taglio!
“Si!!” dico, quasi emozionata come mi avesse proposto di andare al cinema. Tesorini alza la Sacra Sindone e voilà: un taglio netto orizzontale in piena fronte, in fondo al quale si vedeva un bel color bianco. Mentre arriviamo al Pronto Soccorso Tesorini mi racconta la dinamica dell’incidente. Ora, dato che lui era al telefono con un amico e Amelia correva scalmanata come sempre, non ha dato molto peso allo “stunk!” che ha sentito, figurarsi al pianto conseguente, pensando che fosse una delle solite cadute casalinghe della Terribilessa. Invece, quando si è girato per capire il perché Amelia stesse ancora piangendo, si è ritrovato in una perfetta scena splatter: scie di sangue causate dalle manate di Amelia sul pavimento, goccioline rosse un po’ ovunque e una bambina ghepardata di rosso che zampillava come una fonte alpina. In tutto questo delirio, Anita ha iniziato a dire “Nonno” (?).
Arriviamo al Pronto Soccorso, Tesorini porta la Terribilessa (che in questo frangente si era ammutolita e sembrava un angioletto) dove devono andare, mentre io e Anita cerchiamo un parcheggio. (“Nonno”) Quando sono usciti dall’ospedale Amelia aveva un palloncino rosso e Tesorini un sorriso a 24 denti: “Oh, non abbiamo una bambina. Abbiamo un tank da combattimento!”
Io: “Cioè?”
Tesorini: “Le hanno fatto due punture nel taglio e messo due punti. Io la tenevo ferma, ma non ha pianto nemmeno un secondo! Anzi, ad ogni punto stringeva i denti e faceva lo sguardo truce al dottore!!”
Risata.
(“Nonno”)
Mi immaginavo la scena e piangevo dal ridere.
Amelia-Schwarzenegger!
Io: “Ma Amelia, come stai?”
Amelia: “In casa non si corre. In casa non si corre. In casa non si corre. In casa non si corre. In casa non si corre. In casa non si corre. In casa non si corre. In casa non si corre. In casa non si corre.”
E secondo voi .. davvero Amelia non corre più in casa?