Una sit com ambientata in Alto Adige? Forse, ad opera di Daniele Rielli

19.12.2012
Una sit com ambientata in Alto Adige? Forse, ad opera di Daniele Rielli

Ma se gli amici di Friends si fossero incontrati invece che al Central Perk, al Nadamas? O se “Will & Grace” fossero “Sepp & Gertraud”? E se  “Will il principe di Bel Air” fosse “Peter il principe della Pustertal”? Insomma, voi ve la vedreste una sit com ambientata in Alto Adige? In parecchi se la sono vista, e l’hanno pure scritta, a seguito di un concorso (RACCONTI #2) lanciato da BLS, che invitava appunto a scrivere storie per serie Tv da ambientare proprio qui, tra Brennero e la chiusa di Salorno. Giorni fa sono stati annunciati gli 8 soggetti selezionati, tra i quali anche quello di un bolzanino, Daniele Rielli (che peraltro è un collaboratore di Franz). Dunque, gli abbiamo fatto qualche domanda sulla sua storia, perché la questione della serie Tv altoatesina (al di là della questione “Un passo dal cielo” che è altra cosa, sulla quale soprassediamo) ci intriga parecchio. Ecco le risposte di Daniele.

Di che cosa parla la tua storia? Quale il punto di forza che pensi ti abbia entrare nella rosa degli 8?

La mia è una storia corale dove il vero protagonista è la città di Bolzano, narrata attraverso le storie di due fratelli italiani di un quartiere popolare e una ragazza tedesca figlia di un albergatore. In italiano il titolo è “In equilibrio sul confine” perché la serie gioca sull’ambivalenza del termine, la narrazione si svolge al confine geografico e culturale fra Europa del sud ed Europa del nord e al tempo stesso le vite dei protagonisti sono sul bordo (spostato sempre più in là dalla crisi) fra età post adolescenza ed età adulta. Queste tre storie assieme a quelle della corte di personaggi secondari (imprenditori, politici, sindacalisti, operai, funzionari provinciali, ristoratori ‘ndranghetisti, poliziotti,musicisti, baristi, spacciatori, commesse, dj, commercianti) servono per entrare dentro la città dove sono nato. Cerco di parlarne per come Bolzano è in realtà non per come viene ritratta nelle pubblicità turistiche. Quindi ci sono i bei paesaggi e il vino ma anche una zona industriale in dismissione, tensioni etniche latenti e il razzismo aperto degli estremisti, la politica che lottizza buona parte della società e decide le sorti del mondo economico e infine una massa silenziosa e operosa di immigrati che nessuno tiene mai in considerazione. L’incontro fra uno dei due fratelli e la ragazza ad esempio serve a mostrare il contrasto fra la Bolzano dei quartieri alti e quella popolare, che sono due mondi che non hanno praticamente nulla in comune e non si guardano neanche troppo volentieri in faccia. I punti di forza del progetto bisognerebbe chiederli a chi nella giuria l’ha votato. Quello che so, è che l’ho scritto con in mente alcune serie americane ultra-realistiche come The Wire o Brotherhood, cercando di inserire qua è là dei toni da commedia, ma senza rinunciare al rigore nella descrizione della realtà in cui la storia si svolge. Tra l’altro The Wire era ambientato a Baltimora, Brotherhood nel Rhode Island, una città e uno stato di cui non fregava niente a nessuno nel resto del mondo  ma che ciò nonostante sono state oggetto di una narrazione di eccezionale profondità e interesse. La mia idea è che si potrebbe fare lo stesso su Bolzano.145-160x128Ma tu, te la vedi davvero una sit com ambientata in Alto Adige? 

Certo, io la vedo, se no non l’avrei scritta. Non è un progetto che ho scritto con la mano sinistra. Poi dipende da cosa si vuole fare, se si vuole fare una cosa in costume tradizionale o tornare per l’ennesima volta sul periodo del fascismo o delle bombe, credo che potrebbe interessare veramente a pochi. Se si vuole ritrarre in modo drammaturgicamente efficace una realtà complessa, ricca di diversità e di contrasti allora siamo di fronte ad un territorio ricco di potenziale. Il prezzo da pagare per interessare il resto del mondo è uscire dall’immagine da cartolina della città, e parlare delle specificità tenendo comunque presente che in fondo non siamo neanche così diversi dal resto del mondo. Siamo nell’era della globalizzazione prima o poi anche l’Alto Adige dovrà rendersene conto. Inoltre le storie dove ci sono solo il bianco e il nero non interessano a nessuno, bisogna trovare il coraggio di raccontare le sfumature, i mezzi toni, le verità personali che contrastano quelle socialmente condivise.

Che attori vorresti, tra i tuoi protagonisti?

Non ci ho pensato a dire la verità. Mentre per il romanzo a cui sto lavorando avrei in mente un attore per un eventuale trasposizione cinematografica per questo progetto non mi sono mai posto il problema. L’unica cosa che mi piacerebbe è che fossero giovani e bravi. E soprattutto in linea con il personaggio, ovvero tedeschi se il personaggio è tedesco e viceversa. Che i guardia caccia delle valli altoatesine che parlano in veneto non si possono sentire.

Come pensi proseguirà la questione? 

Speriamo bene,  intanto sono molto contento che un progetto così atipico e rischioso sia stato scelto dalla bls. Ci speravo ma devo essere sincero, non me l’aspettavo.

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