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December 10, 2012

10 buone ragioni per vivere in Alto Adige #40

Anna Quinz

10 buone ragioni (semiserie) per le quali anche la settimana scorsa ( 3 – 9 dicembre 2012) è valsa la pena vivere in Alto Adige.

1. Perché le tradizioni sono importanti. Non ho assistito a una di quelle incredibili sfilate, ma anche io ho incrociato qualche Krampus[1], e mi sono proprio goduta i mosti pelosi intenti a scampanare e impressionare i turisti fotografanti. Bei momenti prenatalizi.

2. Perché le tradizioni sono importanti, dicevamo, e così mi sono messa anche io a fare i biscotti di natale. Che è una cosa tipica altoatesina che accomuna le vecchie e le nuove generazioni, e anche se è una faticaccia, è comunque una gran bella tradizione della nostra terra.

3. Perché ancora una volta il Teatro Stabile confonde le carte, portando a Bolzano un classico come “Un tram che si chiama desiderio[2]”, in una versione hardcore (la colonna sonora? I system of a down, e ho detto tutto) che sconvolge un po’ i vecchi abbonati ma che porta un po’ di sana novità sul palco. E a noi, la novità, piace sempre.

4. Perché ancora possiamo goderci i seppur tristi racconti dei “grandi vecchi” che hanno vissuto l’esperienza dolorosa della guerra e possono raccontarla a noi giovani che la vediamo come cosa lontana e sconosciuta. Così fa Maria Anna Rold, che in un libretto “Italijanska[3]”, racconta come in un diario della sua “avventura” di ragazza durante la seconda guerra mondiale. Per imparare a non rifare.

5. Perché gli altoatesini sono moderni e tecnologici. Come dimostra il ginecologo Wolfgang Moroder[4], che oltre ad aver fatto nascere più di 6000 bimbi, ha colto un piccolo feto mentre sbadiglia, l’ha messo su wikipedia e ha fatto il giro del mondo (300.000 hits in pochi giorni, super!).

6. Perché da altoatesini siamo sempre un po’ terrorizzati durante il grande week end dell’8 dicembre, però dobbiamo ammettere che se tanti – in pullman treno auto e altri mezzi vari – arrivano fin qui per vedere “il nostro Natale”, vuol dire che qualcosa da dire il nostro Natale ce l’ha. Ci si potrebbe impegnare un po’ di più però, per renderlo ancora più unico e raffinato, magari vietando per legge provinciale cappelli con renne. Io la butto lì…

7. Perché i regali sono una gioia e delizia, ma con un po’ di fantasia, si possono scovare i regali giusti, sostenendo pure artigiani (veri), designer e creativi del territorio che di sicuro fanno cose più uniche e belle di quelle che si trovano in giro. È pieno di mercatini artigianali (e non intendo quello di piazza Municipio, con tutto il rispetto, uguale a se stesso da almeno 20 anni), dove trovare le cose giuste, come quello a Kallmünz[5] a Merano. Andate e scovate i regalo giusto, portafogli e creatività ne gioveranno.

8. Perché insomma, diciamocelo, magari in giro per la provincia sì, ma a Bolzano ormai non è che si mangi più così bene, e allora, un pranzo spontaneo al Zur Kaiserkron[6], una volta ogni tanto, è un piccolo lusso che fa bene all’anima e al cuore (e alle papille gustative, ovvio). E poi dicono che lì – altro che mercatino – il Gluhwein è fatto come si deve. Proverò e vi saprò dire.

9. Perché le reti interprovinciali si intensificano, e noi speriamo di essere un buon esempio anche per altri. Ora per esempio, con Centrale Fies, Crushsite e Trentino Film Commission abbiamo lanciato un concorso[7] (e poi visione collettiva) di cortometraggi prodotti (anche amatorialmente) in Trentino Alto Adige. Cortometrate, e partecipate.

10. Perché che io non ami la neve è cosa nota, però a dire il vero anche il mio cuore romantico non poteva non farsi commuovere un po’ dalla bellezza suggestiva di quei dolci fiocchi caduti venerdì sera su un tranquillo Walther, sui tetti in legno del mercatino, sulle palle rosse e giganti di Palais Campofranco (per fortuna – mia -  l’effetto sbiancate è durato giusto il tempo di un sospiro romantico e sentimentale).

 


[1] Hai visto anche tu un sacco di Krampus? Li hai fotografati? Mandaci le tue foto, saranno giudicate da una super giuria (composta anche da Dido Fontana) e le più belle saranno pubblicate su Franz e riceveranno un premio. Qui il bando: /2012/12/07/dear-krampus-strike-a-pose-franz-wants-you-for-a-photo-competition/

[2] La recensione dello spettacolo: /2012/12/09/un-tram-che-si-chiama-desiderio/

[3] Il libro “ITALIJANSKA.“e io… mi misi a piangere”quasi un “Diario di guerra” d’una ragazza molto, molto spaesata 1944/45 di Maria Anna Rold è edito dalla casa editrice Dante Alighieri

[5] Il sito del ristornate Kallmünz http://www.kallmuenz.it/

 

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