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December 6, 2012
La sindrome di Piano e di Botta. Lettera al direttore (non di Franz, ma ci interessava e quindi eccola)
Franz
A seguito di un articolo uscito su L’Adige il primo dicembre, che annunciava il nuovo progetto roveretano affidato a Mario Botta (vedi sotto l’articolo in questione), l’architetto Alberto Winterle scrive una lettera al direttore del giornale, per sottolineare le sue perplessità sulla scelta fatta. Anche se la lettera non era indirizzata al nostro direttore, troviamo lo stimolo lanciato da Alberto interessante e lo ripubblichamo qui, così potete leggerlo e magari dire la vostra su tema caldo delle “archistar” in regione.
“Caro direttore,
colgo con disarmante frustrazione la notizia dell’ennesimo incarico all’architetto Mario Botta per un importante progetto in Trentino. Questa volta si tratta di un’iniziativa privata, per il riordino e rifacimento della ex stazione delle corriere a Rovereto, come riportato dal vostro giornale nell’edizione di ieri.
Logicamente, prescindendo dai gusti personali, esprimo il massimo rispetto per Botta che ritengo sia stato un importante protagonista dell’architettura contemporanea internazionale. Ciò che invece mi colpisce è la scarsa lungimiranza e fantasia degli amministratori pubblici e dei promotori di iniziative edilizie private in Trentino. Scarsa lungimiranza in quanto, ritengo che gli investitori ed operatori nel nostro settore dovrebbero avere più coraggio e puntare sulle risorse locali, mettere in gioco le energie presenti sul nostro territorio e coltivare le professionalità ed i talenti che purtroppo nella nostra realtà provinciale hanno scarse opportunità di emergere. Abbiamo o non abbiamo il coraggio di mostrare quali sono le nostre capacità? Siamo in grado di costruire reali sinergie nella trasformazione delle nostre città avendo come principale obiettivo la qualità del prodotto finale, e cioè dell’architettura? Riusciamo ad uscire da questo provincialismo che usa i grandi nomi, anche se un po’ datati, come scorciatoia per avere la certezza essere inattaccabili e raccogliere consenso? Se vogliamo promuovere la qualità del “prodotto trentino” dobbiamo essere in grado di creare opportunità per tutte le figure coinvolte nel nostro settore, dalle imprese agli artigiani, da chi produce idee a che le concretizza. Sono fermamente convinto che una politica lungimirante, ribadisco sia pubblica che privata, possa essere in grado di investire sul nostro territorio ed “esportare qualità” anche fuori dalla nostra provincia. Solamente se gli investitori, le imprese ed i progettisti saranno in grado di unirsi riusciremo a crescere insieme ed inoltre a superare questo difficile momento di crisi.
Dicevo inoltre scarsa fantasia, in effetti ritengo non sia sbagliato ricorrere in alcuni casi anche al coinvolgimento di architetti di chiara fama. Questo però nell’ottica di apportare ulteriori contributi e idee per la realizzazione di opere importanti che possano diventare riferimento di qualità e di ricerca contemporanea per tutti noi. Opere con le quali le professionalità locali si dovrebbero poter confrontare, magari ad esempio costruendo un edificio minore o un’infrastruttura in un importante quartiere, e non banalmente stando a guardare dalla finestra. Però se si segue questa strada, dimostriamo quantomeno di avere un minimo di competenza e immaginazione coinvolgendo “altri” professionisti noti a livello internazionale almeno quanto i nostri “eroi”, magari chiedendo consiglio proprio a Botta che nella sua scuola di Mendrisio ha chiamato alcuni tra i migliori “giovani architetti” europei mettendo in gioco le loro capacità. In caso contrario è eccessivamente evidente che il ricorso all’opera di Mario Botta o Renzo Piano, sono solamente facili scorciatoie amministrative e burocratiche e non investimenti intraprendenti e coraggiosi”.
Alberto Winterle
Presidente Ordine Architetti della Provincia di Trento
Trento 01.12.2012
Pubblicato su L’Adige del 4 dicembre 2012
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