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November 14, 2012
Arriva Krampus (in mostra al Museo Civico) per ricordarci chi siamo
Anna Quinz
Fin da quando ero bambina, ho sempre amato tanto la festa di San Nicolò. Forse anche più del Natale. Mi affascinava l’idea di questo vecchino buono (non che Babbo Natale non sia un vecchino buono, ma chissà perché il “Babbo Natale non esiste” nella mia testa è sempre stato più chiaro di “San Nicolò non esiste”) che veniva a casa mia e mi portava una montagna di dolcetti, chiusi in un grande sacchettino rosso dall’effetto vedo-non vedo. Poi, il fatto che fosse una tradizione nostra, delle terre del nord, mi faceva sentire speciale quando ne parlavo con gli amici delle vacanze, forse – ai miei occhi – non abbastanza buoni per meritare la visita di questo santo che poi assomigliava più a un nonno dal cappello grande a punta. Crescendo, il fascino di questo 6 dicembre, il sacchettino rosso e le sue leccornie, non mi ha mai abbandonato e ancora oggi i primi di dicembre giro per negozi di dolciumi in cerca della combinazione di calorie giusta da regalare alle persone che amo.
Accanto però ad ogni eroe buono, e San Nicolò decisamente lo è, deve esserci la controparte cattiva, che ancor meglio evidenza generosità e dolcezza, che ancor meglio sottolinea il divario tra chi fa il bravo e chi no.
Ed ecco, nella mia personale mitologia infantile, e in quella di molti altri, arrivare rumoroso e pauroso, il Krampus. Forse in città questa figura mostruosa ha meno impatto sulle giovani generazioni, che non nei paesi dove armate intere di uomini si travestono e girano per le strade portando qualche brivido e a volte anche qualcosa in più. Però anche qui il mito del Krampus terrorizza i bambini (e pure i grandi se vi capita di incontrarli, scuri e cattivi, con i loro campanacci che perforano i timpani e le loro maschere oscure) e li stimola, almeno per qualche giorno nel miraggio della cioccolata, a comportarsi bene.
Un po’ demonio un po’ mostro, il Krampus è una figura piena di fascino, forse, a ben guardare, più interessante di quella del santo a cui si contrappone, che non ha superpoteri se non la sua bontà (potere da non sottovalutare però, di questi tempi).
Il Krampus fa un passo in più, entra con tutta la sua forza nell’immaginario e nelle coscienze, porta a pensieri antichi e a espiazioni che hanno ancora oggi la loro forza, perché se troppo spesso il bene viene banalizzato come buonismo (quanto lo sa tanta tv o tanto cinema), il male resta ben piantato sulle proprie gambe, resta presenza indelebile non solo nei mostri contemporanei (e anche qui tanta tv e tanto cinema, sanno di che parlo), ma anche nei quotidiani gesti di ciascuno di noi. E così, il solo suono del campanaccio di un Krampus cattivo, ci ricorda quanto in fondo anche noi siamo o possiamo essere cattivi. Perché non siamo mostri, è chiaro, ma siamo umani. In tutta la nostra inevitabile imperfezione. E quando il Krampus arriva, anche in noi adulti il brivido scorre sotto pelle, in un personalissimo silenzioso esame di coscienza, auto confessione che nulla a che fare con la religione, ma solo con l’essere o non essere stati “bravi”. il Krampus, ogni anno, ci mette di fronte ai nostri difetti ed errori, tutti umani certo, ma non per questo perdonabili a prescindere. ci sbatte in faccia chi siamo e come agiamo e lo fa con le fattezze non di un santo, ma di un mostro.
Poi, per qualche giorno, terrorizzati dall’incontro con la nostra coscienza, saremo più attenti ai nostri gesti. In poco tempo tutto però tornerà alla normalità, ma il campanaccio del Krampus, lo sappiamo bene, tornerà a risuonare nelle nostre orecchie. Bisignerà aspettare un altro anno, ma arriverà, oh se arriverà. E tutti i nostri mali in fila ordinata travestiti da mostri, torneranno a bussare alla nostra porta.
Sull’intrigante figura del Krampus, bagaglio culturale e personale di ognuno di noi, il Museo Civico e la Galleria Civica di Bolzano, organizzano due interessanti mostre. Al museo, da scoprire la preziosa collezione di maschere storiche utilizzate in varie feste popolari, in particolare, per il corteo di san Nicolò. Le maschere (66, in legno risalenti al XVIII e al XIX secolo) rappresentano soprattutto diavoli e Krampus, oltre alla figura del Santo vescovo. Mentre alla Galleria Civicaviene esposta una selezione di circa 250 cartoline storiche della serie “Gruß vom Krampus” dove la figura mostruosa compare in situazioni differenti, in un tripudio di immaginazione e fantasia.
Il vernissage delle mostre sarà venerdì 23 novembre, alle ore 18 aLla Galleria Civica 18:45 al Museo Civico.
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