Cradle Rockers #24. Chi nella propria vita non ha mai avuto un amico immaginario?

Chi nella propria vita non ha mai avuto un amico immaginario? Io.

Io facevo parlare le bambole, le barbie, davo nomi ai sassi, una volta mi sono addirittura affezionata a un albero. Ma amici immaginari. No.

Aggiungo che sono una persona atea, totalmente atea.

E ho una figlia che parla “col signore”.

Letteralmente.

(Scrivo “signore” minuscolo perchè non voglio proprio credere che sia “quel” signore!) La prima volta che mi sono resa conto di questo fantomatico “signore” ero in montagna. Volevo che Amelia salisse le scale per andare nella sua stanza al piano superiore.

Lei guarda le scale, da sotto in su, e mi dice “Vado su?”

Io: “Si, sali..”

Lei: “Ma lì c’è il signore.”

Io: “Quale signore!?!?”

Spallucce.

Comunque sia, le scale le ha salite. E quanto meno, questo tizio non fa paura, ho pensato. Però ogni tanto il signore saltava fuori. A volte al buio, a volte in qualche angolo. Ho cominciato a pensare di aver partorito una bambina che, oltre ad essere scatenata come una pazza, era pure una pazza psicopatica. Bene!

E pensa che ti pensa, un giorno mi accorgo che la Oma, per convincere Amelia a uscire da una stanza, le diceva “Dann kommt schwarze Mann!”.

Vuoi vedere- ipotizza il mio elementare cervellino -che la mia petite peste italianizza le cagate che dice la Oma? Un pò come la “Silcrete che swimma”. Ed era proprio così! Però far capire a una quasi-treenne che lo schwarze Mann non esiste è impossibile, meglio indirizzare la sua attenzione intermittente verso altre cose. E così ho iniziato a spiegarle come mai avevo la pancia così tonda (all’epoca ero incintissima di Anita).

“Nulla si crea, nulla si distrugge” ripeteva la mia nonna, e solo in questi giorni mi accorgo di quanta verità ci sia in questa frase. In questo periodo Amelia è convinta di avere “un piccolo” (lei lo chiama così) in grembo.

“E come si chiama questo piccolo?”

“mmmh… Amelia. Poi diventa grande, poi esce e fa ue ueee.”