Mamma Zilberstein e figli: aura amichevole e familiare

“We are family”, cantavano negli anni Settanta le Sister Sledge: nessuna “dance” ma molta “family” governava il concerto che inaugura la nuova Associazione Mozart Italia di Bolzano: l’Orchestra Haydn diretta da Emir Saul si esibiva infatti con Lylia Zilbertein e i due figli della grande pianista, Anton e Daniel Gerzenberg, anch’essi votati alla tastiera e intensamente impegnati in una promettente attività di duo pianistico. La serata, interamente dedicata a musiche di Mozart, era da leggere e vivere nel segno festoso di un’aura amichevole e familiare, con tutta la naivete che ciò può comportare: curioso l’impaginato del programma, in un climax di presenza pianistica che anche all’occhio risultava eccezionale. Aperto dall’Ouverture dal Figaro, il programma inanellava il Concerto per pianoforte e orchestra K 271 (solista Lylia Zilberstein), il Concerto per due pianoforti e orchestra K 365 (solisti i due fratelli, ancora acerbi nella maturità del suono ma forti di una lunga intesa nel suonare assieme), il Concerto per tre pianoforti e orchestra K 242 “Lodron” in cui madre e figli sedevano ai tre grancoda Steinway schierati sul palco dell’Auditorium. Concerto aperto nel segno dell’entusiasmo, con un’Ouverture dal Figaro adrenalinica, vitalismo che si trasferiva anche ai movimenti veloci del concerto K271: risaltava nella solista l’esigenza di un’agogica più scorrevole di quanto probabilmente era nelle corde del direttore, con qualche incomprensione e sfasamento tra i due. L’esecuzione era comunque impreziosita dal suono della Zilberstein, smagliante nella luminosa esposizione dei temi mozartiani, emozionante in certe tinte di velluto, scure e morbidissime: e nell’Adagio centrale e nel prezioso Minuetto incastonato nel rondò conclusivo la Zilberstein donava all’ascolto raffinate nuances.
Pubblicato su L’Adige del 28 agosto 2012