Contemporary Culture in the Alps
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Music

Filosofia ed estetica in musica: la parola a Garrick Ohlsson

17.08.2012
Alessandro Tommasi
Filosofia ed estetica in musica: la parola a Garrick Ohlsson
Music

Filosofia ed estetica in musica: la parola a Garrick Ohlsson

17.08.2012
Alessandro Tommasi

Un compositore che non va emarginato, ma che anzi, dovrebbe essere reso più famoso.
Anche se il compositore stesso non ha reso affatto semplice accostarsi alla sua musica.

E’ del grande Ferruccio Busoni che parla Garrick Ohlsson. Un artista enigmatico, che rifuggì trovate virtuosistiche mirabolanti e scontate per stupire il grande pubblico a favore di una spiritualità ieratica.
Cosa che di certo non aiuta il primo ascolto!

E’ forse questo approccio più meditativo che permette l’accostamento affascinante di un capolavoro come “Also sprach Zarathustra” di Richard Strauss al Concerto per pianoforte, orchestra e coro maschile op.39 di Ferruccio Busoni, nel concerto di questa sera, 18 agosto ore 20.30. Se la prima opera è ispirata all’omonimo testo di Nietzsche ed è dunque permeata di filosofia, seppur musicale, la seconda non è da meno: le profonde riflessioni estetiche busoniane sulla musica “assoluta” fanno capolino anche nel colossale concerto.
Una serata di musica e filosofia, potremmo dunque dire, con un programma di raffinata intellettualità.
Programma che è stato affidato a tre eccelsi interpreti di valore internazionale, Garrick Ohlsson al pianoforte, Gianandrea Noseda come direttore e la spettacolare EUYO. Senza dimenticarsi tuttavia di una componente tutta altoatesina, ossia il Coro di voci maschili di Bressanone! Il loro entusiasmo ci accompagnerà attraverso il lungo programma, preparato dai musicisti in questi giorni proprio a Bolzano.

I concerti che seguiranno nel resto d’Europa vedranno tutti un programma simile, anche se in alcuni casi, per questioni pratiche (come l’assenza di un coro maschile), il Concerto di Busoni verrà sostituito dal più famoso Concerto n.1 op.23 di Tchaikovsky. Come d’altronde spesso ci si aspetta da concerto di questo calibro. L’inserimento di un concerto di certo non fra i più eseguiti come quello di Busoni è quanto meno particolare.
Busoni viene solitamente condannato ad essere un compositore marginale, la cui fama nel resto del mondo è purtroppo molto scarsa. Se n’è rammaricato anche Ohlsson. Nel corso del dialogo precedente e successivo all’intervista, il pianista statunitense si è rammaricato della scarsa notorietà di Ferruccio Busoni. Lui stesso è d’altronde un erede della scuola busoniana, come egli stesso spiega, il suo insegnante a New York era stato allievo di una dei migliori alunni di Ferruccio Busoni, Frida Kindler. Come tale è cresciuto conoscendo il grande compositore italiano, di cui, pur auspicandosi il riconoscimento di una maggior importanza, non può far a meno di ammettere l’estrema difficoltà. Busoni non è un compositore per le masse e, essendo costretti a riempire le sale per far fronte alle esigenze economiche è facile che venga ignorato a favore di compositori più fortunati.

Quello di stasera sarà dunque un concerto per appassionati e per coraggiosi, desiderosi di immergersi in una musica più filosofica che tuttavia non riesce ad abbandonare istanti di grandiosità e passionalità che ne rendono l’ascolto sempre e soprattutto un piacere per l’anima.

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