Cradle Rockers #10: svegliatevi voi alle 6.30

Svegliatevi voi alle 6.30 / 7.00 del mattino con una vocina che piena di energia vi dice:
“Andiamo al parco mamma? Mi leggi un libro mamma? Fammi la faccia del krampus mamma!”
e la sveglia ancora dorme.. come voi, del resto.
“Leggimelo tu il libro..”
“No! Lo leggi tu! Mucca! Pulcino! Io sono un Wasserschlange!! …maaaaaaammaaaa! ..Devo fare la pipì”
Oddio! La pipì! “Tienila che la fai in bagno, andiamo!”
e corri in bagno col terrore della pisciatina in giro.
E se ti catapulti fuori dal letto correndo mentre ti stai ancora svegliando, capisci che sei già nel pieno di una giornata “de fuego”, e sono appena le 6:40 di un martedì mattina.
Guardo fuori, il termometro segna 20°.. “fresco si, ma potrebbe andare peggio, potrebbe esserci vento” e in quell’istante un Eolo capriccioso sembra avermi letto nel pensiero, e inizia una bufera che nemmeno i vasi di coccio resisterebbero se non fossero incastrati nelle fioriere. Così, mentre le sedie del balcone si librano bucolicamente nell’aere e Amelia fa le scorreggine seduta sul water, cambio pannolino allo Strillofono e penso: “dove c@**o vado stamattina?!?”
Scrivo un messaggio alla mia amica Francesca, che è già operativa come un marines.
Ci incontriamo nel solito bar cinese e, come sempre, si innesca quella bizzarra nonché pericolosa proporzione per cui
Amelia : Davide = tritolo : fiammifero
Dopo quei pochi nanosecondi di quiete dovuti a un biscotto nelle manine delle due pesti, io e Francesca ci ustioniamo le rispettive lingue tracannando un caffè che pare lava bollente per rincorrere le nostre creature, le quali sono impegnate, come spesso accade, in continui tentativi di distruzione di un calcetto ovviamente più alto (e più duro) di loro.
A che età i bambini sviluppano l’idea di pericolo? Cosette semplici dico, per esempio: “se avvicino l’occhio al manico di questo gioco che va veloce mi faccio male”. Probabilmente l’idea del “mi faccio male” è ancora in fase embrionale nei due mini-soggetti che stiamo analizzando, perché Davide, ad un certo punto, scoppia a piangere. E anche se la mamma, con proverbiale calma e pazienza, spiega che bisogna stare attenti ecc ecc, il bambino non ascolta, o non è interessato alla mamma quanto all’amica che lo guarda furbescamente, o non concepisce il pensare prima dell’agire. Infatti dopo mezzo secondo che ha smesso di produrre lacrimoni, guarda Amelia e dice “ci stendiamo lì!” e sono già distesi e urlanti sotto il calcetto come fossero girini nelle pozzanghere.