Cradle Rockers #09. Sabato mattina ore 6:48

Sabato mattina ore 6:48 “Maaaaammmaaaaaaa!! Dormi mamma?”
Si, dormivo, ma pazienza.
“L’Amelia vuole giocare con Davide, mamma”
Insomma sabato mattina mi sveglio così. Preparo le pupe e la colazione, e dico “Oggi andiamo al museo a vedere i serpenti!” mentre azzanno un biscotto.
“I semmpenti!” ripete Amelia, entusiasta come al solito. Oggi, sabato, Tesorini lavora e io porto le pupe al museo di Scienze Naturali di via Bottai 1 (www.museonatura.it) insieme alla mia amica Francesca, suo marito Salvatore (in realtà si chiama Giuseppe, ma Tesorini quando lo ha conosciuto lo ha chiamato Salvatore per tutto il tempo, solo alla fine lui gli ha detto “Beh.. comunque io mi chiamo Giuseppe”, ma ormai per noi era già definitivamente Salvatore) e i loro due figli: Davide ed Emanuele.
Diciamo subito che Amelia è più alta e più grossa del mingherlino Davide (in effetti, sembrano proprio Davide e Golia), ma non per questo lui è meno scatenato di lei. Se si vedono da lontano, spesso si corrono incontro ridendo, e Davide viene letteralmente asfaltato da Amelia, che cade sopra di lui come una fetta di pane sull’hamburger. Poi lui piange, lei è preoccupata e gli da un bacino, e tutto passa. Si vogliono bene. Il bello è che Davide chiede poi alla sua mamma “raccontami la storia di Amelia che cade su Davide!” per la serie: io non dimentico.
Amelia e Davide sono un’accoppiata diabolica: insieme scappano, insieme urlano, insieme fanno robe allucinanti come, ad es., piangere in simbiosi all’entrata del museo (“piangere” non è corretto, sarebbe meglio dire “scenata da tragedia napoletana”), non volersi togliere la giacca e correre paonazzi mentre tutti sono in coda per fare i biglietti.
Al grido di Davide: “scappiamo Ameia!” (che fa molto “Al mio segnale, scatenate l’inferno” de “Il Gladiatore”) lei ovviamente risponde afferrandolo per mano e trascinandoselo in una corsa sfrenata, manco fosse una “fuitina” d’amore (…o l’inizio di una battaglia). Ridono felici, i due pazzi, anche se Davide un po’ la teme.
“Il mio Davidino”, dice lei.
Bisogna fermarli al volo, prima che becchino l’uscita, si nascondano dietro la cassa o intravedano i cestini con i gadget del museo: dai serpentini di gomma ai pelouches a forma di ragno, ai portachiavi-elefanti ecc.
Andare al museo coi bambini è molto bello, a loro piace e chissà, magari qualche barlume di speranza che lo faranno anche da adulti c’è. Esiste una carta-famiglia per entrare in tutti i musei altoatesini, una sorta di abbonamento annuo (vale 1 anno esatto da quando si fa) che costa 70,00E a famiglia e permette di entrare ogni volta che si vuole nei musei della nostra regione. Sono escluse le mostre temporanee ed è un abbonamento che si può fare in tutti i musei. Ora, dato che coi bambini piccoli è impossibile visitare un museo “tranquillamente”, è molto conveniente e permette di tornare a vedere una mostra più e più volte.