Cradle Rockers #03. Tutto in lei trasudava tedesco

05.06.2012
Cradle Rockers #03. Tutto in lei trasudava tedesco

Tutto in lei trasudava tedesco: le mancava solo il dirndl. Parlo della ginecologa. E’ imbarazzante parlarne, figuratevi vivere la situazione. Mi fa accomodare in un salottino e poi mi chiama. Entro nello stanzone che ha come studio.

“Posso zapere perché Lei è cvi?”

Sorride gentilmente, ma ha lo sguardo luciferino. Mi da del “Lei” e sento che la L è molto maiuscola. Ma che diamine ho combinato – mi vien da pensare.

“Sono incinta…credo.” dico.

Mi fa “accomodare”, si gira e traffica con degli attrezzi, finchè si volta verso di me con lunghi guanti azzurri e due stanghe di ferro che avrebbero impressionato anche un fabbro. Sbarro gli occhi, sperando di farle pietà, ma niente: lei non mi guarda mica in faccia. Ho beccato la ginecologa killer, me lo sento. Invece, sorprendentemente, non mi trucida: mi visita e mi fa la prima ecografia.

“Gvardi. Cvesto è il cuore che batte.” Sullo schermino dell’enorme apparecchiatura che stava utilizzando era comparso, in effetti, un puntino di luce che pulsava. Il cuore del mio fagiolino! Sinceramente, e lo dico sinceramente, non mi sono emozionata particolarmente, non mi sono venute le lacrime agli occhi, niente sospiri, niente di tutto ciò. Forse per questo motivo la ginecologa killer mi guarda e chiede: “Lei è felize di afere un pampino? Fuole cvesto pampino?” “Certo certo” mi affretto io, prima che riprenda in mano qualche strana ferraglia. E’ che dovevo ancora realizzare la cosa. In quel momento però ogni dubbio ipotetico su qualche malattia strana si era dissolto: ero semplicemente incinta!

“Però..”

Eccola lì.

Mica poteva andare tutto bene.

“Però c’è una zacca di sangve” – che schifo, ho pensato. “Brutta cosa?” chiedo. “Non è un puon zegno. Lei defe riposare” … E riposiamoci.

Dopo pochi giorni, di notte (succede tutto sempre di notte!) mi sveglio.

Sensazione strana.

Devo fare pipì.

Mi alzo in piedi.. SWOSCHHH!

Corro in bagno e, come nei migliori film splatter, mi ritrovo in un lago di sangue, con tanto di scia rossa per terra. La dottoressa mi aveva avvertito, poteva aver luogo un aborto spontaneo. Mi cambio e torno a dormire, pensando “beh, da una parte meglio così, non ero pronta, e poi sai che casino? Il lavoro, mio padre (tra l’altro, mica s’è svegliato!), il trasloco..! Domani potrò finalmente tornare a fumare come un turco e ad alcolizzarmi serenamente!”

Richiamo la ginecologa killer per un controllo. Nei tre giorni che mi separano dall’ultimo appuntamento con la tedescona, mi rilancio su aperitivi e sigarette e sdrammatizzo con La Pigna e La Pè.

Passati i tre giorni, vado a fare quest’ultima visita. Era fine gennaio 2009 e nevicava come in Siberia. Mi apre proprio lei “Nefica. La zegretaria è ploccata da nefe. Come mai Lei già cvi?” “Credo che questa sarà l’ultima visita, sa, credo proprio di non essere più incinta”.

Mi visita. Io tranquillissima, sollevata, direi. Finché…

“C’E’ A N K O R A .”

Deglutisco sgomenta e l’unica cosa che riesco a dirle è “Ma io ho bevuto alcool!”

“Non importa. Gvardi. Il cvore batte. E la zacca di sangve non c’è più.”

In effetti il lumino pulsava senza sosta. “Ma cos’era tutto quel sangue?”

“Non zo, probabile erano due ma solo uno ha preso bene…”

…E se aveva preso bene lui, dovevo prenderla bene anch’io, o no?

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