L’ultimo Cronenberg: Cosmopolis o Narcopolis?

L’ultimo Cronenberg: Cosmopolis o Narcopolis?
Eric Packer, giovane manager del finanzkapitalismo, attraversa New York per farsi regolare il taglio di capelli dal suo barbiere. Al sicuro nella sua limousine hi-tech, mentre la città è in subbuglio per le proteste anticapitaliste, Eric incontra giovani nerd della finanza con i quali si intrattiene con discorsi filosofici da quattro soldi, la vecchia prostituta alla quale chiede di intercedere per acquistare la Rothko Chapel, oltre a vari consiglieri ed al suo medico che quotidianamente lo sottopone a svariati esami.
Forse ricalcando un pò troppo il testo di De Lillo, da cui Cosmopolis è fedelmente tratto, il nostro amato cineasta canadese, da una descrizione puntuale del [post] moderno finanzkapitalismo fatto cioè di speculazioni, di economia virtuale giocata sul breve, se non sul brevissimo termine.
Un sistema predatorio che vive alle spalle dell’economia reale e che non crea ma sposta profitti e miserie senza che gli uomini o gli Stati possano dire la propria.
Esattamente il periodo che stiamo vivendo e nel quale, ironia della sorte, anche il nostro capo del governo (che Paolo Barnard non esita a definire criminale, in senso tecnico ovviamente), inizia il suo mandato andando a rifarsi il taglio dal suo vecchio barbiere.
Questa piccola odissea metropolitana ci presenta quindi personaggi allegorici, vere e proprie metafore viventi dove oltre al nostro Eric, icona del capitalismo finanziario, troviamo la bassa manovalanza dell’industria digitale rappresentata dai giovanissimi collaboratori e, in varie declinazioni, le ormai vecchie forme del capitalismo reale che, loro malgrado, devono intrattenere rapporti con Eric.
Pur trovando questo lavoro poco cinematografico e troppo parlato, riconosco a Cronenberg (e a De Lillo) una grande capacità nel restituire la follia del sistema economico in cui tutti noi siamo immersi, rappresentando con lucidità la pochezza, l’ignoranza e la miserabile essenza dei suoi giovani manager e facendoci rimpiangere i grandi vecchi del capitalismo industriale.