Cradle Rockers #02. Fagioli e liete novelle

Pasta e fagioli. “Papi – rimescolo la brodaglia – dovrei dirti una cosa” lo guardo col viso basso finché non alza gli occhi “puoi passarmi del grana?” mi chiede, con una tranquillità che mi pare la quiete prima della tempesta.
Eh si porcaccia la miseria, devo proprio dirglielo. Iono in fermento.
Uomo di poche parole, il mio papi, uno che, anche se biondo con l’occhio azzurro, avrebbe fatto carriera nelle cosche mafiose: silenzioso, serio, quieto. Il mio papi si chiama Deciso. Non sto scherzando. E un nome del genere non può non influenzare la vita di un uomo sin dalla più tenera età. Un Deciso non potrà mai essere un Insicuro (una Isabella, invece, se è un cesso non potrà mai diventare uno schianto).
“Mh” mugugna lui, traducibile in “dimmi pure, ti ascolto” e a questo punto il discorso che avevo provato davanti allo specchio del bagno si mescola con la ricetta della torta della nonna. Panico. Ma che ci sarà poi di male? Gli dico che sta per diventare nonno, mica che sono malata! Comunque avrei preferito essere un fagiolo nel piatto, invece un fagiolino ce l’avevo nella pancia.
Ogni due o tre giorni mi richiedeva “novità, no?” e mi veniva da ridere, finché ho dovuto rispondergli chiaramente: “Papi, la sorpresa arriva a settembre!”
Ora, che fare dopo aver preparato psicologicamente il vostro vecchio che arriverà un nipotino?
A parte smettere immediatamente di scolare litri di aperitivi alcolici e fumare come una ciminiera, il mio intuito mi diceva che era giunto il momento di fare una visita ginecologica…
…Ma prima, potevo anche confidarlo alla mia amica-sorella, La Pigna (soprannome che denota evidentemente una maniaca-ossessiva della precisione) dato che l’avrei vista nel fine settimana. Dove andiamo in inverno, se fuori fa freddo ed entrambe ci preparavamo al grande passo dell’andare-a-convivere-coi-morosi? La risposta: IKEA. E lì, tra le polpette svedesi e l’insalata russa, ho svelato che avrei avuto un bambino.
“E mangi ‘ste schifezze?”
La Pigna non si smentisce mai.
Incontro dopo qualche giorno La Pè, altra amica, per un aperitivo, e come arriviamo a sederci arriva anche il cameriere: “Vi porto…?”. E la mia amica esclama guardandomi “Due veneziani?”, sorrisone d’intesa che io stronco con un: “No, per me… un succo di ananas!”. E lo dico come se fosse una cosa normale.
La Pè mi guarda sconvolta, direi quasi un po’ schifata, come se mi fosse spuntato un orecchio sulla fronte, e dice: “ma sei incinta?”
Puntini di sospensione.
Guardo il cameriere.
Guardo La Pè che ha la bocca semiaperta.
Il cameriere e La Pè si guardano.
Poi lui capisce che forse è di troppo e se ne va.