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May 17, 2012

Secondo week end nel CRATere della performing art

Anna Quinz

Secondo week end all’insegna di arte, umanità e teatro, con la rassegna CRATere. Da Rovereto a Merano, passando per tanti altri luoghi, il festival fortemente voluto e ideato da Nazario Zambaldi sta proponendo in regione stimoli e visioni sull’arte performativa, del territorio e nel territorio, e sui suoi efficaci incroci e scambi con altre aree di creatività e produzione artistica.

Nel secondo week end, tanti e diversificati gli appuntamenti (vedi sotto programma completo). Tre però, una per ogni giorno, le cose che vorrei sottolineare.

Venerdì. La performance incontra gli spazi museali di Museion Passage, a segnale che proprio gli incorci e gli scambi tra aree di creatività è possibile e fruttifera. Un lugo votato all’arte, come Museion, può e deve aprire le proprie porte ad altre forme espressive che portino un ulteriore imput al concetto di hic et nunc tanto caro, storicamente, al mondo performativo e sempre più vicino anche alle pratiche dell’arte. A muoversi negli spazi del piano terra del Museion, circondati dalle suggestive pareti vetrate che aprono l’orizzonte verso la natura da un lato e verso l’ambiente urbano dall’altro, saranno i performer di Pathosformel, gruppo  di performing art che fa parte della Factory di Centrale Fies (prima anche la presentazione della rivista “Rivista”). Il lavoro che porteranno a Bolzano è “La Prima Periferia”. Racconta la nota di regia: “uno studio sulle possibilità motorie del corpo e sulle infinite declinazioni dei suoi gesti e movimenti. Tra arte concettuale e teatro, il lavoro si ispira al clima di sperimentazione scientifica di fine Settecento, realizzando un’indagine del movimento svuotato di intenzioni, contenuti e impulsi volontari. Tre modelli anatomici costruiti artigianalmente, che si muovono seguendo le descrizioni di posizioni e gesti del corpo redatte dell’abate Andrea de Jorio nel 1832, realizzano un suggestivo intreccio di arti e giunture umane che incarnano una fisicità visionaria e frammentaria e diventano il veicolo di una performatività al contempo fisica e astratta, di irresistibile fascino e delicata poesia”.

Sabato. È la giornata di Merano. La piccola cittadina pigramente affacciata sul Passirio, da sempre mette in gioco (molto più di Bolzano, cosa da sottolineare sempre, e da tenere bene a mente, ahimè, per noi bolzanini) un reticolato e articolato sistema di connessioni e sinergie davvero invidiabile. I mondi, più o meno istituzionali, più o meno creativi, più o meno mondani, lì si incontrano e si uniscono, e soprattutto lavorano insieme, senza (almeno questo è il percepito, da outsider) attriti o inutili invidie e concorrenze. Dunque, CRATere, si inserisce e si mischia con l’Accademia di Studi italo tedeschi, che ospita un convegno su simbolo e forma nel luogo e nel concetto di “teatro” (in questa occasione, si incontreranno tra loro la filosofia, la psicologia, l’arte e il teatro); con il Centro per la cultura dove si potrà ascoltare la “Lecture Radio” di Alessio Kogoj (“Come essere in ascolto di una diretta radio tra dediche, ricordi appassionati, canzoni dimenticate e stupende hit indimenticabili che hanno fatto la storia musicale italiana. 2 ore di sound, parole d’amore, saggi consigli della sera, illuminati pensieri, previsioni meteo, ultime news, tanta leggerezza e un briciolo di nostalgia”); e per finire, con l’arte, e la Galleria del visionario Erwin Seppi, che ospiterà la pièce “Maia”.
Persone e luoghi che si incontrano, in una città sempre aperta ad allungare una mano e ad accogliere esperienze collettive diverse anche lì dove non ci si aspetterebbe.

Domenica. Il bunker. Si tratta del “bunker d’arte” di Matthias Schönweger, a Oltrisarco. Luogo inedito per l’arte e la performance, luogo di memoria e di storia, luogo che pochi hanno penetrato e che hanno ora l’occasione di farlo. In questa location imperdibile (alla performance si accede solo su prenotazione) andrà “in scena”, “Amos” (di Andrea Rossi, con Nazario Zambaldi, suono di Stefano Bernardi e regia di Alessio Kogoj). È la storia di Amos, appunto, un cecchino, in trappola, sottoposto all’interrogatorio, accecato dalla luce. Ma Amos è anche il guardiano del muro che separa le persone, quelle che stanno “di là” e quelle che stanno “di qua”. Lasciando liquefarsi il concetto di quarta parete teatrale, entra in gioco però anche una separazione – il muro – che è più interiore che esteriore, sparpagliando le carte, e ponendo in questione il concetto antico e sempre attuale di “divide et impera”.

Il programma del week end, nel dettaglio:

Venerdì 18 maggio
Bolzano, MUSEION Passage
ore 19 “RIVISTA” con Flavio De Marco, Pietro Babina, Jonny Costantino
ore 20
“La Prima Periferia” con Pathosformel (Paola Villani e Daniel Blanga Gubbay)

Sabato 19 maggio
Merano, Accademia di Studi italo tedeschi
ore 9 – 13 “Mnemosyne. Il simbolo e la forma”
conferenza

Merano, Centro Teatro, Centro per la Cultura, terrazza
ore 18 “Lecture radio” teatro lounge di e con Alessio Kogoj

Merano, ES contemporary art gallery
ore 20 “MAIA” di Nazario Zambaldi, ospita “Deja vu” con Flavio De Marco e “O” con Alessio Kogoj

Domenica 20 maggio
Bolzano, bunker via maso della Pieve
ore 18
“AMOS”
di Andrea Rossi, con Nazario Zambaldi, suoni Stefano Bernardi, regia di Alessio Kogoj

www.crat.it

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