Upload Contest, intervista a tre band iscritte: Shanti Powa, The Wise e Gawither

Upload Contest, intervista a tre band iscritte: Shanti Powa, The Wise e Gawither
Il contest di Upload è entrato nella fase calda. Ancora due giorni per iscriversi (su www.uploadsounds.eu entro il 30 aprile), poi spetterà alla giuria scegliere le band finaliste che si esibiranno live sul grande palco di Upload. Ma chi sono le band iscritte? Abbiamo provato a farci un’idea. Dal Tirolo, dall’Alto Adige, dal Trentino, band giovani e giovanissime, determinate a proporre la loro musica, il loro genere, a far passare il loro messaggio. Abbiamo contattato per un intervista alcune tra le band che ci paiono più interessanti. Shanti Powa dall’Alto Adige con il loro colorato mix reggae hip-hop in tre lingue, The Wise dal Trentino con il loro delicato e sognante folk-rock di matrice West Coast, Gawither dall’Alto Adige con il loro ribollente thrash metal.
Bertrand come e quando è nato il progetto Shanti Powa?
Il progetto è nato nell’autunno 2010 in maniera abbastanza spontanea, non avevamo molto idea di cosa volevamo raggiungere con la nostra musica, abbiamo solo fatto: Just do it!. È la passione che ci ha fatto muovere. Dopo un concerto al Pippo ci siamo messi a fare un concerto dopo l’altro, buttandoci dentro la scena del Trentino/Alto Adige. A fine agosto 2011 avevamo già fatto più di 20 concerti insieme, fino ad allora avevamo registrato solo una canzone (con la quale stiamo partecipando da Upload). Poi io sono andato a vivere a Londra. Pareva che quello fosse un problema per il gruppo, ma non lo è stato. È stato quello l’inizio del nostro sviluppo musicale, capendo sempre di più di che cosa volevamo fare e raggiungere. Intanto abbiamo scritto già tantissime canzoni, senza farne un disco un po’ per mancanza di organizzazione. Per l’estate sono programmati un bel po’ di concerti, suonando sul palco insieme a un DJ. Da settembre inizieremo a esibirci con un gruppo (Project PTC). I Shanti Powa hanno ancora una lunga strada davanti a loeo, visto che siamo giovani e ci manca ancora un po’ di esperienza, ma il talento e la volontà c’è.
Come definiresti il progetto dal punto di vista musicale? Quali le principali influenze?
Dal punto di vista musicale facciamo un mix tra reggae, dancehall e hip-hop. Non abbiamo mai pensato chi e cosa ci esattamente influenza. Ci facciamo influenzare da tutto quello che ci piace, ci aggiungiamo il nostro flow e style personale e così esce un pezzo Shanti Powa. Ovviamente ci sono i grandi del reggae e hip-hop che ci hanno aperto questa via. Finora abbiamo fatto canzoni su semplici basi reggae hip-hop, ma al momento ci sono i “Project PTC” che stanno facendo musica con noi in Alto Adige, mixando hip-hop con reggae e rock e il produttore polacco “Nesuno” a Londra, con il quale è in cantiere un EP Dubstep.
Di cosa parla la canzone con cui vi presentate al contest?
La canzone “Better is the poor” é una critica alla società materialista di oggi, della quale facciamo parte tutti noi. “Better is the poor” significa meglio è il povero e parla del valore della vita. È una lotta contro il sistema e un appello alle persone affinché caiscano che la vera libertà vive nel cuore e nel anima e non nei soldi e nel materialismo. La canzone l’abbiamo scritta a aprile 2011, era il nostro primo pezzo. Cantiamo in inglese, tedesco e italiano, come facciamo in quasi tutti i nostri pezzi.
Come hai conosciuto Upload e cosa rappresenta per te
Upload l’ho conosciuto perché sono abbastanza integrato nella scena musicale del Trentino Alto Adige. Per me rappresenta un’opportunità di presentarmi davanti al pubblico, suonare e far parte di un mondo tutto particolare. Siamo noi giovani il futuro, vogliamo muoverci e fare. Specialmente in Trentino Alto Adige questo ogni tanto è abbastanza difficile. Upload ci dà questa opportunità e questo è un gran bel dono.
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Pietro come e quando è nato il progetto The Wise?
Il progetto è nato dopo una confusione personale dovuta all’uscita da parte mia dal mio ex gruppo. Cercavo qualcosa di nuovo e che mi potesse coinvolgere maggiormente dal punto di vista musicale e anche di approccio rispetto alle persone e agli amici che ci ascoltano. Ho cominciato subito a reclutare gente con la quale suonare, partendo dal mio punto di riferimento personale e artistico Tommaso Straffelini che si è subito rivelato disponibile, condividendo con me lo stesso sogno di fare musica. Una volta trovato anche il batterista Alessandro Bubola e il nostro asso nella manica, Alessio Caciagli, ci siamo messi a lavorare su pezzi nostri ed originali.
Come definiresti il progetto dal punto di vista musicale? Quali le principali influenze?
Le canzoni che scrivo sono i riflessi di sensazioni, esperienze ed emozioni che magari non mi danno pace e che ho bisogno di esprimere e condividere. Per quanto riguarda le influenze posso dire che la nuova scena musicale americana della West Coast abbia contribuito in maniera decisiva alla scelta del genere. Dalle sonorità acustiche si riesce a distinguere l’impronta di CSNY, Bob Dylan, i Beach Boys, Neil Young ed i mitici Fleet Foxes dei quali siamo tutti e quattro grandi fan.
Di cosa parla la canzone con cui vi presentate al contest?
Come intuibile dal nome, questo brano tratta della famosa isola di Innisfree, descritta anche da poeti inglesi come Yeats come un posto dove vivere solitari con la natura, trovando la propria pace, un luogo mistico. È forse la pace che noi tutti vorremmo trovare un giorno, vivendo in armonia. Nel testo si fa frequentemente appello a elementi naturali come l’acqua, il sole, ed elementi simbolici come la libertà, il tutto racchiuso in una clessidra, quella del tempo che continua a scorrere inesorabile indipendentemente dalla nostra volontà. Dal punto di vista sonoro abbiamo utilizzato molti strumenti acustici come mandolini, pianoforti, chitarre acustiche e molte percussioni.
Come hai conosciuto Upload e cosa rappresenta per te?
Upload l’ho conosciuto sia tramite il web che tramite amici che mi hanno consigliato di iscrivermi. La trovo una valida occasione per esprimersi e farsi conoscere, incontrando molti gruppi emergenti. Lo apprezzo molto anche perché a differenza di altri contest musicali non richiede una tassa di iscrizione che a volte, anche se misera, porta molti gruppi a non iscriversi. In questo modo chiunque, anche solo per provare, può farlo!
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Alessio come e quando sono nati i Gawither?
La band è nata nell’estate 2011, quando ci siamo avvicinati ad un genere che ci piaceva molto da tempo, ma che non avevamo mai avuto l’opportunità di suonare. Io e Luca abbiamo dato vita ad un progetto con alla base il divertimento, che poi si è rivelato molto figo! Abbiamo quindi deciso di inserire un bassista, ma non un secondo chitarrista, perchè secondo noi è un punto forte non averlo. Grazie a Steve (Stefano Sgorbati) abbiamo realizzato un video, visualizzabile su You Tube,e qualche registrazione home-made. Ora il nostro obiettivo è quello di suonare il più possibile divertendoci e divertendo!
Come definiresti la band dal punto di vista musicale? Quali le principali influenze?
Il genere che suoniamo è prevalentemente thrash metal, ma con influenze hardcore e punk, i generi per fare casino. Le caratteristiche sono la velocità, rullante in levare e le nostre grida che esprimono le nostre emozioni, l’amore per la musica e la possibilità di dare messaggi alla gente. Dal punto di vista della scena metal, ci piacerebbe essere nati negli anni ’60, in modo da poter godere della musica degli anni ’80. Infatti i gruppi che ci ispirano e che amiamo maggiormente hanno avuto il loro picco di successo proprio in quel decennio. Ci riferiamo particolarmente ai Big 4, che sono Metallica, Slayer, Anthrax e Megadeth, ma anche Destruction, Exodus e Over Kill, per citarne alcuni. Anche la nuova ondata dei thrasher contemporanei ci influenza un sacco. Ad esempio i Municipal Waste, i Violator e i Suicidal Angels.
Di cosa parla la canzone con cui vi presentate al contest?
“War for Oil” parla di uno dei tanti motivi della guerra in Afghanistan, cioè il petrolio. Infatti l’Afghanistan è ricco di bacini petroliferi, che non erano mai stati sfruttati in precedenza. Con dei diversivi mediatici, questa guerra è stata nominata dagli USA come la guerra al terrorismo, dopo l’11 Settembre. Il messaggio che vogliamo esprimere con la canzone è che l’uomo di potere non si ferma davanti a nazioni, persone innocenti e all’ambiente, ma pensa soltanto alla ricchezza e al benessere personale. Incitiamo la gente a incazzarsi contro questo evento insieme a noi, anche se questo è comunque inutile per la nostra scarsità di potere. Come dice Jack Black, il mondo è del potente e vincerà sempre lui.
Come hai conosciuto Upload e cosa rappresenta per te?
Abbiamo conosciuto Upload un paio di anni fa, partecipando con un’altra band. Per noi rappresenta un’opportunità di farci ascoltare e conoscere. Non puntiamo a vincere, ma appunto ad aumentare la popolarità dei nostri messaggi.