Il diario dei Bozner Filmtage. Giorno #04: il giorno dei vincitori

Il sabato dei Bozner Filmtage è, come vuole la tradizione, il giorno dei premi. Tutta la giornata infatti si svolge con quel po’ di adrenalina che precede l’annuncio dei vincitori, con l’attesa e la curiosità, con il “toto” premiati, i pareri, le opinioni personali, i giudizi di esperti e meno esperti. E così è stato anche ieri.
Il pomeriggio è cominciato baciato dal sole, ottima cosa per il gruppo di ospiti del festival, che si sono così potuti godere la gita di rito, per i castelli altoatesini. Da Schloss Korb al castello di Appiano, hanno passeggiato e scoperto luoghi belli e suggestivi della nostra terra, e chissà che sia venuta l’oro l’ispirazione per qualche film ambientato qui.
Nel frattempo, il Filmclub si riempiva di bambini, per la proiezione del film “Fünf Freunde”, l’avventura di cinque giovani amici. Piccoli amanti del cinema crescono, anche senza 3D e pop corn.
A seguire, altri film, tra cui in concorso “Hundsbaum” di Alexander Riedler, “Mare chiuso” di Andrea Segre e Stefano Liberti e “Stillleben” di Sebastian Meise.
Ma quello che tutti attendevano, era appunto, la premiazione. Alle 19.30 il foyer inizia a riempirsi, arrivano pian piano le personalità invitate a consegnare i rispettivi premi (Sabina Kasslatter Mur, per il premio della Provincia al miglior lungometraggio, Gerhard Brandstatter per il premio Fondazione Cassa di Risparmio per il miglior documentario e Patrizia Trincanato per il premio del pubblico città di Bolzano).
La premiazione, seppur con qualche scivolone tecnico, procede leggera e distesa come deve essere, è il momento in cui le tensioni si stemperano finalmente, e gli organizzatori Antonella Arseni, Helene Christanell (entrambe molto belle ed eleganti per l’occasione) e Martin Kaufmann, lasciano un po’ andare le ansie regalando all’atmosfera una bella familiarità e informalità (come da anni i Filmtage ci hanno piacevolmente abituato).
I premi vengono consegnati, vincono “Die Unshichtbare” di Christian Schwochow, “Mare chiuso” di Andrea Segre e Stefano Liberti (che si aggiudica anche il premio FICE, federazione sale d’essai). Il pubblico premia la storia tibetana di Maria Blumencron, “Wie zwischen Himmel und Erde”. I discorsi ufficiali e i ringraziamenti dei premiati, sottolineano la qualità del festival, la bella atmosfera che si respira a Bolzano, la professionalità e disponibilità dei tanti volontari coinvolti nell’organizzazione. Un successo, dunque, già ampiamente annunciato.
Dopo la premiazione, il film muto rimusicato, anche questa ormai una tradizione, e intanto in un’altra sala, la prima del nuovo film del prolifico Woody Alle, “To Rome with love”, che attira molti amanti del regista. Nel film, ricordiamo, un brano musicale dell’altoatesino Alex Trebo.
Alla fine del film muto, l’ultimo, più distensivo buffet e brindisi al Capitol Cafè. I premiati si godono la vittoria, gli organizzatori si rilassano, tutti festeggiano e si godono il tiramisù, le tartine, lo strudel e il Lagrein. Un finale allegro e sereno degno di un’edizione allegra e serena (nonostante i film proposti fossero, nel complesso, non troppo allegri, ma anzi estremamente toccanti e duri e tragici, ma di ottima qualità complessiva) di q uesto bel festival bolzanino.
Oggi, ultimo giorno, tutto di relax e “decompressione”, come si conviene ad una kermesse che si avvia verso la conclusione.