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March 18, 2012

People I know: Elena Guerriero, da Bolzano a Catania, per lavorare con la Consoli

Anna Quinz

Da Bolzano a Catania, il passo può essere breve. Immerse nei più distanti angoli dell’Italia, le due città “di confine” hanno nel loro essere più profondo, elementi di distanza, ovviamente, ma anche di vicinanza. Lo sa bene Elena Guerriero, 31enne bolzanina che ora nell’isola “contesa tra il fuoco e il mare” (parole sue), vive e lavora. E non fa un lavoro comune: è infatti assistente personale della notissima “Cantantessa” (come la chiama lei), Carmen Consoli, conosciuta nel 2007, quando Elena si occupava della gestione logistico-organizzativa degli artisti ospiti della stagione concertistica dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Da allora le due donne, che uniscono l’anima profonda del nord e quella del sud, continuano a lavorare insieme, e nel 2011 Elena è stata assunta, oltre che come assistente, anche come direttore generale della Narciso Records Sas (etichetta indipendente fondata dalla stessa Consoli). Una vita di viaggi e di musica, quella di Elena, ma anche di scrittura e di poesia, come si nota anche dalle parole mai casuali che usa per rispondere a questa intervista. Ma parole e note, si sa, vanno d’accordo, come anche le montagne (dell’Alto Adige) e il mare (della Sicilia), che costituiscono i punti fermi, mai realmente fermi, della giovane e appassionata Elena.

Non è da tutti lavorare al fianco di un’artista del calibro di Carmen Consoli. Dal suo punto di vista privilegiato, ci racconta che tipo è? Che relazione, personale e professionale, avete?

In questi anni, ma soprattutto da quando lavoro al suo fianco, ho avuto modo di apprezzare la sua determinazione, il suo impegno costante nel lavoro e non solo.
Amo definirla un “leader partecipativo”, perché ha il carisma del leader (lo stesso che cattura il pubblico durante i suoi concerti) ma al tempo stesso si denota in lei una predisposizione alla condivisione: ama rendere partecipi i suoi collaboratori di tutte le novità  che la riguardano, ama ascoltare e soprattutto, cosa insolita al giorno d’oggi, tende a valorizzare il suo staff, tirando fuori da ognuno i talenti nascosti.
E ne è testimonianza la mia stessa storia. Ho frequentato le scuole medie presso il Conservatorio Monteverdi di Bolzano, imparando a suonare il pianoforte. Per anni avevo accantonato questa passione. Non appena la “Cantantessa” è venuta a conoscenza dei miei trascorsi musicali mi ha detto: “La musica è un mezzo per essere felici. Che sei scimunita? Devi suonare. È un ordine!”. Ed è così che mi sono trovata di nuovo seduta al pianoforte a studiare nuovi repertori e solo pochi mesi dopo ad accompagnarla al piano davanti al pubblico, anche se nei fatti non faccio la musicista per lavoro.

Per questo lavoro si è trasferita a Catania, agli antipodi di Bolzano…

Sono nata e cresciuta in Sud-tirolo, e ora vivo e lavoro nel Sud-Italia, ribattezzato spesso dalla “Cantantessa” Nord-Africa.
In effetti, se guardo la cartina geografica mi accorgo di aver attraversato l’Italia da Nord a Sud. Ma non si dice forse che “gli opposti si attraggono”? In fondo, Nord e Sud non sono poi tanto distanti tra loro.
Forse per questo, quando mi sono trasferita a Catania, non mi sono sentita completamente spaesata o “fuori luogo”.
L’Etna cosparso di neve tagliata in due da fiumi di lava infuocata mi richiama alla mente le “mie” montagne innevate attraversate da torrenti semi-ghiacciati.
Le madri, quella di Carmen in primis, punto fermo nelle famiglie siciliane, operose, instancabili e piene di premure mi riportano alla mente mia madre e mia sorella, sempre attive, sin dalle prime ore del mattino.
Gli uomini siciliani, protettivi, galanti e grandi lavoratori mi ricordano mio padre e mio fratello.

Nel profondo sud cosa le manca del profondo nord? E cosa invece è felice di aver conquistato nella nuova casa?

Mi manca la famiglia, la quotidianità delle piccole azioni che contornano le mura domestiche da quando si è piccoli fino a quando si cresce e si va per la propria strada.
I canederli, il vin brulè con gli amici al mercatino, i momenti “rubati” per le mie meditazioni seduta sulle panchine davanti al laghetto del Parco Ducale, immaginando di avere di fronte a me il mare.
Quel mare oggi è davvero davanti a me. È chiaro, cristallino e trasparente e quando lo guardo per un bizzarro gioco di evocazioni mi rammenta proprio quel piccolo laghetto che per anni ha custodito i miei sogni.
Finalmente, oltre le montagne, vedo l’orizzonte che mi si apre davanti. Quello che ho conquistato nella mia nuova casa è la consapevolezza di aver trovato la mia strada. È una terra pronta ad accoglierti senza pregiudizio, una popolazione ospitale, fatta di persone che si impegnano, di gente carica di passioni e valori, disposta a lottare per i propri ideali e  sogni, proprio come la mia gente.

Se potesse organizzare l’evento musicale dei sogni in Alto Adige cosa sarebbe?

Mi piacerebbe coniugare le ridenti e festose armonie della musica popolare altoatesina con quelle struggenti e irrequiete della tradizione siciliana, il tutto permeato dalle liriche dei grandi padri della lingua italiana (da Jacopo da Lentini a Dante Alighieri). E chiamerei l’evento “Geah mol tonzen sutta lu stissu cielu!”.

 

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