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February 9, 2012
Quando i politici erano poveri e facevano la Costituzione
Luca Sticcotti
In Italia c’è stata un’epoca in cui la politica era pura passione e ideale e non aveva nulla a che spartire con la sete di potere e di ricchezza.
Non è una favola ma la realtà che accomunò – nel primo dopoguerra – un gruppo di padri costituenti che per un periodo vissero insieme a Roma un po’ come fanno oggi gli studenti, e cioè per dividere le spese.
Non stiamo parlando di figure di secondo piano ma di Dossetti, Lazzati, Fanfani e La Pira che abitarono in un grande appartamento di via della Chiesa Nuova a Roma formando un singolare sodalizio.
A proposito di soldi: uno dei primi problemi che si posero i costituenti fu quello del loro stipendio e ad occuparsi di questa questione fu la giovanissima Teresa Mattei quale segretaria della Presidenza. Insieme a Giuseppe Di Vittorio la Mattei andò allora su una vecchia macchina della CGIL in giro per fabbriche ed uffici per vedere quale fosse il salario medio degli operai e degli impiegati di allora, e propose che per non allontanarsene l’indennità parlamentare fosse di 42.000 lire al mese, circa il doppio dello stipendio di un operaio. Questa proposta non fu molto popolare tra gli onorevoli e alla fine – ma con non minore sobrietà – il salario dei deputati fu fissato a 80.000 lire.
Insomma: la Costituzione è ancora oggi una delle più belle del mondo anche perché è stata fatta da poveri che stavano dalla parte dei poveri.
Su questo argomento recentemente Raniero La Valle ha scritto alcune parole lilluminanti.
«Nella Costituzione i poveri non dovevano essere un’astrazione, ma dovevano essere considerati nella loro condizione reale, perché anche loro avessero il diritto a perseguire la felicità, come era stato scritto, quasi due secoli prima, nella Dichiarazione di indipendenza americana: il diritto di cercare la felicità, non di ottenerla, perché questo nessuna Costituzione lo può dare. La Costituzione però può stabilire che la politica debba renderne possibili le condizioni; e così faceva l’articolo 3 del progetto di Costituzione, che nella proposta formulata dalla Commissione dei 75 all’Aula, diceva che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’eguaglianza degli individui e impediscono il completo sviluppo della persona umana”.»
Oggi alla Libera Università di Bolzano – Aula A101, ore 18 - verrà presentato un libro che racconta quegli anni. Si intitola “Quando si faceva la Costituzione, storia e personaggi della comunità del porcellino” ed è stato scritto da Grazia Tuzi Portoghesi. Oltre all’autrice parleranno Lidia Menapace (già senatrice), Vincenzo Passerini (presidente del Punto d’Incontro di Trento) ed il giornalista Rai Giuseppe De Cesare.
L’incontro sarà moderato da Francesco Comina ed è stato organizzato dal Centro per la Pace del Comune di Bolzano.
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