People I Know. Angelika Huber, consigli di moda e di stile

02.10.2011
angelika huber

angelika huberEntrare nello studio fresco di bucato di Angelika Huber, è un po’ come essere catapultati altrove, magari in una puntata di Sex and the City, o in una pagina de Il Diavolo veste Prada. Qui infatti si respira quella stessa atmosfera fatta di moda, di stile e di eleganza, si sente il profumo dei cosmetici, si percepisce la freschezza delle nuove tendenze e dell’amore per le cose belle. Perché è proprio tra questi elementi che la frizzante quarantenne (“ma mi sento sempre una trentenne”, dice ridendo) Angelika, originaria di Innsbruck e da qualche anno trapiantata a Bolzano, si muove con leggerezza e professionalità. Fa la consulente di stile, la personal shopper, e la stylist. Termini forse difficili da decodificare per chi è estraneo a questo bizzarro mondo, ma che con poche battute con la bella e sorridente consulente diventano subito chiare. Sei stressato, hai poco tempo e poca fantasia per scegliere l’abito giusto per una serata speciale? Non hai ancora trovato i colori che fanno risaltare il tuo viso? Cerchi un’idea per un regalo e non sai da dove cominciare? Ecco, per rispondere a queste esigenze, non solo a New York o Parigi, ma anche a Bolzano, c’è Angelika Huber.

Angelika, dove, come e quando è nata l’idea di questa attività, così inedita per la “piccola” Bolzano?

Dopo gli studi in economia sono partita per New York – una delle mecche della moda – per studiare fashion design. Gli studi sono continuati a Firenze e Düsseldorf. Per motivi familiari ho dovuto interrompere la mia avventura nella moda e lavorare nel settore alberghiero. Poi la vita mi ha portato in Alto Adige, e l’idea di uno studio di consulenza di stile è nata qui, un po’ per caso. Dopo gli anni negli hotel sentivo l’esigenza di avere un “figlio” mio, che mi riportasse sulla via della passione originaria: la moda. Così ho frequentato dei corsi di specializzazione e ho vissuto tre mesi a Milano, per imparare l’italiano. E finalmente, questa estate, ho dato alla luce il mio bambino.

Abiti, tendenze, stilisti, modelle, tagli sartoriali, stile, creatività… tante se ne dicono, tante se ne diranno. Mai mondo creativo fu più amato e odiato di quello della moda. Ma per lei, quando si parla di moda, di cosa si parla?

La moda è quello che ti fanno vedere le riviste, le sfilate… lo stile è quello che senti tu. Dunque, che si segua o meno la moda, lo stile è innato, o c’è o non c’è. E se c’è, non passa mai, mentre la moda, si sa, viene e va. Io dunque credo nello stile. Poi, c’è ancora una distinzione da fare, tra moda e mondo della moda. Il mondo della moda – e l’ho toccato con mano in qualche mese a Milano, quando vivevo con una modella messicana che mi ha portato alle feste, alle sfilate… – è così superficiale come lo dipingono. A Milano, se qualcuno ti saluta e ti chiede “come va?”, non hai come qui l’impressione che voglia davvero sapere come stai, ma che voglia prima farti uno screening totale, dalla testa ai piedi, fino al conto in banca… ma la moda è un’altra cosa. La moda ha una storia dietro di sé.  Raccoglie tante professionalità, tanti pensieri e tanta creatività. E poi le teorie sui colori, il lavoro tessile… insomma, non si può proprio dire che la moda sia una cosa stupida, nata solo per fare bella la gente.

Lei però aiuta la gente a essere “più bella”, non rischia di togliere libertà di espressione allo stile personale di ciascuno?

Io non voglio sostituirmi al gusto e alla sensibilità personale, ci mancherebbe. Io cerco solo di aiutare le persone a trovare dentro di sé il meglio che hanno da offrire, dall’interno verso l’esterno, per poter valorizzare i pregi e mettere in evidenza i lati migliori di ognuno. Tutto parte dal dialogo e dal confronto, è un lavoro da fare in due, io non impongo nulla. Bisogna creare un legame di fiducia. È una questione di feeling: se non ci si sente subito, non si potrà mai fare un pezzo di strada insieme. Come in tutte le relazioni, umane e professionali.

Al crocevia tra il leggendario stile italiano e le nuove tendenze del nord, Bolzano, secondo lei, è una città “alla moda”?

Quando vivevo a Innsbruck, venivo a Bolzano a fare shopping. Certo non è Monaco o Milano, ma forse perché è in Italia, era, ed è, molto più “à la mode” della mia città.

Esperta e appassionata di moda… Viene spontaneo chiedersi com’è il suo armadio…

Il mio armadio è inesorabilmente troppo piccolo… come ovvio, amo lo shopping, e non sono capace di buttare le cose vecchie. E poi mi piace cambiare stile ogni giorno. Di base sono molto femminile, ma a volte mi sento più sportiva, a volte romantica, a volte business woman. Per tutto questo ci vuole spazio. Cerco allora di essere ordinata, ma per uno sguardo esterno, il mio armadio può sembrare un caos… ma è un caos dove io trovo sempre tutto.

Siamo a settembre, mese in cui si decidono le tendenze di tutto l’anno a venire. Qual è il suo consiglio di stile per questa stagione?

La mia filosofia è “weniger ist mehr”. Dunque, per questo autunno, meglio non mostrare troppo, e lasciare quanto più spazio possibile all’immaginazione.

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