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July 20, 2011
Drodesera 2011, sguardo sulla catastrofe contemporanea
Marco Bassetti
Il falco scuote la testa, come costernato. La muove alla ricerca di una fessura, di un pertugio da cui intravvedere uno spiraglio di luce. Sul suo capo è infilato un cappuccio di cuoio, come previsto dall’antica arte della fal
coneria: impotente, non può vedere oltre i suoi occhi, è inchiodato alla propria visione interiore. Una visione che pare insostenibile. Il falco si ferma, resta immobile, in attesa. Poi d’un tratto riprende la danza e la rotazione diventa vorticosa, come il turbinio con cui esplorano il mistero i mistici Sufi. Nella catastrofe, la disperazione si tramuta in preghiera?
Con questo potentissimo video-trailer viene presentata l’edizione 2011 di Drodesera, uno degli appuntamenti di punta nell’odierno panorama delle arti performative. “Caracatatrofe” è il titolo scelto per quest’anno, come proseguimento ideale della passata edizione “avere trent’anni”: dopo aver esplorato le incertezze e le paure di una generazione, è tempo di parlare del mondo in cui viviamo. Un mondo in cui la parola “catastrofe” – e non solo la parola – pare essere diventata familiare. La catastrofe è in primis naturale, ambientale, eco-sistemica. Ma poi è anche sociale, apocalisse continua. Ed infine, inutile nasconderselo, lo sa perfino il falco, la crisi è identitaria.
Alcuni numeri di questa trentunesima edizione? Giusto per dare un’idea della portata dell’evento: 39 le compagnie e gli artisti presenti, 72 gli eventi in programma, 5 prime nazionali, 6 assolute, 5 progetti site specific e oltre 28 appuntamenti a ingresso gratuito, la maggior parte concentrati nel Parco della Centrale. Dal 22 al 30 luglio, un festival che come sempre mescolerà senza soluzione di continuità i linguaggi del contemporaneo, proponendo performance, teatro, danza, musica ma anche arti plastiche e video.
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