Il falco scuote la testa, come costernato. La muove alla ricerca di una fessura, di un pertugio da cui intravvedere uno spiraglio di luce. Sul suo capo è infilato un cappuccio di cuoio, come previsto dall’antica arte della fal
coneria: impotente, non può vedere oltre i suoi occhi, è inchiodato alla propria visione interiore. Una visione che pare insostenibile. Il falco si ferma, resta immobile, in attesa. Poi d’un tratto riprende la danza e la rotazione diventa vorticosa, come il turbinio con cui esplorano il mistero i mistici Sufi. Nella catastrofe, la disperazione si tramuta in preghiera?
Con questo potentissimo video-trailer viene presentata l’edizione 2011 di Drodesera, uno degli appuntamenti di punta nell’odierno panorama delle arti performative. “Caracatatrofe” è il titolo scelto per quest’anno, come proseguimento ideale della passata edizione “avere trent’anni”: dopo aver esplorato le incertezze e le paure di una generazione, è tempo di parlare del mondo in cui viviamo. Un mondo in cui la parola “catastrofe” – e non solo la parola – pare essere diventata familiare. La catastrofe è in primis naturale, ambientale, eco-sistemica. Ma poi è anche sociale, apocalisse continua. Ed infine, inutile nasconderselo, lo sa perfino il falco, la crisi è identitaria.
Alcuni numeri di questa trentunesima edizione? Giusto per dare un’idea della portata dell’evento: 39 le compagnie e gli artisti presenti, 72 gli eventi in programma, 5 prime nazionali, 6 assolute, 5 progetti site specific e oltre 28 appuntamenti a ingresso gratuito, la maggior parte concentrati nel Parco della Centrale. Dal 22 al 30 luglio, un festival che come sempre mescolerà senza soluzione di continuità i linguaggi del contemporaneo, proponendo performance, teatro, danza, musica ma anche arti plastiche e video.