Recensione: Uomini e no – Nachtcafé

02.07.2015
NachtCAFè

Uomini e no è l’ultima fatica dei bolzanini Nachtcafé, un “lavoro artigiano” durato quasi cinque anni,  un concept album dedicato all’Uomo nelle sue varie declinazioni e fasi della vita, fuori da ogni banalità.  Figlio, padre, vecchio, buono e mascalzone, straniero per gli altri, misantropo che vede tutti stranieri.

Tutti i brani sono registrati in presa diretta, gli arrangiamenti, pur di sostanza, suonano di facile e gradevole ascolto, alleggerendo il lavoro a cui è invitato l’ascoltatore. I testi, infatti, oltre che nella scelta dei temi, non risultano banali nemmeno nella scelta delle parole. Come una raccolta di brevi racconti, l’ascolto dei brani richiede un ascolto attento, operazione a cui spesso non si è allenati visto il dominare di “cuore/amore”, “sesso/adesso”, “silenzio/assenzio” nella canzone contemporanea.

Bolzano GABRIELE mUSCOLINO

Al primo ascolto, sono rimasto positivamente colpito dalla mancanza di facili ammiccamenti alla musica orientale ed a quella sudamericana, strade di facile presa emozionale che spesso il cantautorato italiano percorre. Per non parlare del Klezmer.
Gabriele, Pietro, Francesco, Matteo, Marco e Georg, gli uomini del Nachtcafé hanno suonato e cantato un album registrato qui ed ora,  ricco di riferimenti sociali e culturali di tutte le epoche, popolato da figure bibliche e della letteratura moderna come fossero personaggi del mito, di un Olimpo contemporaneo e condiviso, concentrato di vizi e virtù.

Descrivendo per immagini, credo che questo album lo si possa ascoltare in jeans e maglietta, profumati di acqua di Colonia, seduti tra i classici in una libreria del centro. Informale, quindi, non paludato, di fresca quotidianità, curioso e consapevole, urbano (di città).

GABRIELE MUSCOLINO

Un brano da ascoltare e riascoltare in primavera o nelle giornate più pietose d’estate:
Il vuoto dopo il salto + Mr.Sleary’s. Dice: …“Potrei provare anch’io -pensava un carcerato| A scontare a piede libero una mia strage di stato| Invece di contare le croste alle pareti| Vedrei a Portofino come calano le reti| Ma quando me ne andrò da questo nido senza dio| Sarò quello di sempre, almeno a parer mio.”…

Lontano da pietismi, figlio di buone letture, un brano utile “contro il logorio dell’idiozia moderna”:
Avventure di un idiota. Dice: “Senza fare d’una mosca un elefante| Un idiota è comunque interessante| Se non altro perchè gli altri in coro| Ridono di te e tu ridi con loro…Se ci fosse bisogno di dirlo.| Un idiota non si riesce a guarirlo.”

 

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