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November 4, 2013

Kolibri non deve morire!

Cristina Vezzaro

“I libri sono un antidoto alla tristezza”

Anjali Banerjee

 

Quando frequentavo le scuole medie a Bolzano, il mondo mi sembrava ancora piccolo. Le elementari erano nella stessa via in cui abitavo e la sezione delle medie del Conservatorio giusto un po’ più in là, oltre la curva. Quello che non potevo sapere era che quella curva sarebbe stata la mia rampa di lancio per la vita.

Alle medie, infatti, incontrai Ornella. Ornella era un’insegnante anomala per Bolzano. Era romana, innanzitutto. Era giornalista. Aveva vissuto a Praga e visto del mondo molto più di quanto la maggior parte dei bolzanini avrebbe mai visto. E poi amava davvero la letteratura.

Alla libreria KOLIBRI, in via della Rena, mi ci portava mia madre a prendere i libri. Ma la prima volta che ci andai da sola fu per acquistare Il buon soldato Sc’vèik, di Hasek, edizione Feltrinelli, che con Ornella avremmo dovuto leggere in classe. Penso fosse la seconda. Nemmeno dodicenne, intuii il piacere trasgressivo di quella lettura che Ornella ci regalava facendoci entrare nel mondo dell’ironia, dell’assurdo, delle risate che escono dalle pagine.

Fino a che rimasi a Bolzano, prima dell’università, in via della Rena ci andai quasi tutte le settimane per scegliere accuratamente, sotto lo sguardo vigile di Renato, quel percorso tutto personale che prende la mappa della letteratura a quell’età. Da Bukowski a Svevo, passando per Hesse e Kundera, la Russia, il Giappone, l’Argentina.

Quei libri, come gli altri che mi hanno accompagnato nella vita, sono ancora tutti con me. Sono stati il mio passaporto per il mondo. Hanno determinato il mio idioletto. Formano un substrato di pensieri e riflessioni, più o meno consapevoli, che fanno di me la persona che sono oggi. Se non li avessi letti, tutti quei libri, non tradurrei letteratura, oggi.

E se non fosse stato per Renato, e per la Kolibri – come per tutti gli altri librai e librerie indipendenti consapevoli del fatto che quelle righe stampate sono molto più di un prodotto da vendere o buttare al macero – il mio mondo sarebbe oggi un po’ meno ricco. 

KOLIBRI NON DEVE MORIRE. Da oggi la libreria di via della Rena mette in svendita i suoi libri, che altrimenti andrebbero al macero prima della chiusura. Ma a me piace pensare che ci sia ancora un modo per salvarla. 

I libri – e le librerie indipendenti – sono davvero una porta per il mondo e un antidoto contro la tristezza.

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