Music
October 23, 2013
Gate4 @ Babylon OPEN Atelier, arte per “allontanarsi dall’orlo del baratro”
Marco Bassetti
Tra performance, video-installazioni, riflessione filosofica e musica live si articola il progetto Gate4, negli spazi di Babylon OPEN Atelier in via Macello 9 a Bolzano. Il progetto nasce da un’idea di Mike Fedrizzi e Davide Ottoni ed è stato realizzato con l’appoggio dell’associazione Officina delle Articolate. Appuntamento con l’opening act sabato 26 ottobre, con il concerto dei Controfase. Si prosegue poi sabato 2 novembre con lo space-jazz-electro-rock dei Satelliti, per chiudere il 9 novembre con i “paesaggi sonori” del gruppo Ma.Lab. Tanta carne al fuoco, ne abbiamo parlato con Mike Fedrizzi.
Quando, come, dove nasce il progetto Gate4?
Il progetto nasce l’anno scorso da fumose discussioni ed estenuanti riunioni nella saletta di via Roma e, prevalentemente, dalla necessità comune del cambiamento di un sistema che spesso non considera l’enorme potenziale di tante persone, soprattutto giovani. Il talento inespresso può sfiorire e rischiamo così di perdere idee che potrebbero rivoluzionare il nostro concetto di benessere e sviluppo sociale.
Gate4 viene presentato come “Un punto di partenza per allontanarsi dall’orlo del baratro in cui, ideologie, religioni e mercati, hanno portato la società contemporanea”. L’analisi della situazione attuale sembra impietosa, me la spieghi un attimo?
Mi sembra evidente che questi meccanismi di contenimento siano superati come, per intendersi, nel Rinascimento erano obsolete le teorie secondo cui la Terra sarebbe stata piatta ed al centro dell’universo. La crisi attuale non è solamente economica, ma soprattutto culturale: ci riconosciamo in ciò che abbiamo e non in ciò che siamo, complice una politica volutamente miope, che ultimamente ha perfino cancellato Storia dell’Arte dalle materie d’insegnamento scolastico. Uno schiaffo ad una delle nostre ultime risorse! La sottocultura produce consumatori, la Cultura produce Persone, ed è proprio investendo in quest’ultima e sui giovani che possiamo auspicare ad una rinascita condivisa. Fortunatamente esistono, resistono e nascono qua e là delle isole di bellezza in mezzo ad un mare di pantano, che lasciano ben sperare.
Infatti, rintracciate la “via d’uscita” nella “quarta via attraverso l’uso del linguaggio personale, che è l’espressione artistica nelle sue molteplici forme”.
Quello che intendo per “quarta via” è la presa di coscienza di Sé, della propria natura e del proprio talento, lontano da ideologie, religioni e da quelle regole di mercato che sono diventate la nuova bibbia universale del dio denaro, che tutto può e tutto compra. La passione e le idee sono la cosa che possiamo offrire agli altri in un’ottica di crescita personale e collettiva: non una cosa che siamo costretti a fare, ma una cosa per cui siamo naturalmente portati, e non parlo solo dell’Arte con la A maiuscola… Se non sappiamo capire noi stessi, non potremo mai capire il prossimo e crescerci insieme.
Dicendo “quarta via” alludi a un’alternativa a liberalismo, socialismo e socialdemocrazia (comunemente definita “terza via”)?
Le ideologie a cui fai riferimento hanno sempre guardato al popolo come ad un gregge da guidare verso i verdi pascoli della felicità economica e sociale, considerando la persona come un suddito obbediente alle regole imposte dal sistema. Dopo due conflitti mondiali e svariati decenni di crisi, credo si possa dire che trent’anni di benessere, fondato prevalentemente sul saccheggio delle risorse provenienti dai “Paesi poveri”, non valessero tutto questo. La politica di allora non è più credibile di quella attuale, soprattutto dopo gli scandali che hanno travolto e travolgono tutt’ora, un’intera classe dirigente.
Ok, ma credi davvero che la via d’uscita dal “baratro” possa essere l’espressione artistica? Non ti sembra una via di fuga, più che una via di uscita?
Non vedo l’espressione artistica come una via di fuga, in quanto la ritengo il linguaggio più intimo e personale di cui dispone ciascun individuo: è il modo in cui comunica la sua essenza al mondo intero e non può prescindere dalla Persona. Il problema, casomai, è quello di saper riconoscere questa forma e coltivarla con pazienza per condividerne i frutti con gli altri. È questo il cibo per la mente che tanto serve alla nostra società da troppo tempo a dieta forzata. I tagli alla cultura sono stati il cavallo di Troia per imporre un “non-pensiero” che di fatto ci ha portato sull’orlo di questo baratro. Abbiamo prodotto “consumatori inconsapevoli”, anziché “Persone Consapevoli” e lo abbiamo fatto lucidamente, in nome di un benessere che, all’uovo di domani, ha preferito la gallina di oggi. Non v’è certezza che l’arte possa essere una via d’uscita, ma sicuramente le domande che ci pone possono aiutarci maggiormente a rimettere in moto quel muscolo, da troppo tempo atrofizzato, che è la mente umana.
Nel progetto Gate4 “disegno, video art, scultura e musica, si fondono per generare una riflessione sulla direzione da abbandonare”. Come sono stati scelti gli artisti da coinvolgere nel progetto?
Seppur con formazioni e stili diversi, ci accomuna il senso di non rassegnazione di fronte ad un delirio collettivo, che ci vorrebbe tutti inquadrati come comparse, a recitare uno spettacolo di cui invece siamo i protagonisti.
Davide Ottoni L’incontro con Davide è stato fondamentale per dar vita a quest’evento: il nostro sentire comune ha fatto da volano al resto dell’associazione di cui faccio parte (Officina delle Articolate) e con la quale abbiamo poi concretizzato questo progetto.
Controfase Questo gruppo, di cui conosco da anni il cantante Pietro Frigato, ci ha sempre affascinato per la lucida ed impietosa analisi del mondo contemporaneo, e soprattutto per il coraggio delle scelte stilistiche in controtendenza con i linguaggi compiacenti al mercato musicale. Un raffinato equilibrio tra ricerca sonora ed impegno sociale che spinge ad una riflessione ideale rispetto al contesto espositivo.
Satelliti La loro musica è stata fonte d’ispirazione nella preparazione delle tavole ed è anche la traccia audio della video installazione qui esposta. Il loro primo disco “Im Mages des Cosmos” fa da contraltare alla dimensione terrena di ciò che è rappresentato e la loro ultima produzione accompagna ancora gran parte dei miei momenti creativi.
Ma.Lab È un laboratorio sperimentale nato nell’Officina di via Roma, dall’incontro di tre musicisti (Sergio Pircali, Francesco Gigliotti e Massimo Andreasi) ed io che curo i Live Visual. Le differenti esperienze confluiscono in questo progetto che si può definire trasversale, sia da un punto di vista sonoro che temporale: si parte da remoti strumenti a percussione per arrivare a quelli informatici, passando attraverso fiati e primordiali meccaniche, elettroniche e tecnologie digitali. Il risultato è la creazione di “paesaggi”, in cui immagini e musica conducono ad uno stato di astrazione mentale da cui osservare la realtà.
Per concludere quale libro o quale autore vale la pena leggere o rileggere, secondo te, per comprendere il nostro presente e immaginare una via d’uscita?
Sono rimasto molto affascinato da “La danza della realtà”, ma anche da altre opere di Alejandro Jodorowsky. Mi ha fatto capire come le cose vadano ben oltre le apparenze e di come il cervello possa estendersi fino a limiti impensabili. Usiamo solo una piccola percentuale delle nostre capacità cognitive, ma rimettendo in funzione questo organo possiamo ancora sperare in una ripresa evolutiva.
Comments