Tutto il mondo è paese #21, Bolzano, 13 giugno 1987

13.06.2013
Tutto il mondo è paese #21, Bolzano, 13 giugno 1987


Grande ritorno del re del pop Michael Jackson nella sua terra natale. Nonostante viva ormai da diversi anni negli Stati Uniti, diventando l’artista di maggior successo di tutti i tempi, Michael non ha rinnegato il suo passato di altoatesino e, per questo motivo, ha scelto Bolzano come unica tappa italiana del suo tour mondiale. Ma cosa ha portato un giovane gargazzonese a diventare una delle icone della musica del ‘900? Innanzitutto ormai in pochi sanno che il nome vero del cantante è Michele Joseph Pichler. Nato il 29 agosto del 1958 a Gargazzone, Michele è ottavo di dieci figli di una famiglia mistilingue. Sua madre Caterina Ester Trevisan Dal Lago era di origini Venete, mentre suo padre Joseph Walter Jackobsohn era agricoltore altoatesino e, precedentemente, era anche stato trombettista dei “Gargazoner Spatzen”, gruppo folk di Gargazzone.

Già da piccolo Michele mostrava il suo talento musicale: ad una recita di natale della scuola materna lasciò a bocca aperta i compagni cantando Oh Tannenbaum a cappella. Non era tanto il fatto di cantare quella canzoncina, ma il cantarla dalla cima dell’albero di natale rendeva il tutto più emozionante. L’anno seguente venne scelto per aprire la processione delle lanterne di San Martino intonando da solo Ich gehe mit meiner Lanterne e causando la commozione dell’intera Gargazzone. Il suo destino pareva essere quello di cantore per cerimonie. Nel frattempo la madre lo obbligava a cantare canzoni tipiche venete alle riunioni familiari dove, per non far torto a nessuno, venivano serviti würstel e polenta, pearà con canederli e baccalà mantecato servito su Schüttelbrot. A livello artistico però vinse il padre, facendo entrare Michele a cinque anni nel gruppo formato dai suoi fratelli, “die Pichler fünf”. Inizialmente Michele era il percussionista ma di li a poco iniziò a condividere la parte di cantante con il fratello Germano, vincendo svariati premi ed entrando in una piccola casa discografica sudtirolese  (la Stahlstadt Recods di Franz Hinterhofner).

Col passare degli anni però Michele iniziò a farsi delle domande. La prima era che cosa c’entrasse la pearà con i canederli, accoppiata che lo faceva mandare su tutte le furie ad ogni riunione familiare. La seconda riguardava invece la sua carnagione: non capiva perché il colore della sua pelle fosse così scuro, avendo un padre di chiare origine sudtirolesi e una madre di chiare origini venete. Un giorno rivolse questa seconda domanda al postino Bwana Gotwana del Congo e questo, senza apparente motivo, scoppiò in lacrime e lo abbracciò. Sentendosi a disagio a cantare con i quattro fratelli più chiari di lui, Michele decise di intraprendere una carriera da solista, cercando ispirazione nel cimitero di Gargazzone. E proprio lì al cimitero iniziò a pensare a come Gargazzone gli andasse stretta, di come fosse un mortuorio e di come gli abitanti fossero dei morti viventi. Fu così che si mise a scrivere, dedicando alla sua città la canzone Thriller, metà in italiano e metà in dialetto sudtirolese. Pare che un produttore americano, Fred L.L. Bowlega, in viaggio turistico in Alto Adige, si trovasse a passare nei pressi del cimitero di Gargazzone quando sentì Michele cantare i versi della sua canzone. Rimasto esterrefatto convinse il ragazzo a lasciare la sua terra, iniziare a cantare in inglese e intraprendere una carriera seria da cantante negli Stati Uniti portando Thriller al primo posto in classifica mondiale. Ovviamente andava cambiato il nome: troppo sudtirolese il cognome Pichler e troppo italiano il nome Michele. 

Tutto il resto è storia recente, storia che ha trasformato un piccolo sudtirolese come tanti altri in una stella della musica mondiale. Più e più volte Michele ha ringraziato l’Alto Adige per essere una terra di opportunità e di confronto, nonostante abbia sempre ammesso qualche problema di integrazione (come per esempio l’integrazione tra la pearà e i canederli).

Ieri mattina infine è avvenuto l’incontro tra Michael e il Presidente della Giunta Provinciale Silvius Magnago. Il Re del Pop, in un perfetto dialetto sudtirolese, ha dialogato col Padre del pacchetto sudtirolese per ben 5 ore, toccando svariati temi: toponomastica, monumenti, autonomia, istruzione e proporzionale etnica. Tutto questo per i primi 10 minuti. Per tutto il resto del tempo Jackson ha proposto una sua idea, quella di creare un mercatino natalizio di prodotti tipici da chiamare Christkindlmarkt: delle bancarelle con tetti bianco rossi, musica di sottofondo costante cantata da lui, tante belle luci e, l’idea migliore a suo avviso, un grosso albero addobbato. Terminato l’incontro si è diretto ai prati del Talvera nove la sera si è esibito in un concerto che passerà alla storia. Purtroppo non positivamente. Dopo aver iniziato lo show alle 21.30, trasmesso in diretta mondiale, verso le 22.15 Michael è stato bloccato dall’intervento dei vigili urbani che ha interrotto il concerto per via di lamentele del vicinato. Nulla è servito mostrare i permessi alle forze dell’ordine: il volume è stato ritenuto troppo alto e quindi il concerto è stato interrotto definitivamente. I 3 milioni di spettatori giunti da tutta Italia si sono consolati ai vari stand gastronomici aperti fino alle undici e mezza, mangiando Würstel e polenta, baccalà mantecato servito su Schüttelbrot ma, soprattutto, mangiando tanti canederli con pearà.

SHARE
//