Massimiliano Gioni e la sua Biennale enciclopedica

Massimiliano Gioni e la sua Biennale enciclopedica
Si chiama Massimiliano Gioni ed è probabilmente il più importante curatore italiano, classe ’73, direttore artistico della Fondazione Trussardi e direttore associato del New Museum of Contemporary Art di New York, nonché direttore della 55. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia che inaugurerà tra poco più di un mese. Proprio alla celebre Biennale è stato dedicato l’appuntamento, inserito nel ciclo “Antiparlando” di Museion, del 24 aprile scorso.
Nonostante si trattasse di una serata prefestiva, il “passage” del museo era gremito di attenti ascoltatori (oltre duecento) ai quali Gioni ha presentato, in anteprima, la sua Biennale.
Prima di iniziare si è sfilato l’orologio e l’ha adagiato davanti a sé, dando segno di essere un professionista scrupoloso e perché no?, un po’ maniacale. Elegante, sobrio, autoironico e brillante ha parlato in maniera velocissima, snocciolando nomi e presentando immagini, nel silenzio dell’uditorio trasformato quasi in aula. La prima metà della conferenza si è rivelata quindi un po’ didascalica, nonostante la simpatia il curatore non lasciava trasparire molto pathos; lo stesso pulpito, allestito di fronte alle numerose sedie, sanciva una netta asimmetria tra relatore e pubblico, trasformando il talk in una conferenza. Tuttavia, alla presentazione è seguito un interessante e animato Q&A; alla faccia di coloro che pensano che l’arte contemporanea sia per pochi!
Noi l’abbiamo intervistato chiedendogli di raccontarci anche qualcosa di sé…
In attesa di visitare la Biennale e di leggere e ascoltare tutti i commenti, i paragoni con le biennali precedenti, i pareri sui singoli padiglioni, le critiche sugli artisti e le scelte curatoriali e chi più ne ha più ne metta, ciò che ci ha colpito del lavoro di Massimiliano è il tentativo di essere “immaginifico”. Gli artisti hanno il privilegio (l’onore?) di immaginare mondi e la Biennale che ci aspetta, dalle parole del suo curatore, sembra puntare proprio su questo aspetto. A Museion abbiano ascoltato la storia di un progetto che parla di sogni, visioni, conoscenza, pensiero, futuro. In un mondo in cui il futuro diventa un lusso, realizzare un’intera grande mostra visionaria, potrebbe essere il tentativo di una rivoluzione!
Infine, una nota di chiusura: tra i numerosi artisti che saranno presenti in Biennale più di un nome è noto ai fruitori del Trentino Alto Adige grazie al prezioso lavoro portato avanti dalle istituzioni museali: c’è Carl Andre (a cui Museion ha dedicato un’importante retrospettiva un anno e mezzo fa), c’è Rudolf Steiner (irrinunciabile la mostra attualmente in corso al Mart) e c’è addirittura un’intera sezione curata da Cindy Sherman, una vera e propria mostra nella mostra realizzata con il contributo della fotografa a cui Kunst Merano Arte ha recentemente dedicato una preziosa esposizione.