Franz TV

October 2, 2012

La vera storia di via Virus e dei suoi abitanti

Anna Quinz

I bolzanini, almeno una volta nella vita, per via Virus ci sono passati. Da ragazzini era il luogo del mistero, dove andare a fare le più classiche scorribande aldolescenziali, per far paura alle ragazze e bullarsi del proprio coraggio. Via Virus è un luogo strano e affascinante, avvolto da storie leggendarie e orrorifiche, ma che poi si svela per ciò che è: il parco che circonda una grande casa abitata da amanti dell’arte e che l’arte l’anno voluta portare anche fuori, nella natura.
Gloria Abbondi, giovane studentessa della Facoltà di Design su via Virus ha realizzato il mini documentario che vedete qui. A lei abbiamo fatto qualche domanda sulla genesi del progetto e sul suo rapporto con la via del mistero bolzanina.

Gloria, perché un documentario su questa via della città, così famosa e così fraintesa?
Ho voluto raccontare “via Virus” perché sono sempre stata incuriosita da questo luogo così misterioso, ma sopratutto  perché volevo poter dare delle risposte a tutte le persone che ancora oggi vedono questo posto come  ”la strada degli orrori”.

Hai subito anche tu il fascino misterioso e “pauroso” della via?
Devo ammettere che all’ingresso della via, la suggestione di tutte le storie sentite e lette ha coinvolto anche me, forse giustificata dal dinamismo singolare della vegetazione. Posso affermare che se si percorre un tranquillo vigneto che muta all’improvviso, diventando un bosco fitto che vedi chiudersi alle tue spalle, è assolutamente magico, ma non del tutto rassicurante.

Ci andavi da ragazzina?
Ci sarò stata due o tre volte per curiosità, ma sempre da sola e senza fermarmi.

Come hai scoperto poi i suoi lati altri? E come hai lavorato per farli emergere?
Ho sempre visto via Virus come una strada piena di opere d’arte, ma mai avrei sospettato che all’interno della villa ce ne fossero molte altre. La storia della via, in realtà non è il fulcro del documentario, anzi, il suo ruolo ingombrante a cui siamo abituati a pensare, passa in secondo piano, lasciando spazio alla storia delle persone che abitano nella casa adiacente, mostrando sotto un nuovo punto di vista quello che la “via Virus” è in realtà: la continuazione di un museo a cielo aperto.

Ora, cosa ti colpisce quando ci vai?
Via Virus mi è rimasta dentro. Non si può dire che sia una via come tutte le altre, è un’ opera d’arte affascinante e misteriosa, ti fa sentire come dentro ad una caccia al tesoro, sempre alla ricerca della scultura più bizzarra e fantasiosa.

Come vorresti venisse riabilitata agli occhi dei bolzanini?
Abbiamo visto la bellezza e l’abbiamo trasformata in un mostro, ma i mostri non esistono, esiste solo bellezza che aspetta di essere riconosciuta. Ma questo è il mio pensiero. Adesso sta a chi ha visto e conosciuto la storia, risanare la reputazione della splendida” via Virus”.

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