Daniel Costa x The Mill, © Christine Meintjes
Daniel Costa x The Mill, © Christine Meintjes
Artista originario dell’Alto Adige, oggi vive e lavora a Silandro, in Val Venosta, Daniel è nato a Bressanone, dove ha trascorso un’infanzia segnata da un senso di estraneità e da una profonda difficoltà ad adattarsi agli schemi della quotidianità. Fin da giovanissimo avvertiva il bisogno di cercare altrove uno spazio in cui potersi esprimere liberamente. Le valli gli sembravano troppo strette, senza orizzonte. A diciannove anni, spinto da una forte esigenza di libertà e visione, decide di partire.
La sua prima meta sono i Paesi Bassi: una terra piatta, dove il cielo sembra infinito. Qui studia alla Design Academy di Eindhoven, in un ambiente vibrante di sperimentazione, creatività e confronto. Sono anni intensi di formazione e crescita, che culminano nel 2012 con la laurea Cum Laude nel dipartimento Man and Leisure. Il suo lavoro si concentra soprattutto sulla ceramica e il tessile, ambiti che gli permettono di coniugare gesto, materia e pensiero.
Nel 2013 si trasferisce a Parigi, città magnetica e caotica, dove per cinque anni lavora come assistente creativo di Lidewij Edelkoort. In questo ruolo viaggia, tiene conferenze, insegna in università internazionali e approfondisce il suo rapporto con il tessuto, l’immagine e la consulenza creativa. È in questo periodo che si avvicina alla fotografia, inizialmente vissuta come un linguaggio distante dalla sua sensibilità manuale e tattile. Ma proprio questa distanza si rivela generativa: l’impossibilità di toccare con mano affina lo sguardo, trasformando la tensione tra desiderio e limite in cifra poetica della sua ricerca fotografica.
La vita parigina, con il suo ritmo frenetico, gli offre molte opportunità, ma non un vero senso di appartenenza. Sente allora la necessità di rallentare, di riorientarsi, di lavorare non solo con gli occhi e la mente, ma anche con le mani e il cuore. Comprende che la crescita professionale non basta: c’è bisogno di radicamento, di profondità, di verità.
Nel 2018, alla ricerca di un percorso di studi che potesse riflettere la sua nuova direzione, si rende conto che nessun programma accademico rispecchia davvero ciò che sta cercando. Decide così di costruire autonomamente un progetto dinamico, capace di adattarsi alla vita e ai suoi ritmi, scegliendo di apprendere direttamente da professionisti e contesti reali.
Questa ricerca lo porta prima in India e poi in Nepal, dove spera di trovare un ambiente umano e naturale in grado di accogliere la nascita della sua prima collezione di tappeti. Il Nepal gli offre tutto ciò che stava cercando – e in modo inatteso lo riconnette con le sue montagne, con l’Alto Adige.
Dal 2021 è tornato a vivere e lavorare nella sua terra d’origine, dopo anni di viaggi che lo hanno portato lontano nello spazio e in profondità dentro sé stesso. Oggi presenta con orgoglio una selezione del suo lavoro: il risultato di un percorso fatto di visione e materia, pensiero e gesto, piede e cuore.