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Fashion

Pendolarismo creativo: le sciarpe fatte a mano in treno firmate piera

Incontriamo Eleonora Todeschi, la giovane trentina che per sopportare meglio la vita da pendolare ha creato piera, un progetto di sciarpe handmade in lana che porta il nome di sua nonna.

05.12.2025
Claudia Gelati
Pendolarismo creativo: le sciarpe fatte a mano in treno firmate piera

Le sciarpe piera; © Anna Michelotti

Le sciarpe piera; © Anna Michelotti

Nello spazio ristretto di un vagone del treno si può facilmente osservare tutta la commedia umana. Studenti fuori-sede, turisti e non, bambini in gita, lavoratori: tutte persone che con molta probabilità non vedremo più e portano con sé, nascosto, un bagaglio di vita, sentimenti ed emozioni. L’ansia per un esame all’università, l’attesa, la felicità, la stanchezza dopo un giorno infinito o la disillusione. Per ingannare il tempo, c’è chi ascolta musica, chi si abbandona ai pensieri guardando fuori dal finestrino, chi legge, chi lavora al pc e chi fa scrolling compulsivo sul telefono; chi fa messaggi audio che sembrano podcast, chi fa conversazione con gli amici o col primo che capita. E poi c’è anche chi, sorprendentemente, lavora a maglia e, stazione dopo stazione, sciarpe coloratissime prendono forma. È questo il caso di Eleonora Todeschi, giovane trentina che si sposta quasi ogni giorno in treno e ha trovato un modo decisamente creativo e, se vogliamo, romantico, per dare ritmo al viaggio e trovare una valvola di sfogo alla quotidianità. La sua collezione di sciarpe in lana fatte a mano si chiama piera come la sua nonna, che le ha insegnato a sferruzzare e a cui è particolarmente legata. piera è un inno alla lentezza del lavoro manuale che si accosta alla lentezza del viaggio su rotaia. Quando le telefono per chiederle di raccontarmi del suo progetto, naturalmente mi risponde dal treno; ogni tanto la sento lontana e la sua voce di mescola con quella della registrazione di Trenitalia “Siamo in arrivo alla stazione di… In Kürze erreichen wir…”, ma la gioia con cui parla è contagiosa. 

Le sciarpe piera; © Anna Michelotti
About the authorClaudia GelatiMi chiamo Claudia e sono quella con la frangetta, gli occhiali tondi e le calze a pois. Qualcuno [...] More
Eleonora, per compiere il tragitto quotidiano casa-lavoro passi decisamente molto tempo a bordo di un treno. Tanti leggono o ascoltano musica, tu hai scelto di sferruzzare a maglia. Ci racconti come è nato piera, il tuo piccolo progetto di sciarpe fatte a maglia tra una fermata del treno e l’altra? 
Esatto! Ho studiato architettura e da un paio di anni lavoro a Bolzano in uno studio di grafica e comunicazione, dove mi occupo principalmente di allestimenti museali. Per questo, mi sposto spesso da Rovereto a Bolzano, andata e ritorno, un paio di ore di viaggio quasi ogni giorno. Da lì è nata la necessità di trovare qualcosa da fare per impiegare queste ore e rendere il viaggio da pendolare più sopportabile. Soprattutto perchè il tempo che passo in treno, alla fine, è l’unico momento in cui posso dedicarmi liberamente a qualcosa che mi piace davvero, alla sera arrivo a casa tardi o sono troppo stanca. Fare a maglia mi rilassa e, in un certo senso, da ritmo al viaggio, le fermate del treno scandiscano i punti fa fare. Sin da quando ero piccola ho sempre lavorato a maglia: creavo accessori per me o per i miei amici ed era da un po’ di tempo che pensavo di creare qualcosa di più strutturato e concreto, un progetto vero e proprio. A maggio 2024, complici tutte queste ore di treno, l’idea di fare delle sciarpe in questi ritagli di tempo. Poi c’è stata l’estate di mezzo e quindi i miei spostamenti in treno non erano più solo Rovereto-Bolzano nei giorni feriali, ma includevano anche quelli verso il Lago di Caldonazzo e quello di Navene dove andavo nei weekend. Ho continuato a realizzare sciarpe anche in viaggio per raggiungere Sesto Campano, in Molise, il paese natio di mio nonno e dove anche io vissuto da piccola per un breve periodo. 

C’è un’immagine, un momento che ricordi relativamente ai primi esperimenti con la maglia? 
La maglia è una costante della mia vita e la prima esperienza con gli aghi da maglia è stata attorno agli 8-9 anni, grazie ad una signora anziana di Sesto Campano che mi ha insegnato le basi. Poi mia nonna Piera mi ha insegnato tutto il resto a partire dai 10 anni, sopratutto quando andavo a trovarla. Se ripenso a quegli anni, mi viene subito in mente una fotografia appesa a casa di mia nonna, in cui ci sono io da piccolina che sferruzzo seduta sul letto, provando a realizzare la mia prima sciarpa… tutta storta e bruttissima (ride). Però sì, se ripenso a come è nata la mia passione, mi viene sempre in mente quella foto. 

Le sciarpe piera; © Anna Michelotti

Il nome del progetto, piera, è anche il nome della tua nonna e una testimonianza del forte legame che vi lega. Qual è stata la reazione di nonna Piera? 
Si, come nonna e nipote siamo molto legate. Ogni settimana vado a cena da lei e poi sferruzziamo insieme, lei lavora ai suoi progetti e io ai miei; durante i miei anni all’università abbiamo anche realizzato una coperta insieme. Del progetto non le avevo mai parlato perchè volevo farle una sorpresa; quando le ho fatto vedere le etichette stampate è stata molto felice e si è commossa… non se lo aspettava! 

Raccontaci qualcosa in più di queste sciarpe rigate realizzate a mano. Dal profilo Instagram, ho letto che per realizzarne una, ci vogliono circa 30 mila punti e una media di 40 ore di lavoro, davvero impressionante. 
Per il momento si tratta di una piccola collezione di sei sciarpe realizzate a maglia, interamente in lana, 70% merino e 30% alpaca, che acquisto da Aufburg, un bellissimo negozio a Bolzano. Per quanto riguarda la scelta di realizzarle a righe, è stata una casualità: le righe, come la maglia,  rappresentano un po’ una costante della mia vita. Righe e geometria è stato anche il tema della mia tesi di laurea triennale e mi è sempre piaciuto vestirmi con indumenti rigati. Diciamo che, inconsapevolmente, punto dopo punto, sono tornata a un elemento a me caro e mi sono trovata a realizzare sciarpe con righe regolari, oppure alternando righe piccole e grandi e via dicendo. Certo, realizzare una sciarpa in maglia prende molto tempo, ma fa si che il tempo passi più velocemente e il viaggio in treno sembri un po’ meno lungo. 

E in treno, hai notato reazioni particolari da parte degli altri passeggeri? 
Sicuramente è un’attività insolita, anche se ultimamente fare a maglia è tornato di moda e mi è  capitato di vedere altra gente sferruzzare in treno. In generale la reazione degli altri passeggeri è di sorpresa, stupore. Alcuni guardano e basta, altri mi fanno i complimenti o mi chiedono cosa sto realizzando. L’altro giorno, ero talmente assorta nella maglia che non mi sono accorta che due ragazze mi stavo guardando lavorare; poi mi hanno chiamato, mi hanno fatto i complimenti e così ho colto l’occasione anche per raccontargli del progetto piera. Una volta, invece, un signore anziano non poteva credere che una ragazza giovane lavorasse a maglia e per di più in treno, era incredulo perchè la reputava qualcosa della sua generazione, un’arte ormai persa. 

Le sciarpe piera; © Anna Michelotti

Natale si avvicina e le sciarpe sono da sempre uno dei regali più gettonati. Dove possiamo trovare e acquistare una delle tue sciarpe? 
Al momento per acquistare le sciarpe basta semplicemente scrivermi su Instagram. Per quanto riguarda la consegna, su Rovereto e Bolzano può anche avvenire a mano; altrimenti posso spedire in tutta Italia con un costo extra. Inoltre il 6 Dicembre sarò presente insieme alla mie sciarpe al tradizionale mercatino di Rovereto, che si tiene ogni prima sabato del mese. 

E quale sarà il futuro di piera, qualche novità in vista?
Per il momento si tratta di una collezione in edizione limitata, ma vorrei proseguire naturalmente con il progetto e realizzare anche sciarpe piera su commissione. E poi qualche collaborazione che svelerò nei prossimi mesi… 

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piera, Eleonora Todeschi
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