Incontriamo Eleonora Todeschi, la giovane trentina che per sopportare meglio la vita da pendolare ha creato piera, un progetto di sciarpe handmade in lana che porta il nome di sua nonna.

Le sciarpe piera; © Anna Michelotti
Le sciarpe piera; © Anna Michelotti
Nello spazio ristretto di un vagone del treno si può facilmente osservare tutta la commedia umana. Studenti fuori-sede, turisti e non, bambini in gita, lavoratori: tutte persone che con molta probabilità non vedremo più e portano con sé, nascosto, un bagaglio di vita, sentimenti ed emozioni. L’ansia per un esame all’università, l’attesa, la felicità, la stanchezza dopo un giorno infinito o la disillusione. Per ingannare il tempo, c’è chi ascolta musica, chi si abbandona ai pensieri guardando fuori dal finestrino, chi legge, chi lavora al pc e chi fa scrolling compulsivo sul telefono; chi fa messaggi audio che sembrano podcast, chi fa conversazione con gli amici o col primo che capita. E poi c’è anche chi, sorprendentemente, lavora a maglia e, stazione dopo stazione, sciarpe coloratissime prendono forma. È questo il caso di Eleonora Todeschi, giovane trentina che si sposta quasi ogni giorno in treno e ha trovato un modo decisamente creativo e, se vogliamo, romantico, per dare ritmo al viaggio e trovare una valvola di sfogo alla quotidianità. La sua collezione di sciarpe in lana fatte a mano si chiama piera come la sua nonna, che le ha insegnato a sferruzzare e a cui è particolarmente legata. piera è un inno alla lentezza del lavoro manuale che si accosta alla lentezza del viaggio su rotaia. Quando le telefono per chiederle di raccontarmi del suo progetto, naturalmente mi risponde dal treno; ogni tanto la sento lontana e la sua voce di mescola con quella della registrazione di Trenitalia “Siamo in arrivo alla stazione di… In Kürze erreichen wir…”, ma la gioia con cui parla è contagiosa.



C’è un’immagine, un momento che ricordi relativamente ai primi esperimenti con la maglia?
La maglia è una costante della mia vita e la prima esperienza con gli aghi da maglia è stata attorno agli 8-9 anni, grazie ad una signora anziana di Sesto Campano che mi ha insegnato le basi. Poi mia nonna Piera mi ha insegnato tutto il resto a partire dai 10 anni, sopratutto quando andavo a trovarla. Se ripenso a quegli anni, mi viene subito in mente una fotografia appesa a casa di mia nonna, in cui ci sono io da piccolina che sferruzzo seduta sul letto, provando a realizzare la mia prima sciarpa… tutta storta e bruttissima (ride). Però sì, se ripenso a come è nata la mia passione, mi viene sempre in mente quella foto.



Il nome del progetto, piera, è anche il nome della tua nonna e una testimonianza del forte legame che vi lega. Qual è stata la reazione di nonna Piera?
Si, come nonna e nipote siamo molto legate. Ogni settimana vado a cena da lei e poi sferruzziamo insieme, lei lavora ai suoi progetti e io ai miei; durante i miei anni all’università abbiamo anche realizzato una coperta insieme. Del progetto non le avevo mai parlato perchè volevo farle una sorpresa; quando le ho fatto vedere le etichette stampate è stata molto felice e si è commossa… non se lo aspettava!
Raccontaci qualcosa in più di queste sciarpe rigate realizzate a mano. Dal profilo Instagram, ho letto che per realizzarne una, ci vogliono circa 30 mila punti e una media di 40 ore di lavoro, davvero impressionante.
Per il momento si tratta di una piccola collezione di sei sciarpe realizzate a maglia, interamente in lana, 70% merino e 30% alpaca, che acquisto da Aufburg, un bellissimo negozio a Bolzano. Per quanto riguarda la scelta di realizzarle a righe, è stata una casualità: le righe, come la maglia, rappresentano un po’ una costante della mia vita. Righe e geometria è stato anche il tema della mia tesi di laurea triennale e mi è sempre piaciuto vestirmi con indumenti rigati. Diciamo che, inconsapevolmente, punto dopo punto, sono tornata a un elemento a me caro e mi sono trovata a realizzare sciarpe con righe regolari, oppure alternando righe piccole e grandi e via dicendo. Certo, realizzare una sciarpa in maglia prende molto tempo, ma fa si che il tempo passi più velocemente e il viaggio in treno sembri un po’ meno lungo.
E in treno, hai notato reazioni particolari da parte degli altri passeggeri?
Sicuramente è un’attività insolita, anche se ultimamente fare a maglia è tornato di moda e mi è capitato di vedere altra gente sferruzzare in treno. In generale la reazione degli altri passeggeri è di sorpresa, stupore. Alcuni guardano e basta, altri mi fanno i complimenti o mi chiedono cosa sto realizzando. L’altro giorno, ero talmente assorta nella maglia che non mi sono accorta che due ragazze mi stavo guardando lavorare; poi mi hanno chiamato, mi hanno fatto i complimenti e così ho colto l’occasione anche per raccontargli del progetto piera. Una volta, invece, un signore anziano non poteva credere che una ragazza giovane lavorasse a maglia e per di più in treno, era incredulo perchè la reputava qualcosa della sua generazione, un’arte ormai persa.



Natale si avvicina e le sciarpe sono da sempre uno dei regali più gettonati. Dove possiamo trovare e acquistare una delle tue sciarpe?
Al momento per acquistare le sciarpe basta semplicemente scrivermi su Instagram. Per quanto riguarda la consegna, su Rovereto e Bolzano può anche avvenire a mano; altrimenti posso spedire in tutta Italia con un costo extra. Inoltre il 6 Dicembre sarò presente insieme alla mie sciarpe al tradizionale mercatino di Rovereto, che si tiene ogni prima sabato del mese.
E quale sarà il futuro di piera, qualche novità in vista?
Per il momento si tratta di una collezione in edizione limitata, ma vorrei proseguire naturalmente con il progetto e realizzare anche sciarpe piera su commissione. E poi qualche collaborazione che svelerò nei prossimi mesi…