Contemporary Culture in the Alps
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Sciscioré - Il gioco come gesto alpino

A EDIT Napoli 2025, Sciscioré presenta un’esplorazione del design di montagna attraverso la lente del gioco: tra tradizione e contemporaneità, tra materia e immaginazione.

01.09.2025
Sciscioré - Il gioco come gesto alpino

Artwork © Lucas Zanotto

Artwork © Lucas Zanotto

Il progetto Sciscioré, curato da Anna Quinz  porta alla fiere EDIT Napoli 2025 una selezione di oggetti ideati da designer della zona delle Alpi, per valorizzare un approccio progettuale che unisce radici artigianali, cultura dei materiali e pensiero ludico. In un contesto che premia la ricerca indipendente e il fare consapevole, Sciscioré racconta una visione del design capace di trasformare il sapere di montagna in linguaggio contemporaneo.

Il gioco come matrice storica del design alpino

Sulle Alpi, accanto alla dimensione più spontanea, il gioco è stato storicamente artigianato, produzione e commercio.L’inverno era il tempo della creazione, in Val Gardena in particolare: cavallini a dondolo, bambole e animali in legno, scolpiti e dipinti a mano grazie a competenze tramandate di generazione in generazione, hanno valicato i confini delle Alpi, arrivando fino in America e in Sudafrica, e possono essere considerati un primo esempio di design di montagna d’esportazione. 

Il gioco, l’universo dell’infanzia e il “pensiero ludico” abitano quindi il paesaggio alpino da secoli, fino alle epoche più recenti, come raccontano per esempio le marionette di Fortunato Depero, nato in Val di Non e legatissimo alle montagne trentine, i giocattoli immaginati dall’artista e designer della Wiener Werkstätte Anton Hofer per la ditta gardenese Sotriffer, le sedie per i più piccoli create dall’architetto Othmar Barth, il “giocoso” divano Rumble progettato dall’anarchitetto radicale Gianni Pettena o il celebre Pinocchio dell’artista Marcello Jori per Alessi.

Il gioco, però, è anche un modo di progettare, un approccio basato su intuizione, sperimentazione e costruzione, affine al processo del design che osserva, prototipa e genera forme che rispondono a funzioni, e che risuona anche nel pensiero dei bambini, nella loro inclinazione naturale a smontare, rimontare e comprendere il funzionamento delle cose, immaginandone gli usi possibili. 
Nelle Alpi e in particolare in Alto Adige, questa attitudine ha trovato nel tempo terreno fertile: il dialogo tra tradizione e contemporaneità ha dato infatti vita a una nuova stagione del design di montagna, essenziale ma spesso giocoso, sostenibile e profondamente legato ai materiali del territorio.

Prendendo in prestito una parola ladina (con un guizzo inatteso di musicalità partenopea) che in Val Badia indica il gioco delle biglie, Sciscioré  si propone di mettere a fuoco una possibile identità del design contemporaneo di montagna, proprio attraverso la lente del gioco, come metodo progettuale e come eredità territoriale.

Sciscioré: un nuovo sguardo sul design delle Alpi

Più che incantata, la montagna – o la sua rappresentazione – oggi sembra quasi congelata. Il design alpino è da tempo ingiustamente intrappolato tra due stereotipi opposti: un kitsch sentimentale e un iper-minimalismo algido e fin troppo austero, figlio di una visione estetica che trova le sue origini più nella stalla che nella “Stube”. Cliché che hanno appiattito la complessità di una cultura al contrario sfaccettata, stratificata, fertile, dai tratti inaspettatamente leggeri, ludici e carichi di 

colore. Il design — o artigianato — delle Alpi, un tempo, era tutt’altro che povero o monotono. Era invece spesso variopinto, ricco di dettagli, ornamenti, simboli. Mai asettico, mai ridotto all’essenziale per principio. Gli oggetti raccontavano storie, riflettevano un mondo in cui la bellezza e la funzione convivevano, dove l’estetica aveva un ruolo importante anche nella vita quotidiana, e dove la manualità era veicolo di cultura e identità.

È da questa consapevolezza che nasce Sciscioré, un progetto che vuole sfatare miti e stereotipi sul design delle Alpi, restituendogli un senso più realistico, ma anche profondamente contemporaneo. Sciscioré guarda al passato con rispetto, ma senza nostalgia; lo attraversa per reinterpretarlo in chiave nuova, visionaria, contaminata. Perché il design delle e nelle Alpi non è (solo) quello delle cartoline illustrate o delle baite da catalogo: è una pratica viva, in dialogo con il mondo, capace di parlare una lingua locale ma con accento globale.

Sciscioré è quindi un invito a riconsiderare l’estetica della montagna come spazio di espressione ricco, colto e ironico, capace di superare gli stereotipi e di trovare nuovi codici, dove la tradizione non è un limite, ma un punto di partenza.

24 designer, dalle Alpi a Napoli

24 i designer e i brand coinvolti: Luca Boscardin, Daniel Costa, Marco Dessí, Martino Gamper, Hütte, Kuschlers, Ignacio Merino, insalata-mista studio, Christian Mittendorfer, Neue Serie Handdruck, Niva Design, Patternhouse, Patrick Rampelotto, Andreas Rier, SAGARÍA, Barbara Schweitzer, Judith Sotriffer, Harry Thaler, Paul Thuile, Veronika Thurin, Gabi Veit, Lucas Zanotto, Zilla e Philip Wiegard. Ad accomunarli è il forte legame con il territorio di origine o di adozione. C’è chi è nato tra le montagne e ha proseguito altrove la propria carriera, e chi ha scelto consapevolmente le Alpi come luogo in cui vivere e lavorare. La montagna, con tutto ciò che rappresenta — tra limite e possibilità, natura e cultura — diventa così un filo conduttore che li collega e, al tempo stesso, un elemento identitario che nutre e orienta il loro fare. Ma ad avvicinarli è anche l’approccio ludico, leggero e libero da una concezione rigida di funzionalità, insieme al rispetto per una tradizione che non sfocia mai in nostalgia. E che si declina in arredi, complementi, accessori, lampade, tessili e veri e propri giocattoli, realizzati in materiali differenti: dal legno alla ceramica, dall’acciaio alla plastica, dal tessuto al vetro. Una pluralità di oggetti, stili e linguaggi che testimonia la ricchezza di spunti offerti dalla montagna.

Il progetto Sciscioré è reso possibile grazie a Finstral, Longo, Cantina Mezzacorona

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sciscioré, edit napoli
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