Sotto i Portici di Bolzano Zimmermann festeggia i sui primi 200 anni: un'eredità, anche, femminile che guarda al futuro
Vetrina del negozio negli anni '60
Vetrina del negozio negli anni '60
"Il nostro negozio è un piccolo rifugio". Un rifugio di bellezza, storia e passione incastonato da due secoli tra le arcate dei Portici di Bolzano. Qui, dove il cuore commerciale della città pulsa da sempre, la boutique Zimmermann celebra un traguardo che sa di leggenda: duecento anni di attività ininterrotta, un viaggio affascinante che dall'Ottocento conduce dritti al contemporaneo, sempre sotto la guida della stessa famiglia.
Basta chiudere gli occhi per immaginare un'epoca in cui l'arrivo dei carri carichi di vetri e porcellane boeme era un evento mondano. I bolzanini si riversavano in strada, scortando festosamente quelle meraviglie fino ai Portici, quasi in processione. Era il 1825 quando un giovane vetraio di Vipiteno, Franz Zimmermann, rilevò l'attività dallo zio Johann Anton Schludermann (che aveva fondato la sua impresa già nel 1759) dando il via a quella che sarebbe diventata una delle più antiche realtà commerciali dell'Alto Adige, ancora saldamente in mano alla stessa discendenza.
Da quella vetreria delle origini, intorno al 1850 l'attività si espanse, abbracciando il mondo della porcellana e trasformandosi, passo dopo passo, nell'elegante boutique di design che oggi i bolzanini conoscono e apprezzano. Documenti d'archivio custodiscono il racconto di un'ascesa inarrestabile, con un magazzino che già nel 1813 vantava un valore di ben 12.100 fiorini: una fortuna per l'epoca. Le difficoltà non sono certo mancate; le cronache narrano persino di un carro che, dopo settimane di viaggio, si rovesciò a pochi passi dalla destinazione finale. Ma nulla ha potuto fermare la tenacia di Franz Zimmermann.
Attraversando guerre mondiali e passaggi generazionali, l'atelier ha sempre proseguito il suo cammino. In questo percorso l'elemento femminile ha giocato un ruolo cruciale, tessendo la trama della sua resilienza: donne di grande carattere hanno preso le redini dell'impresa, come la bisnonna dell'attuale titolare che, rimasta vedova a 49 anni, gestì l'azienda con piglio deciso. E sua figlia, che dopo la tragica perdita del marito nel 1961, seppe reinventare l'attività, focalizzandosi sul commercio al dettaglio.
La famiglia Settari, oggi al timone, è da sempre animata da una forte componente femminile con figure che si sono distinte non solo nel commercio, ma anche nell'architettura e nell'arte, contribuendo attivamente alla crescita culturale della città. Una tradizione di intraprendenza e visione che si riflette nella cura e nella personalità del negozio. "Quello che il cliente trova in atelier sono arredi e accessori che piacciono a noi", racconta Sabina Kompatscher Settari, l'attuale titolare che gestisce la boutique con il marito Michael. Un'affermazione che racchiude l'anima di Zimmermann: non un semplice negozio, ma un concept store in cui la selezione dei oggetti e arredi è una vera e propria dichiarazione di gusto personale.
Dopo aver studiato Scienze della Comunicazione e Giornalismo a Salisburgo, Sabina ha approfondito la sua passione per il design alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Una formazione che si traduce oggi in un'estetica raffinata e in una "ricerca costante di prodotti nuovi, di stili non scontati, per cogliere e anticipare le tendenze del momento". E così, dalle fiere internazionali di Milano e Parigi fino alla meticolosa scelta dei fornitori, ogni pezzo che entra in negozio porta la firma non scritta di Sabina Kompatscher Settari, che seleziona ogni dettaglio con occhio attento.
Il suo stile è un equilibrio affascinante tra il design nordico, pulito e funzionale, e l'eleganza italiana. Sabina confessa il desiderio di integrare ancora più nella sua proposta il design altoatesino, cercando uno stile moderno che si fonda armoniosamente con il lifestyle alpino delle case di montagna. Se le chiedete quali categorie predilige, la risposta è immediata: "Amo i vasi. Ne ho sempre un'ampia scelta in negozio. Adoro il vetro e i tessuti". Vere e proprie passioni che la portano a esplorare il lavoro di artigiani e designer, come l'artista altoatesino del vetro Andreas Rier e i tessutai francesi di Maison&Objet.
Il primo ricordo di Sabina legato a Zimmermann è un frammento di infanzia intriso di affetto e bellezza: "Mia mamma, come era usanza al tempo, aveva iniziato per me la colleziona di un servizio di Royal Copenhagen. Già a dieci o undici anni ho ricevuto la mia prima tazzina bianca e blu che conservo ancora e uso spessissimo, perché le cose belle che si ha la fortuna di avere bisogna usarle, non metterle nella credenza: è un peccato negarsele". Una filosofia che si estende a tutto il negozio: ogni oggetto ha una sua storia e un valore che cresce nel tempo, lontano dalle logiche del "fast interior".
Eppure il percorso di Sabina verso Zimmermann non è stato lineare. Lei, che aveva studiato giornalismo e contribuito alla nascita del settimanale "FF", si è trovata legata quasi per caso all'attività di famiglia grazie al marito e alla suocera. Un coinvolgimento graduale, fatto di fiere espositive, esplorazioni e consigli, che ha trasformato Zimmermann da un tradizionale negozio di casalinghi nell'attuale concept store: "Un luogo dove tradizione e innovazione possono coesistere in perfetto equilibrio".
Il futuro di Zimmermann? "Porteremo avanti l'attività finché ci farà piacere gestirla con entusiasmo e passione", confessa Sabina con un sorriso. L'auspicio è che l'insegna rimanga a lungo sotto i Portici, custode di un'eredità fatta di qualità, ricerca e Made in Europe. "Un luogo che continui a trasmettere buon gusto per la casa, ma che si apra sempre più al mondo del fashion, integrando arredi e home decor con borse estive e maglieria". Un modo per offrire ai clienti "una proposta più avvolgente", magari grazie anche alla figlia di Sabina e Michael, Nora: "Lavora nella moda e saprà portare una ventata di novità".
Zimmermann incarna oggi un capitolo vivente della storia di Bolzano: un luogo dove il bello non è mai fuori moda e dove ogni oggetto ha un'anima. Per celebrare i suoi 200 anni, Zimmermann ha in serbo una serie di eventi speciali che coinvolgeranno artigiani e designer altoatesini, omaggiando i materiali che da sempre caratterizzano l'azienda. La prima tappa di questi festeggiamenti sarà il 31 luglio, con un aperitivo-mostra con Andreas Rier, giovane artista del vetro di Castelrotto: un omaggio alle origini di Zimmermann come vetreria, che vedrà protagonista un talento capace di unire artigianato tradizionale e linguaggio formale moderno. Si proseguirà il 16 ottobre con i cuscini ricamati di Patternhouse, mentre il 13 novembre sarà la volta dei materiali eclettici di insalata-mista studio.
Ma l'appuntamento clou sarà quello di giovedì 18 settembre con la grande festa in negozio: un momento per celebrare con amici, clienti e bolzanini non solo un anniversario, ma una storia che è parte integrante del tessuto della città.