Al via la 41° edizione di Bolzano Danza, dal 18 luglio al 1 agosto 2025, curata dai nuovi direttori artistici Anouk Aspisi e Olivier Dubois, con una ricca programmazione di eventi ed i progetti inediti OpenLab ed ExtraDanza.
Margherita Landi, © Nuri Rashid
Margherita Landi, © Nuri Rashid
Una delle prime cose da capire, in ogni caso, è che bisogna uscire da sé stessi. Se si resta chiusi in sé stessi non può accadere nulla.
Il primo, in collaborazione con NOI Techpark – parco scientifico e tecnologico dell'Alto Adige, che lavora dal 2018 con le realtà del territorio sulle tematiche dell'innovazione e della ricerca – vedrà la collaborazione della coreografa, antropologa e innovatrice Margherita Landi con un team di esperti in realtà virtuale su un progetto di performance VR che vede impegnata l’artista da diverso tempo, Landi’s Cube. L’evento Landi’s Cube: The Encoded body, di mercoledì 23 luglio alle ore 18.00, presso la sede di NOI Techpark (Via Alessandro Volta 13/A) rappresenta l’inizio simbolico di questo percorso condiviso tra arte e innovazione/tecnologia: inserito nel programma di Bolzano Danza e di Summer at NOI 2025. Dopo la presentazione del progetto e della performance la serata prevede un talk con i rappresentanti di NOI Tech e un’esperienza aperta al pubblico che offrirà ai partecipanti l'opportunità di sperimentare in prima persona i visori VR e il metodo del Landi’s Cube. Un appuntamento da non perdere, che mira a sostenere il lavoro di una giovane coreografa e a promuovere nel contempo uno scambio virtuoso tra mondi solo apparentemente distanti come quelli dell’arte e della tecnologia.
Margherita Landi è coreografa, performer, media artist, laureata in Antropologia Culturale. Dal 2010 il suo lavoro artistico ha iniziato a concentrarsi in studi pratici e teorici su percezione e attenzione, per poi estendersi dal 2014 a una riflessione su corpo e tecnologia, sulla trasformazione dei rituali e dei processi di elaborazione emotiva messi in atto dall’interazione digitale. Nel tempo ha esplorato Augmented Reality (AR), Virtual Reality (VR), Projection mapping e diversi social media. Negli ultimi anni si è concentrata sul VR per il potenziale di embodiment che offre questa tecnologia, studiando tecniche di trasmissione coreografica attraverso il visore VR. Nel 2020 è selezionata per la formazione offerta da Biennale College Cinema VR. Il suo lavoro mira a una riflessione sull’utilizzo consapevole della tecnologia come strumento esperienziale e creativo, eliminando la dicotomia umano/artificiale che tende ad attribuire allo strumento tecnologico una valenza negativa, interpretandolo invece come possibile estensione del corpo stesso, quindi in grado di “aumentare” l’esperienza che di esso si può fare.
Il secondo progetto OpenLab sarà realizzato insieme a Eurac Research, eccellenza cittadina, tra i più importanti poli di ricerca applicata a livello europeo e che conta ad oggi diciassette istituti e centri dedicati alle tematiche più attuali legate ai temi della salute, dell’ambiente, dell’energia e dei sistemi politici e sociali. Assieme al Center for Advanced Studies e al Center for Migration and Societal Change di Eurac, il Festival svilupperà un laboratorio sul tema del corpo, dell’identità e dei confini simbolici tra individuo e società dal titolo Border Lab, che prenderà il via durante il Festival martedì 22 luglio alle ore 10.00 presso il BoDA (il BoDA, situato presso il Parco dei Cappuccini, è un’altra interessante novità: un nuovo centro nevralgico del festival per la città, uno spazio aperto a tutti i pubblici, con la proposta di un ricco programma di talk, incontri con artisti e coreografi ed un’offerta food&drink dedicata) con una speciale tavola rotonda che vedrà coinvolti artisti e ricercatori di Eurac selezionati su un tema che riguarda mobilità, confini, appartenenza a seguito dello spettacolo DARKMATTER della performer e coreografa olandese Cherish Menzo. Si tratta del secondo lavoro firmato da Cherish Menzo, che prosegue nella sua originalissima indagine sulla trasformazione del corpo in scena e sulla sua rappresentazione, tra musica hip-hop, estetica dark e riflessione storico-politica. Un nuovo sguardo alla percezione di sé che vuole dare vita ad un nuovo, enigmatico corpo afro-futurista.
Un altro evento innovativo ed inedito, ma anche collettivo e aperto gratuitamente a tutte e tutti - che volevo segnalare qui - e che può rappresentare un’occasione speciale per creare relazioni e contatti fra la community della danza, si svolgerà sabato 26 luglio ed è organizzato da Bolzano Danza Festival, in collaborazione con il Südtiroler Kulturinstitut (SKI). Sto parlando dell'evento ExtraDanza, che si svolgerà presso i prati del Talvera. Questa prima edizione del format sarà l’occasione di trasformare uno spazio unico della geografia cittadina in un grande palcoscenico all’aperto all’insegna delle connessioni e del dialogo fra culture e tradizioni, un punto di incontro per tutti coloro che vivono la danza come un linguaggio universale e desiderano condividerlo con gli altri. A partire dalle 17.00 i Prati del Talvera saranno animati da tre postazioni di performance gratuite in cui si alterneranno esibizioni e partecipazione del pubblico a cura dei partecipanti ai workshop di Bolzano Danza organizzati dal Südtiroler Kulturinstitut, di gruppi di appassionate e appassionati di danza, di artisti professionisti, di scuole e associazioni locali e della Community Dance Academy (Collettivo Sudtirolese di Teatro Danza) in una celebrazione collettiva della danza come linguaggio universale. Progetto inedito in Italia, ispirato all’evento 1km de danse, lanciato nel 2022 dal CND - Centre national de la Danse nella città di Pantin (nei pressi di Parigi), ExtraDanza - nella proposta inedita per Bolzano Danza dei suoi curatori - mira ad abbattere le barriere culturali e a promuovere i valori di accessibilità, inclusione e valorizzazione della diversità culturale e artistica della regione.
Ho segnalato le novità dei due Openlab dedicati all’intersezione tra arte e scienza e l’inedita giornata di Extra Danza, ma invito tutti a visionare il ricchissimo programma del festival qui, che conta 7 prime italiane, 4 prime assolute, 2 anteprime nazionali, per un totale di oltre 30 appuntamenti. Un cartellone all'insegna della diversità dei linguaggi artistici, con un formato dinamico, aperto agli scambi e alle ibridazioni creative e che riunisce i capolavori di alcuni dei più grandi maestri della scena contemporanea con le creazioni di giovani talenti emergenti in Italia e all’estero, testimoniando così l'attenzione costante verso la nuova generazione di coreografi che incarna l'essenza stessa di questo progetto. Ecco i 27 protagonisti internazionali voluti dalla nuova direzione artistica e che avrete presto modo di scoprire, sono: Angelin Preljocaj, Lia Rodrigues, Gisèle Vienne, Mette Ingvartsen, Martin Zimmermann, MazelFreten, François Chaignaud e Théo Mercier, Cherish Menzo, Compagnie Olivier Dubois, Marco D’Agostin, Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, Margherita Landi, Fabritia D’Intino e Agnese Banti, Zoé Lakhnati, Matteo Sedda, Chantal Loïal, Francesca Santamaria, Stefania Tansini, Pauline Bigot & Steven Hervouet, Simone Lorenzo Benini, Giovanfrancesco Giannini, Adriano Bolognino, Cult of Magic. Per concludere aggiungo alcune note espresse dai due curatori Anouk Aspisi e Olivier Dubois a proposito della loro idea del festival, di questa “Trilogia della passione” che ci attende nella sua prima tappa di “insurrezione" artistica, scientifico-culturale ma anche sociale ed inclusiva che, alla luce di queste premesse, si prospetta particolarmente coinvolgente, emozionante e dirompente.
Il Festival è il mondo. Lo attraversa, lo trasforma, lo rimette in discussione. Delinea, passo dopo passo, il laboratorio artistico e umano del nostro futuro. È un palcoscenico aperto a tutte le voci possibili, dove l’inclusione diventa azione e il coraggio una necessità. Uno spirito che danza in un corpo che danza per una comunità che danza.