Design e natura ad Arte Sella

Intervista alla storica del design e curatrice Domitilla Dardi, Curatrice Arte Sella Design

21.03.2025
Design e natura ad Arte Sella

Domitilla Dardi, © Lea Anouchinsky

Pensiero, progetto, ricerca artistica, azione. 
Ma anche tanta, tanta natura, fonte di ispirazione dalla straordinaria saggezza ed inventiva, colta all’interno di un habitat paesaggistico unico, dove convivono bellezza, passione, creatività e cultura del territorio. 

Queste sono solo alcune suggestioni che affiorano alla mente, pensando ad Arte Sella ed alle molteplici esperienze di fusione e immersione tra arte e paesaggio che vi si possono sperimentare, visitandone gli ambienti naturali che cambiano di giorno in giorno, secondo l’ora e le stagioni. 

Ci troviamo in Trentino, in Val di Sella, sui prati e tra la ricca vegetazione alpina del Giardino di Villa Strobele e dell’Area di Malga Costa, vicino a Borgo Valsugana: in un luogo che incanta, coinvolgendo sensi, cervello e cuore, amato dai locals come dai tanti visitatori di tutto il mondo che lo scelgono come meta per gite ed escursioni nel corso dell’intero anno. Ma Arte Sella non è “soltanto” uno straordinario museo a cielo aperto con tre ampi percorsi espositivi, che accolgono nel verde pregevoli opere d’arte contemporanea, spesso dal forte impatto architettonico e visivo, realizzate da altrettanti artisti italiani ed internazionali in dialogo con la natura nel suo costante divenire. Arte Sella è anche un hub culturale e un laboratorio creativo, attivo sul territorio, che mira ad una partecipazione multidisciplinare e sempre più allargata dei suoi pubblici, con la proposta di un variegato programma annuale di eventi ed attività, come concerti, spettacoli di danza e teatro, performance, escursioni didattiche, workshop, proiezioni di film e documentari, conferenze e molto altro ancora. 

Velasco Vitali, Sabir, Arte Sella, © Giacomo Bianchi
About the authorMaria QuinzDentro di me è piuttosto affollato. C'è quella che scrive, traduce e adora leggere, ritagliandosi attimi di quiete e [...] More
A indirizzare le iniziative di Arte Sella, oltre al direttivo, presieduto oggi da Giacomo Bianchi e ad uno staff qualificato, (ricordo che Arte Sella è gestita dall'omonima associazione, fondata a metà anni Ottanta da Enrico Ferrari, Emanuele Montibeller e Carlotta Strobele) c’è un comitato scientifico di professionisti e studiosi esperti in diverse discipline, che si è recentemente ampliato, nel 2024, con il coinvolgimento di tre nuovi prestigiosi membri: Domitilla Dardi, in qualità di Responsabile Arte Sella Design, Lorenzo Fusi come Responsabile Arte Sella Arte e Marco Imperadori, in qualità di Responsabile Arte Sella Architettura, che sono andati ad aggiungersi a Mario Brunello, Direzione artistico musicale, Roberto Casarotto, Responsabile Arte Sella Danza, e a Ugo Morelli, Responsabile scientifico Arte Sella Education.

Sono felice di condividere qui la mia intervista a Domitilla Dardi, con cui ho avuto il piacere di conversare a seguito del suo recente incarico di Responsabile scientifica per il design ad Arte Sella.

Domitilla Dardi è storica e curatrice nell’ambito del design. Per 16 anni è stata curatrice per il Design del museo MAXXI di Roma. È docente nei triennali e nei Master allo IED di Roma. È stata visiting professor in diverse istituzioni, tra cui l’Universidad de Navarra a Pamplona, l’Accademia Abadir a Catania e il MADE Program di Siracusa. È co-fondatrice e curatrice della fiera del design d’autore EDIT Napoli. Scrive per diverse riviste di settore ed è autrice di numerosi monografie e saggi.
Panchine d'autore (1,2) Mangiarotti, Arte Sella, © Giacomo Bianchi (3) Alberto Meda, Arte Sella, © Giacomo Bianchi

Domitilla cosa ti ha affascinato e motivato maggiormente nell’accettare questo nuovo incarico per Arte Sella?
A parte la bellezza del luogo, sicuramente il gruppo. Con tutto lo staff di Arte Sella, il presidente Giacomo Bianchi e gli altri membri del comitato scientifico c’è una sintonia bellissima. Personalmente credo che la sinergia e l’affiatamento tra colleghi facciano la differenza in ogni contesto di lavoro e di progetto. Ci tengo anche a sottolineare che qualunque cosa venga fatta ad Arte Sella è “al plurale”; nel senso che all’interno del comitato scientifico lavoriamo tutti insieme, confrontandoci moltissimo, anche se poi ognuno segue e sviluppa i progetti della specifica area di competenza. Ci unisce inoltre la volontà di portare avanti, con molta consapevolezza e un profondo senso di rispetto, tutto ciò che è stato avviato dai fondatori con il comune obiettivo di evolvere quanto fatto finora in direzione di una dimensione più partecipativa e comunitaria rispetto al passato, che forse è maggiormente nelle corde della generazione di tutti noi, oggi, che stiamo lavorando a questa nuova fase di Arte Sella.

Arcangelo Sassolino, Physis, Arte Sella, © Giacomo Bianchi

Quest’idea di “partecipazione” come intendete svilupparla? 
Quando sono entrata a far parte del gruppo di lavoro c’era già al suo interno l’idea di sviluppare un percorso concettuale e successivamente anche fisico, che andasse sempre più in direzione di una partecipazione attiva del pubblico, per cui i fruitori di Arte Sella non fossero più soltanto spettatori, ma anche attori e co-protagonisti. Questo è un grande tema del design, che ho indagato spesso nelle mie attività di ricerca e curatela ed è forse anche in virtù di tale esperienza che ho ricevuto la proposta di incarico per Arte Sella Design. 

C’è quindi il comune intento di creare ad Arte Sella una dimensione in cui oltre all’aspetto visivo e quindi di contemplazione delle opere all’interno della bella cornice paesaggistica naturale, ci sia anche quello attivo da parte dei differenti fruitori. In una tale ottica il progettista è colui che scrive una partitura libera, mentre l’interpretazione e quindi l’azione è assegnata a chi, di volta in volta si trova davanti all’opera, interagendovi.

A volte, su un altro piano, l’azione può essere anche parte dello stesso processo progettuale di realizzazione delle opere, con il coinvolgimento di fonti e realtà produttive presenti in loco, come aziende, artigiani ed esperti locali. C’è quindi sempre più il desiderio di sviluppare dei progetti collettivi e partecipati su più piani: per le caratteristiche intrinseche delle opere, nel momento in cui invitano i fruitori alla partecipazione attiva, ma anche dal punto di vista della loro realizzazione, con l’apporto di maestranze locali e la valorizzazione delle risorse sul territorio.

Panchina d'autore, Thomas Daniell e Ugo Re, Arte Sella, © Giacomo Bianchi

E per quanto riguarda il design in che direzione vi state muovendo?
Finora il design è stata una costola del progetto architettura e si è esplicitato soprattutto nelle “Panchine d’autore”, che hanno rappresentato un luogo di sosta per i visitatori e sono diventate fisicamente il Percorso Montura. Tra i progetti che seguo personalmente non ci saranno più le panchine, ma delle attrezzature che l’utente potrà utilizzare non solo per riposare ma anche per attivarsi a livello fisico, ma non solo. Tenendo sempre vivo il pensiero di Enzo Mari e il suo famoso e importante insegnamento-guida del “progettare per non essere progettati”, l’attivarsi in maniera fisica potrà significare anche questo: sperimentare diverse opportunità per diventare “auto-progettisti del proprio habitat”, per esempio con una serie di attrezzature ed esperienze a libera interpretazione dei visitatori.

Panchine d'autore (1) Giulio Iacchetti, Arte Sella, © Giacomo Bianchi (2) Aldo Cibic, Arte Sella, © Giacomo Bianchi

Tra i visitatori potenzialmente “attivi” immagino abbiate considerato anche i più piccoli...
Assolutamente sì. Mescolandomi tra il pubblico di Arte Sella per cogliere eventuali suggerimenti, ho notato subito che il parco è visitato soprattutto da famiglie, spesso con bambini molto piccoli. E sicuramente per loro è fondamentale che ci sia un coinvolgimento differente, più ludico e stimolante, aldilà della passeggiata nella natura in mezzo a delle opere meravigliose. Nei prossimi anni lavorerò quindi ad un programma che tenga conto dei più piccoli, come anche degli adulti che li accompagnano. Questo naturalmente lo faremo di concerto con chi si occupa già da tempo della programmazione didattica di Arte Sella, coinvolgendo autori preparati e sensibili.

Ci saranno quindi delle attrezzature-gioco per i bambini?
Certamente. Un primo passo in tal senso lo abbiamo già fatto, coinvolgendo il designer Luca Boscardin, che ha realizzato per Magis una serie di grandi animali in tubolare di metallo colorato e che sono, di fatto, delle originali attrezzature di un playground d’autore. Abbiamo portato questi animali ad Arte Sella, dove a breve troveranno una loro collocazione. Tra questi ci sono anche un gorilla, un coccodrillo e una giraffa: animali e presenze non di provenienza alpina, ma che, proprio in virtù della loro status “straniero” e straniante, è come se lanciassero una sorta di monito a chi li incontra ad Arte Sella, che parrebbe dire: Attenzione! Stiamo andando verso qualcosa che non deve accadere. Continuiamo a raffigurarci che i nostri amici animali di altre latitudini abbiano il loro habitat altrove e siano venuti a farci visita in una dimensione puramente immaginifica, perché il pianeta deve continuare a differenziarsi climaticamente, contrastando quello stravolgimento bio-geografico che purtroppo stiamo imparando a conoscere. 

Anche in questo caso il design lavora su più strati: su di una dimensione più esterna, di superficie, di tipo funzionale-pratico, che in questo caso è di tipo ludico, e poi su altri livelli, via via più profondi e simbolici, fornendo gli strumenti utili per una riflessione altra: e questo è un po' il design che amo, studio e cerco di condividere con una comunità nei progetti che porto avanti.

Animal Factory, Luca Boscardin

Saranno previsti anche dei workshop legati al design?
Certamente, al momento sono ancora in lavorazione e non posso fornirne i dettagli, ma posso dire che a partire dalla primavera/estate 2025 verrà lanciata una prima programmazione. 

La direzione principale è quella di organizzare dei workshop per famiglie: attività in cui grandi e piccoli possano sporcarsi le mani insieme in senso creativo. Alcuni dei temi che sto studiando da tempo nel design saranno i fili della tessitura del programma. Ci sarà il tema degli erbari, che ho indagato nel mio libro Herbaria. Piante, erbari moderni e florilegi (2022, 24 ore Cultura Editore). Anche il foraging è un altro filone che mi interessa molto, così come tutto ciò che storicamente e antropologicamente hanno fatto le donne e gli uomini raccoglitori. Affronteremo poi il tema della lavorazione, trasformazione e riutilizzo di materie prime naturali reperibili sul posto. 

Al proposito, un altro aspetto su cui stiamo riflettendo, anche con gli autori che di volta in volta coinvolgeremo, è quanto si possa lavorare sulla seconda vita dei materiali che appartenevano ad altre opere e che la natura si è ripresa. C’è anche tutto un ragionamento in corso sulle opere danneggiate o distrutte dalla tempesta Vaia. L’idea di Arte Sella è sempre stata quella di promuovere e realizzare opere che venissero inglobate dalla natura e che non fossero quindi percepite come corpi estranei: questo è un altro tema di riflessione e indagine che sentiamo particolarmente, a maggior ragione nell’ambito del design, che è abituato a lavorare sul recupero, riuso e riciclo dei materiali. E anche questa sarà una delle direzioni verso cui andremo.

Aeneas Wilder, Senza titolo 169, Arte Sella, © Giacomo Bianchi

Qual è il tuo legame con il territorio del Trentino Alto Adige? 
Non sono di qui, ma ho sempre subito il fascino della natura e cultura di queste terre. Quando ero piccola, per esempio, uno dei miei libri preferiti era Le leggende dei Monti Pallidi. Posso dire che in questo mio interesse da studiosa verso la cultura locale, che sto imparando a conoscere e che amo molto, c’è quindi anche un pezzetto della mia storia personale. I miti e le leggende della tradizione locale sono dunque un altro tema su cui conto di lavorare. Assieme ai miei colleghi vorrei quindi, sempre di più, realizzare delle opere che siano radicate nella cultura del territorio: delle opere che siano di Arte Sella non solo perché lì collocate, ma perché intrecciano delle narrazioni con i luoghi e con tutta la cultura ad essi collegata.

Domitilla, oltre ad Arte Sella, hai altri particolari progetti in corso o in programma di cui ti piacerebbe raccontarci?
Progetti tanti e su tanti fronti, dalla curatela di libri, di mostre in Italia e all’estero a quella di EDIT Napoli (il 10-12 ottobre ci sarà la settima edizione, siete tutti invitati!). Il progetto che quest’anno vorrei più di ogni altro ultimare è quello del mio prossimo saggio, una controstoria del progetto in cui affronto discipline e racconti del design intrecciandole con storie artistiche e scientifiche, cercando di liberarle da alcune sovrastrutture culturali che hanno relegato in una dimensione minoritaria o di genere formati espressivi molto importanti. Vorrei dirvi di più, ma al momento è un lavoro in corso. Magari ne riparleremo in futuro.

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