Il movimento racconta lo spazio

Dal 13 dicembre 2024 la mostra "Lantern With No Walls" della Fondazione In Between Art Film a Gstaad nelle Alpi Bernesi

© Saodat Ismailova, Melted into the Sun, 2024, Stills, Video monocanale, colore, suono, 35'50". Commissionato e prodotto da Fondazione In Between Art Film, e co-prodotto da Batalha Centrode Cinema, Porto, per la mostra Nebula al Complesso dell'Ospedaletto, Venezia. Courtesy dell'artista e Fondazione In Between Art Film. Collezione Fondazione In Between Art Film

Nelle Alpi Bernesi la galleria Tarmak22, all'interno dell'aeroporto svizzero di Gstaad-Saanen, accoglie un viaggio espositivo che travalica i confini dell'immagine. "Lantern With No Walls" – letteralmente: lanterna senza confini – è una mostra che porta in scena una geografia dell'immaginazione contemporanea, un respiro collettivo che attraversa i continenti. La Fondazione In Between Art Film, sotto la guida visionaria di Beatrice Bulgari, per la prima volta espone una collezione che raccoglie oltre 130 opere: un arcipelago di film, video e installazioni che sfidano ogni definizione statica.

Sei artisti diventano esploratori di mondi interconnessi in cui il paesaggio non è più sfondo, ma protagonista di una narrazione complessa e stratificata. I loro sguardi si intrecciano come fibre di un tessuto globale, ogni fotogramma è un racconto che supera i confini geografici e temporali. Saodat Ismailova, originaria dell'Uzbekistan, porta con sé le voci sommerse dell'Asia Centrale; i suoi film che sono archeologie mobili e ogni fotogramma custodisce storie migratorie e patrimoni culturali frammentati, mentre le vastità rocciose si animano di memorie sopravvissute, di silenzi che parlano più delle parole.

Masbedo, Teorema d'incompletezza, 2008, Fotografie © Masbedo, Video monocanale, colore, suono, 5'38''. Courtesy degli artisti. Collezione Fondazione In Between Art Film

Il duo italiano Masbedo – composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni – inscena invece una tensione viscerale tra mondo interiore e storia. I loro video sono performance che respirano, la cultura si fa paesaggio e i confini tra realtà e immaginazione si liquefanno come neve al sole. Adrian Paci porta con sé l'eco dell'Albania, terra di trasformazioni violente: le sue opere sono mappe personali dell'esilio ma anche memoir collettivi, i passaggi dal comunismo al capitalismo selvaggio diventano metafora di una condizione umana in perenne movimento. Dal Vietnam, Thao Nguyen Phan intreccia storia e immaginazione come un tessitore di sogni; le sponde del fiume Mekong sono le sue architetture poetiche in cui il passato risuona nel presente e la memoria stessa è un paesaggio fluido e mutevole.

© Janis Rafa, Winter Came Early, 2015, Still, Video monocanale, colore, suono, 3'. Courtesy dell'artista. Collezione Fondazione In Between Art Film

L'artista greca Janis Rafa porta in Svizzera uno sguardo geologico sul rapporto tra uomo e natura. Le sue videoinstallazioni denunciano l'antropocentrismo mostrando come l'umano plasma e soggioga l'ambiente; ogni sua opera è una cartografia del dominio, un racconto delle tensioni che attraversano il mondo vivente. Infine, dalla Spagna, Daniel Steegmann Mangrané indaga i confini sottilissimi tra natura, tecnologia e intervento umano con animazioni generate al computer, soglie in cui la mediazione vira alla poetica e l'esistenza si racconta attraverso la sua stessa complessità.

Lo studio 2050+, guidato da Ippolito Pestellini Laparelli, ha concepito per la mostra "Lantern With No Walls" un allestimento rivoluzionario: non una cornice, ma un'architettura vivente che diventa essa stessa opera. Materiali semi-trasparenti, strutture sospese, frammenti di paesaggio montano creano uno spazio che ricorda una lanterna: leggero, vibrante, vede le ombre e i suoni respirare all'unisono. "Questa mostra riunisce opere di artisti che continuano a ispirarmi in un luogo che amo profondamente come Gstaad – racconta Beatrice Bulgari. La magnificenza di questo paesaggio induce un silenzio contemplativo perfetto per opere che sussurrano temi importanti".

© Thao Nguyen Phan, Becoming Alluvium, 2019 - in corso, Stills, Video monocanale, colore, suono, 16'40''. Commissionato e prodotto da Han Nefkens Foundation in collaborazione con Fundació Joan Miró, Barcellona; WIELS - Contemporary Art Centre, Bruxelles; e ChisenhaleGallery, Londra. Collezione Fondazione In Between Art Film

"Lantern With No Walls" è stata definita dai suoi curatori – Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini – un "panorama di panorami": un mosaico in cui i confini si dissolvono. Ogni opera vuole essere una finestra mobile su mondi che si intrecciano: passato e presente, umano e non-umano, individuo e collettività. Il viaggio iniziato venerdì scorso, 13 dicembre, proseguirà fino al 26 gennaio con un pellegrinaggio visivo che invita lo spettatore a essere non solo osservatore, ma parte integrante di un racconto in continuo dinamismo. Un'ulteriore tappa della sperimentazione del rapporto tra immagini in movimento e architettura che la Fondazione ha avviato con le mostre "Penumbra", del 2022, e "Nebula", del 2024, allestite al Complesso dell'Ospedaletto di Venezia.

© Adrian Paci, The Wanderers, 2021, Still, Video installazione a due canali, B/N e colore, suono, canale sinistro 34'40'', canale destro 8'40''. Courtesy dell'artista; Kaufmann Repetto, Milano/New York; Peter Kilchmann Gallery, Zurigo. Collezione Fondazione In Between Art Film

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