Inverno al chiosco: NIVA design + Zawya pop up

Al Luna Kiosk del Parkhotel Mondschein, dal 13 dicembre la designer bolzanina Nicole Valenti di NIVA design presenterà alcuni oggetti realizzati nella “factory” del progetto Zawya a Marrakesh

03.12.2024
Inverno al chiosco: NIVA design + Zawya pop up

© Zawya

“Zawya” in darija, la lingua parlata in Marocco, significa incrocio: crocevia tra due o più strade ma anche luogo di transito e incontro tra persone ed in cui, secondo le usanze locali, nomadi e viaggiatori erano soliti riunirsi per riposarsi e mangiare insieme. Zawya è anche un quartiere della Medina di Marrakech, sviluppatosi, per l’appunto, attorno all’incrocio tra due strade e che dal 2021 dà il nome a un bellissimo progetto promosso dall’associazione Afrika Maroc e che ha trovato sede in una serie di strutture di questo distretto popolare. Il progetto, gestito da un team internazionale, è nato con l’obbiettivo di riqualificare una zona disagiata della Medina di Marrakech, puntando sul coinvolgimento dei giovani del quartiere, attraverso l’istruzione e l’inserimento nel mondo del lavoro e la promozione di attività legate alle arti, all’artigianato e al design. A fondare l’associazione, presieduta da Aldo Belkouar, giornalista, fotografo di moda con radici nel mondo dell’arte e del design, è il triestino Giulio Kirchmayr, la cui carriera affonda nel mondo del cinema, della fotografia e della grafica, mentre la direttrice creativa, entrata a far parte del progetto nel 2022, è la bolzanina Nicole Valenti. Nicole è designer, art director e giornalista freelance, fondatrice dal 2018 dello studio interdisciplinare NIVA design, specializzato nella progettazione e nello sviluppo di prodotti di design, realizzati in collaborazione con le eccellenze dell’artigianato italiano ed anche con artisti e designer internazionali. 

Come mi racconta Nicole, alla base di Zawya c’è l’idea di aiutare le ragazze e i ragazzi del posto a riscoprire e valorizzarei i luoghi d’origine e le radici profonde del patrimonio artigianale della loro cultura, integrandoli con il design contemporaneo. Ad oggi molto è già stato fatto: si contano già la costruzione e ristrutturazione di più edifici, molteplici iniziative in corso come una scuola, la creazione di atelier specializzati e botteghe, di un ristorante, delle attività di workshop e molto altro ancora. E tutto questo con un impegno non estemporaneo da parte dell’organizzazione, ma continuativo, mirato allo sviluppo di realtà culturali, lavorative ed imprenditoriali nel tessuto sociale, tramite la formazione e la futura trasmissione dei saperi di generazione in generazione. 

Nicole Valenti, © Zawya

Nicole Valenti – in occasione del progetto “Inverno al Chiosco”, curato da franzLAB – porterà al Luna Kiosk del Parkhotel Mondschein a Bolzano, alcuni degli oggetti creati da Zawya per uno speciale pop up natalizio. Il chiosco è aperto tutti i venerdì e sabati fino al 4 gennaio 2025 dalle 16 alle 22. Il 13 dicembre 2024, dalle 17 Nicole festeggerà con franzLAB e chiunque vorrà, l’apertura del pop up. 

Nicole come ti sei avvicinata a questo progetto?
Nel periodo che ha seguito il Covid, in cui molte botteghe artigiane hanno chiuso in Italia ed ero alla ricerca di nuovi laboratori per realizzare le mie produzioni, ho scelto di trasferirmi in Marocco, dove in passato avevo già stretto delle collaborazioni con architetti e designer. Qui ho avuto modo di conoscere Giulio Kirk Meyer e di innamorarmi del suo progetto, nato un anno e mezzo prima. L’iniziativa, finanziata da una fondazione svizzera, si proponeva di riqualificare un'area della Medina, degradata e socialmente difficile, attraverso la scolarizzazione dei giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro, ripartendo dall’artigianato e dalla creatività. Proprio quando ci siamo conosciuti con Giulio, stavano cercando una figura che all’interno dell’associazione si occupasse degli sviluppi imprenditoriali di quella che allora era una startapp, in modo che una volta finiti i finanziamenti, quest'ultima fosse in grado di proseguire sulle proprie gambe, avere delle entrate per pagare le persone e far fronte alle spese. Una bella sfida che sono stata felice di accettare ed affrontare.

© Zawya
About the authorMaria QuinzDentro di me è piuttosto affollato. C'è quella che scrive, traduce e adora leggere, ritagliandosi attimi di quiete e [...] More
Quali sono stati i tuoi passi successivi ?
Ho prima ristrutturato un edificio al centro del quartiere, su quello che era un ammasso di calcinacci. Il nostro had quarter ora ha una torre centrale con tre piani. C’è una boutique al piano terra, accessibile su strada con delle vetrine, attraverso cui i passanti possono vedere i manufatti realizzati dai nostri studenti e insegnanti. Al primo piano della struttura c'è la scuola, basata sulle tecniche e i saperi della tradizionale marocchina. C’è il laboratorio di metallo, dove si lavorano le lamiere di ottone e argento per creare gioielli o ex volto decorativi, ma anche specchi, scatoline, lampade. C’è la scuola del legno dove i ragazzi imparano l’arte dell’intaglio; la scuola delle “zellige” – dove si realizzano piccole piastrelle in terracotta smaltata per mosaici e poi la scuola della pelle, dove si creano accessori e oggetti come portafogli, pochette, agende. Abbiamo inoltre una scuola di lingua, di francese e inglese e adesso stiamo aprendo anche una nuova scuola dedicata al digitale, solo per ragazze, dove faremo prototipazione e modellazione 3D, grafica, fotografia, video e content creation, con l’idea di attivare una serie di attività che diano al cliente un servizio completo, dal packaging, al logo, al sito internet, ai contenuti social, sviluppando diversi corsi per far sì che esistano all'interno della nostra struttura tutte le figure in grado di sviluppare le varie parti di questa catena, per arrivare poi al prodotto finito. E in virtù di questo, ho preso in affitto con la mia società, creata insieme al presidente dell'associazione, tutte le boutique situate attorno alla sede centrale, con l’obiettivo di dare vita a degli atelier specializzati, affidati a designer, insegnanti ed ex studenti che possano così vendere direttamente ai passanti ciò che realizzano, ospitare dei workshop o produrre i manufatti per la vendita ai nostri clienti esteri. In questo modo gli artigiani avranno garantito uno stipendio e i nostri ragazzi, una volta finiti gli studi, potranno fare lì il praticantato ed eventualmente subentrare all'interno della struttura come dipendenti e lavoratori.
© Zawya

Come sono organizzate le classi a scuola?
Per noi è importante seguire bene i ragazzi aiutandoli anche nell’ingresso al mondo del lavoro. Quindi abbiamo 5/6 ragazzi per classe, tra i 16 e i 30 anni. In totale al momento abbiamo tra i 28 e 30 studenti. La formazione dura un anno di media o un po' di più a seconda del percorso individuale. Cerchiamo di seguirli uno ad uno e di capire a seconda delle esigenze della persona cosa sia meglio fare per arrivare a risultati ottimali.  

Hai parlato di una commistione tra design contemporaneo e artigianalità, come avviene?
Produciamo tanti oggetti... e ne ideiamo sempre di nuovi, come taglieri, porta incensi, gioielli, borsellini. In generale con i designer cerchiamo di proporre manufatti dalle linee pulite e non troppo complessi da produrre, a volte creando anche delle capsule collection. Per esempio abbiamo fatto insieme a Clorophilla, che è una illustratrice italiana, una capsule collection di segni zodiacali realizzati a bassorilievo su legno e dipinti a mano e abbiamo collaborato anche con Matteo Cibic, che ci ha raggiunti per realizzare alcuni oggetti con il suo design. E poi organizziamo tutta una serie di altre attività, a cui io tengo molto, come i workshop per persone esterne, che possono sperimentare le stesse tecniche studiate dai nostri studenti. Questi laboratori piacciono tantissimo, perché ogni partecipante può mettersi alla prova, supportato dai nostri insegnanti e tornare a casa con il proprio manufatto. Abbiamo anche un ristorante in terrazza, sopra il laboratorio. Creiamo quindi anche dal punto di vista culinario, facendo venire degli chef dall'estero per dei workshop. Quello che cerchiamo di sviluppare è sostanzialmente un quartiere legato alla cultura e alle arti, che attragga persone che si interessano a queste tematiche e dando vita a una community.

© Zawya

E la cittadinanza come ha accolto questo progetto, così ampio a livello del tessuto sociale?
Sono tutti molto curiosi, felici… Vengono da noi i ragazzi, ma anche i bambini dai 5 agli 11 anni, che si fermano a disegnare e a giocare. Essendo Zawya un quartiere molto difficile, con delinquenza, spaccio e disoccupazione diffusa, tanti genitori sono stati felici di vedere rinascere il quartiere e i loro figli incuriositi dalle nostre attività, che offrono anche prospettive professionali. Il quartiere è veramente cambiato nel giro di questi tre anni. Addirittura tanti negozi intorno a noi che erano chiusi, come fruttivendoli, alimentari, parrucchieri eccetera, hanno riaperto perché abbiamo attirato clientele nuove, che vengono dalla parte più turistica della città e quindi c'è stato un grande sviluppo e miglioramento.

Capsule Collection Zodiaco by Clorophilla, © Zawya

Nicole cosa ti auguri per il futuro di questo quartiere?
Questi sono i primi mattoncini, che vorrei facessero da fondamenta allo sviluppo alla Medina di Marrakech: di un vero e proprio Design District, un quartiere sempre più ampio e diversificato dedicato alle arti, alla creatività e alla cultura. Prevediamo che ci vorranno dai 2 ai 3 anni per riuscire a consolidare il progetto. Vorremmo ampliarci ancora, prendendo altre strutture tra cui un vecchio forno, ad esempio, che si trova sotto alla nostra associazione e creare un forno letterario, con una libreria accanto, anche perché qui a Medina non esistono librerie e quindi sviluppare sia la parte legata al design e all'artigianato, ma promuovere anche la crescita intellettuale. Ma la cosa fondamentale che mi auguro maggiormente in questo progetto, è che offra ai giovani, per cui è stato ideato, la possibilità di non dover scappare da qui perché non trovano un’opportunità che li soddisfi nel loro paese e che tornino ad apprezzarlo con tutta la ricchezza culturale che possiede, in una chiave contemporanea. Stiamo lavorando quindi perché sia l'internazionalità a raggiungere qui le ragazze e i ragazzi, offrendogli una visione del mondo più ampia all’interno del loro paese e un’idea di futuro incoraggiante laddove sono nati. Così che il quartiere Zawia, rivitalizzato e valorizzato, diventi via via un crocevia sempre più esteso e diversificato di incontro tra persone, culture e visioni differenti: un luogo di crescita e sviluppo individuale e collettivo, grazie all’arte, alla creatività e alla cultura.

© Zawya
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