Ferragosto di Kuno Mayr: una gondola nel Lago di Braies

(c) Heinz Innerhofer

“La singolare imbarcazione, tramandata tale e quale dai tempi delle ballate e così inusitatamente nera come di tutti gli oggetti di questo mondo sonò soltanto le bare, – fa pensare a tacite e criminose avventure fra lo sciacquio notturno, e ancor più alla morte stessa, a feretri, a tenebrose esequie, all’ultimo silenzioso viaggio.”
Thomas Mann
About the authorFrancesca FattingerCon il cuore scalzo, alla continua ricerca del vuoto dentro di sé, quello che si insinua tra le [...] More
Un luogo non è mai solo un luogo, trattiene in sé molto di più, sono gli elementi naturali che lo compongono, che lo caratterizzano per quello che è, ma un luogo è anche il paesaggio umano che lo ha attraversato e che nei mesi, negli anni, nei secoli ha intrecciato la propria storia, la propria vita con la sua, che ha deciso come viverci, come abitarlo e farsi a sua volta vivere e abitare da lui. Un luogo non è mai solo un luogo, perché quando lo definiamo tale lo stiamo già modificando, sta diventando già altro da sé, sta a noi capire come. Cosa ci fa allora il giorno di Ferragosto una gondola veneziana in mezzo al lago di Braies? Quella gondola, semplicemente spostata dal proprio luogo originario, in cui è nata e in cui continua ad essere adoperata, probabilmente da quasi mille anni, semina nei nostri occhi nuove possibilità: fioriscono improvvisamente nelle nostre pupille radici che trattengono in sé miti e sogni, radici mobili che nuotano in un’acqua materna, originaria e senza tempo, che è un po’ laguna un po’ lago, e da loro piano piano germogliano piante verticali che si stagliano su pareti rocciose dolomitiche e spiccano intrecciandosi al cielo e sono color nero lucido, color nero gondola.  
(c) Heinz Innerhofer

È con gli occhi pieni di questo fiorire di contrasti che si può ammirare l’incontro surreale tra Venezia e il lago di Braies, un incontro quasi miracoloso, a tratti paradossale, e per questo così pregno di significati. Sembra di essere immersi in una favola, una gondola sfila lenta e accarezza con dolcezza i riflessi del lago prima che venga assalito dai turisti di Ferragosto e si popoli in modo paradossale. Più si guarda il suo dolce fluire più sembra di essere immersi nei racconti di una nostra antenata, uno di quei racconti narrati alle prime luci dell’alba intorno al fuoco scoppiettante, che trattengono magia e meraviglia, ma anche paura e angoscia per un futuro di sempre maggiore separazione e isolamento tra uomo e natura o peggio ancora di dominazione stolta e dissoluta. 

(c) Kuno Mayr

Il progetto di cui sto parlando “Ferragosto. Ein surrealer Besuch” (Una visita surreale) di Kuno Mayr, a cura di Ildebrando Clemente con Luca Schiavon (gondoliere), Heinz Innerhofer, Ando Fuchs (fotografia), Valentina Strobl (audio e video), è ora in mostra all’ECK Museum of Art BRUNECK Brunico (KunstGarage) e contemporaneamente al Lumen, Museo Plan de Corones

L’azione e performance artistica di “Ferragosto” si gioca dunque attorno alla questione dell’identità e dà vita a un campo di tensioni tra elementi opposti e unificanti al tempo stesso. L’incontro di elementi apparentemente estranei, la gondola, simbolo di Venezia, e il Lago di Braies, pezzo forte delle Dolomiti, in un giorno di turismo massimo come Ferragosto, mostra proprio la dialettica degli opposti. La sagoma nera della gondola, che trattiene in sé anche un’idea di morte e di fine come suggerito dalle parole di Thomas Mann, e gli spigoli della pietra delle pareti attorno a lei, ventre di pietra nelle cui acque materne naviga, hanno molti più punti in contatto di quanto possa sembrare a uno sguardo fugace. Il giro su questa speciale imbarcazione di legno altro non è che un ritorno alle origini nei boschi delle Dolomiti. L’elemento “acqua” accomuna la laguna e il Lago di Braies: quell’acqua che è memoria, tempo sciolto ed eterno, acqua vitale, liquido amniotico. Il momento scelto per questa visita surreale, Ferragosto, il 15 agosto, porta questo confronto tra mondi al suo culmine. La peculiarità e bellezza del patrimonio culturale e naturale mondiale sia di Venezia che del Lago di Braies rischia di essere plasmata e dominata dallo stesso problema: un turismo di massa cieco e soggiogante.

(c) Heinz Innerhofer

L’ECK Museum of Art presenta il progetto attraverso un poetico resoconto del viaggio della gondola veneziana sul Lago di Braies, in modo interdisciplinare e multisensoriale: in mostra fotografie, video, modelli (del Lago di Braies e della laguna) e acqueforti. Sulla falsariga degli antichi “Diari di viaggio”, oltre alla documentazione classica, sono state realizzate delle stampe in rotocalco che rappresentano il riferimento spaziale del paesaggio pianeggiante lagunare di Venezia e del paesaggio verticale dolomitico in diverse scale. La tecnica di stampa storica mira a sottolineare il carattere senza tempo e analogico dell’azione e al volersi distinguere consapevolmente dallo spirito digitale del presente. Vera protagonista del progetto quindi non è la sola gondola, metafora che ne trattiene in sé gli elementi peculiari, ma è anche molto di più: i contrasti e i punti di contatto di questi due luoghi unici al mondo e le difficoltà che vivono nel mondo attuale, la bellezza e l’eccezionalità, il silenzio e la solitudine.

 Al Lumen, Museo Plan de Corones sono esposti disegni, schizzi e foto dello sviluppo del progetto, permettendo anche a uno sguardo dietro le quinte di questo evento artistico unico. L’inserimento delle grandi finestre panoramiche offre l’opportunità di ricollocare il resoconto del viaggio proprio sullo sfondo della performance: il paesaggio dolomitico.

La mostra, visitabile nelle sue due sedi fino al 2 novembre, ospiterà un talk con l’artista presso il Lumen, Museo Plan de Corones, il 26 ottobre alle ore 11:00.

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