Il fiore di Herat

07.10.2024

Il fiore di Herat, (c) Carla Dazzi

Lo zafferano è una pianta preziosa di origine asiatica. Non a caso la pregiata spezia che si ricava dal pistillo del suo piccolo e delicato fiore viola è nota anche come “oro rosso”. Nel Rinascimento lo zafferano veniva usato come pigmento naturale per tingere stoffe e tessuti ma anche nei dipinti dei grandi pittori del tempo. Oggi con il suo aroma unico e difficilmente descrivibile a parole, è impiegato per insaporire risotti, liquori, tisane e altre ricercate pietanze. Lo zafferano dona ai piatti un solare e vivace colore giallo-arancio, oltre ad avvolgere naso e palato con il suo inconfondibile e piacevole aroma. C’è della magia nel modo in cui i sensi gioiscono nell’assaporarlo, mentre la mente si lascia trasportare in mondi esotici, sconosciuti e lontani.

Il fiore di Herat, (c) Carla Dazzi
About the authorMaria QuinzDentro di me è piuttosto affollato. C'è quella che scrive, traduce e adora leggere, ritagliandosi attimi di quiete e [...] More
Ed è da molto lontano, addirittura dall’Afghanistan, che arriva lo speciale zafferano che dona il suo avvolgente aroma alla tisana “Il fiore di Herat”, frutto di un importante progetto a favore dell’emancipazione delle donne afghane, sostenuto da Pompadour, nota azienda produttrice di the, tisane e bevande naturali altoatesina, in collaborazione con Costa Family Foundation di Corvara di Badia e dall’ONG di Belluno “Insieme si può…”. Il progetto, dal nome “ColtiviAMO il cambiamento – La tisana allo zafferano “Il fiore di Herat” ha radici profonde. È dal 2017 che la pregiata materia prima viene coltivata da 12 donne afghane all’interno di piantagioni protette 24 ore su 24 dall’Associazione RAWA a Herat, grazie al sostegno di Costa Family Foundation e ONG “Insieme si può…”, fornendo una preziosissima fonte di sostentamento per queste donne e le loro famiglie. Come purtroppo sappiamo, in Afghanistan, sotto il regime talebano, la popolazione vive in situazioni di grande povertà e nella privazione dei diritti fondamentali. E ciò vale in misura maggiore per le donne. In Afghanistan, infatti – come hanno testimoniato i relatori intervenuti alla conferenza, in primis Shakiba,  che ha vissuto tale esperienza sulla propria pelle “una professione o l’autonomia economica e anche l’istruzione stessa per una donna rimangono troppo spesso un miraggio. Da agosto 2021, le donne sono state bandite dalle università e hanno accesso alle scuole secondarie in solo 7 delle 34 province del Paese. A donne e ragazze viene proibito di lavorare fuori casa e di partecipare alla vita politica e sociale; possono uscire solamente a capo coperto e in compagnia del marito o di un parente di sesso maschile. Nel 2021, l’Afghanistan si è aggiudicato l’ultimo posto nell’indice Globale Donne, Pace e Sicurezza”.
Il fiore di Herat, (c) Carla Dazzi

L’associazione RAWA si impegna sul campo in un contesto così drammatico da ormai quarant’anni, anche nella clandestinità, esponendosi a grandi rischi, per creare opportunità di lavoro, promuovere l’istruzione e l’indipendenza economica delle donne in Afghanistan. A rendere oggi il progetto “ColtiviAMO il cambiamento” ancora più sostenuto, esteso e importante, facendo giungere il prezioso zafferano di Herat fino a noi e nelle nostre case, lo si deve alla partecipazione all’iniziativa di Pompadour che ha deciso di sostenere il progetto di Costa Family Foundation e ONG “Insieme si può…”, acquistando in Afghanistan lo zafferano del raccolto dell’annualità 2023 e utilizzandolo per creare una tisana in edizione limitata a base di zafferano e note aromatiche di verbena, finocchio e limone. I pistilli dello zafferano di Herat hanno così viaggiato avventurosamente dall’Afghanistan fino alla sede di Pompadour di Bolzano, dove è stata certificata la loro eccellente qualità. In seguito il signor Hansjörg della Val Venosta, il più fidato bio-contadino dell’azienda, ha delicatamente sminuzzato lo zafferano, per poi miscelarlo con gli altri ingredienti. L’aromatica tisana in Limited Edition è ora acquistabile nei 17 negozi PETER’S TeaHouse, il canale retail del gruppo Pompadour specializzato nella vendita del tè sfuso, su territorio nazionale.

Il fiore di Herat, (c) Carla Dazzi

Il contributo di Pompadour ha permesso quindi di ampliare il sostegno all’iniziativa, con la prosecuzione della formazione professionale delle 12 donne, la copertura delle necessità in  ambito tecnico/agricolo, un corso di alfabetizzazione esteso anche ad altre donne delle comunità di provenienza, la continuità del percorso di promozione e autodeterminazione sociale e lavorativa, la garanzia di una fonte di guadagno per loro stesse e le loro 12 famiglie, il mantenimento di contesti e spazi di incontro e condivisione altrimenti preclusi. Inoltre, il sostegno si è esteso anche ad un ulteriore e importantissimo progetto di educazione e istruzione femminile realizzato in molte province dell’Afghanistan con oltre 50 classi segrete e centinaia di ragazze e donne che le frequentano. Questo permette loro di continuare a crescere ed imparare, supportando le coraggiose insegnanti legate all’associazione RAWA, garantendo il loro stipendio e l’acquisto di libri e materiale scolastico per le alunne. E tutto ciò nutrendo anche la speranza di costruire un mondo migliore e un futuro diverso per i loro figli e le generazioni a venire, come afferma Shakiba, referente di RAWA: “Le donne afghane sono oppresse da un fondamentalismo orribile, che può essere scardinato con l’impegno di ciascuno. Il progetto di coltivazione dello zafferano vede fiorire la speranza, trasforma la vita di alcune donne e ne incoraggia molte altre a non arrendersi e a continuare a cercare dignità e futuro, per loro stesse e per le loro madri, sorelle, figlie. Questa iniziativa di realizzare una deliziosa tisana è straordinaria, perché risponde al disperato bisogno di tenere in vita un filo, un racconto di quanto accade nel nostro Paese, altrimenti dimenticato, e raggiunge il mondo fuori. E poi offre un sostegno concreto a piccoli grandi progetti con cui le bambine e le donne afghane possono studiare, auto-realizzarsi, immaginare e costruire un futuro diverso, un piccolo pezzo al giorno.” 

Il fiore di Herat, (c) Carla Dazzi

Nonostante la situazione drammatica che affligge il suo paese Shakiba riesce a esprimere parole di grande speranza. Così, ascoltandola e scoprendo gli esiti significativi del progetto sostenuto dall’Italia da parte di Costa Family Foundation, “Insieme si può…”e Pompadour, non appare più così impossibile nutrire la speranza di un futuro migliore per questo paese tanto tormentato, confidando nella forza del cambiamento che avviene passo dopo passo, giorno dopo giorno, partendo da  azioni come queste, apparentemente piccole, ma che con il loro esempio gettano radici profondo nel terreno, facendo  sbocciare i loro fiori.

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