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September 23, 2024

GGG. La Grande Gigante Greta

Matteo YOMER Jamunno

Casa di mia madre sta al quarto piano in una zona invidiabile della città, non tanto per la calma o la bellezza del panorama, ma perché dista una decina di metri dal Picchio. È fornita di ben due balconi che per me sono una gioia immensa dato che a Vienna i balconi non sono mai stati concepiti da nessun architetto. A Vienna fanno dei palazzi bellissimi, in pieno stile imperiale, ma all’imperatore non gliene fregava molto di dare ai cittadini un piccolo spazio all’aperto in cui gioire. Eh no. Solo l’imperatore poteva avere balconi e terrazzi e parchi. Così io a casa di mia mamma mi sento un imperatore e sto bello in alto il che è necessario perché questo è l’unico modo in cui riesco a parlare con GGG. La Grande Gigante Greta.

Greta Marcolongo di recente ha raggiunto i cinque metri e sessantatré centimetri di altezza. La si nota facilmente da un po’ ovunque, dato che il suo vestiario inconfondibile ha seguito le nuove dimensioni. Sarebbe più consono vedere una gigante vestita di soli brandelli di tessuto. Invece Greta ha convinto numerose manifatture locali a tessere e cucire per lei abiti sfarzosi, curati, che servissero a smorzare il timore reverenziale che deriva dal diventare colossale.
L’anno scorso, quando stava per raggiungere i tre metri di altezza, ci siamo avvicinati e abbiamo iniziato a conoscerci. Salvo poi scoprire (grazie a Pucci, mio padre) che quando eravamo bambini abbiamo giocato assieme un paio di volte. Io mi ero completamente dimenticato di questo accaduto. Anche Greta, quindi non sono solo io quello che fa schifo dai.

Dicevo, stava per raggiungere i tre metri e capitanava un coro itinerante per la città che avrebbe concluso la processione davanti al Museion, intonando nel mentre un brano scritto da me e musicato da Greta.

“I vestiti sono la parte meno complicata. Conosco due sarte che si divertono tantissimo a salire su un’impalcatura per prendere le mie sempre nuove misure e creare dei veri e propri capolavori architettonici” mi confessa Greta mentre io bevo un prosecco e lei, data la stazza, ingolla sei litri di birra (equivalente a un formato 33cl per un umano standard). “Il difficile” prosegue dopo aver fatto un altro sorso “Sono le scarpe! Non ti dico di quanti ingegneri, fisici, maniscalchi e conciatori ho bisogno! Pensa che per quelle da corsa devo prenotare una galleria del vento dove testarle!”. Uno pensa che diventare sempre più grandi sia una passeggiata ma non è così. Comporta un sacco di responsabilità. Devi stare attento a non calpestare i piedi a nessuno, o non calpestare nessuno in generale, perché basta una distrazione e hai spiattellato un assessore, un bus della SASA, l’ala di un ristorante.
Devi sorridere, dimostrarti delicato e gentile e abbassarti per riuscire ad ascoltare cosa ti dicono e rispondere usando la voce con la minima forza possibile perché non vuoi mica assordare qualcuno. Per fortuna ha studiato canto e questa eventualità non si presenta.

Evento dopo evento, Greta ha iniziato a crescere di qualche centimetro. I medici all’inizio non sapevano come interpretare questo assurdo fenomeno. Si pensava a una forma tardiva di ulteriore pubertà e invece no. Semplicemente, esperienza dopo esperienza, Greta assorbiva, metteva da parte e si trasformava. Come una piantina che stava proprio bene in quel vaso piccolo sulla mensola e che il gatto ha fatto accidentalmente cadere, il vaso si rompe in mille pezzi, non vuoi perdere la piantina e decidi di darle una seconda possibilità, vediamo se riesce a sopravvivere in un vaso un po’ più grande, magari si rinforza e la piantina si riprende subito e sta benissimo e diventa rigogliosa e scopri che la stavi costringendo a un ruolo troppo modesto rispetto a quello che meritava. Il vaso che conteneva Greta si è rotto e adesso lei continua a crescere e non smette mai. Io spero un po’ che si fermi perché ora riusciamo a parlare guardandoci negli occhi mentre io sto seduto fuori al balcone di casa di mia madre, ma se continua così non so proprio dove andare per poter agilmente dialogare con lei.

Sarà un bel problema a dicembre, quando tornerà 24homes e Greta, insieme a un team di persone eccezionali, dovrà girare per le case che ospiteranno vari concerti e dare il via a ogni serata. Forse lo farà restando fuori, in strada. A parte un paio di personaggi locali con ville lussuose, non tutti hanno soffitti così capienti da poter ospitare Greta in posizione eretta.

Una volta, insieme a Marco Stagni, ho suonato sul suo terrazzo. All’epoca Greta era minuscola, appena due metri. Io proprio non riuscivo a capire perché, tra tutti i musicisti validi che ci sono in città, avesse scelto le mie poesie per la sua dimora privata. Poi è stata lei a dirmelo. “Perché io e te siamo più simili di quello che credi”. Come fa a sapere che anche io soffro della quasi medesima condizione? Anche a me, a un certo punto, una parte del corpo è iniziata a crescere esponenzialmente senza mai fermarsi. Giorno dopo giorno. Esperienza dopo Esperienza. Concerto dopo concerto. Sempre più grande. Sempre più grosso.
Ovviamente sto parlando del cuore.
Il mio cuore ha raggiunto le dimensioni di quello di un bovino. Non è visibile quanto i metri di altezza di Greta, te ne accorgi appena. Principalmente in due occasioni: quando piango perché per strada ho avvistato un traballante anziano solitario in pantofole e quando vado a fare jogging perché mi causa terribili dolori, inizia a pulsare forte ma così forte contro la cassa toracica (le cui dimensioni sono rimaste invariate) da venire pericolosamente schiacciato e io sono costretto a calmarmi e devo smettere di correre altrimenti me la vedrei brutta. Per questo io non posso fare sport. Mica perché sono pigro, eh no. Perché ho un cuore così mastodontico da dover sacrificare la mia innata indole sportiva. Un vero peccato, se c’è una cosa che a me piace un casino è proprio lo sport. Sono un grande tifoso dei programmi di sport e degli spettacoli dove appaiono gli sportivi ed è il mio argomento di conversazione preferito quando voglio assaporare la desolazione derivante dal galleggiare nel vuoto cosmico.

Vorrei partecipare alle olimpiadi tra quattro anni per far vedere a tutti di cosa sono capace. Potrei ricoprire quasi tutte le discipline ma, probabilmente, credo sarei più portato nel coprirmi di ridicolo.

A Innsbruck e München non si sono tirati indietro dall’allestire un palco rinforzato capace di permettere a Greta di esibirsi. Alcuni spettatori hanno notato che, tra una canzone e l’altra dove narrava la vita di Frida Kahlo, i vestiti si accorciavano. Entrava in scena con un’altezza e finiva lo spettacolo con qualche centimetro in più. Per questo ora andrà a esibirsi a Barcelona e canterà in spagnolo. Cioè, io mio vergogno di cantare in italiano davanti agli italiani perché non mi fido del mio italiano, non oso immaginare cosa si provi a cantare in spagnolo davanti agli spagnoli. Quando le chiedo se è nervosa lei mi risponde “Certo che lo sono! Sono gigantesca mica incosciente!!!” però lo dice alzando un po’ troppo la voce e faccio un salto che quasi cado giù dal balcone.

Per la nuova stagione di Ma che musica in uscita in questi giorni hanno usato delle lenti grandangolari capaci di includere tutta la Greta conduttrice e hanno messo gli ospiti più vicini alla videocamera, creando così un gioco di prospettive che crea l’illusione che quasi tutto quello che si vede abbia le stesse dimensioni. Per la prossima stagione dovranno ricorrere alla computer grafica.

Mentre la saluto e me ne resto seduto fuori al balcone, la osservo barcamenarsi tra le auto evitando di causare incidenti. Sono felice di vedere che finalmente, tutto il lavoro che ha svolto, sia così immediato da notare. Credo che servirebbe molto, a noi uomini soprattutto, se tutte le donne che si danno da fare crescessero di dimensioni. Ci metteremmo un attimo a riconoscerlo. Certo, sarebbe un po’ un casino, finiremmo circondati da madri di dieci metri che si occupano di gestire tutta la famiglia e ragazze in scuole concepite per giraffe, cresciute a forza di sopportare le aspettative che la società gli riversa addosso e dottoresse, cassiere, infermiere, donne delle pulizie, tutte alte quanto alberi e noi piccini a fare la voce grossa per essere notati.
No, dubito funzionerebbe. Già ho i miei complessi di inferiorità se mi devo pure alzare sulle punte per abbracciare mia mamma come cacchio faccio poi.

Tra poco uscirà il programma di Ella, ci sarò anche io una serata, sarò quello piccino che si sbraccia. Vi posso assicurare che anche se alta cinque metri e sessantaquattro centimetri (è cresciuta di un pochino da quando ho iniziato a scrivere questo articolo) Greta, GGG, non fa male a nessuno. Cioè, dovrebbe fare un po’ di male, alla burocrazia che vuole metterle le briglie, ma non a noi.

Quando raggiungerà i dieci metri ho sentito dire che le stanno preparando uno spettacolo su misura a New York, vicino all’Empire State Building. Ha detto che non appena sarà lì, sotto al grattacielo, ci si deve arrampicare sopra per ammirare la città dall’alto. Le ho chiesto se mi ci porta, tenendomi stretto nel pugno della sua manona. Ha detto di sì, ma solo se indosso una parrucca bionda e urlo dimenandomi.

Ovviamente ho accettato, adoro le citazioni ben riuscite dei film di una volta.

Vi lascio i link così potete informarvi e crescere anche voi:

24homes.bz

balanaenviu.com/es/espectaculo/frida-kahlo

E un vecchio articolo che parla di Ella qui 

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