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September 14, 2024

Evolving Love a Centrale Fies: un’intervista a Giulia Crispiani

Stefania Santoni

L’amore si compone di frammenti, parole che tentano di catturare un sentimento troppo vasto per essere davvero espresso. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni sospiro di chi ama si muove in un discorso che sfugge al controllo, un continuo rincorrere pensieri ed emozioni che sembrano sempre oltre la portata delle parole. L’atto di amare è un dialogo intimo e caotico, una coreografia invisibile che unisce e divide, fatta di silenzi e confessioni.

Il linguaggio dell’amore si dispiega così come un mosaico incompleto: ogni parola è insufficiente eppure necessaria, ogni frammento racchiude una piccola verità e, al tempo stesso, ne nasconde molte altre. Nel rincorrere l’amore, chi ama si perde e si ritrova, sospeso tra il desiderio di esprimere ciò che sente e l’impossibilità di farlo davvero. Le sue parole diventano allora come piccole isole di senso, riflessi di un’esperienza universale che appartiene a chiunque ami, in bilico tra la gioia e il dolore.

Parlando d’amore diviene inevitabile pensare a Centrale Fies e al suo programma di settembre, “Evolving Love”. Tre giorni (19, 20, 21) in cui l’amore si fa parola, corpo, performance. Tre giorni dove poter esplorare quegli amori di antica data che non solo hanno saputo resistere, ma che si sono evoluti, quindi trasformati. 

Il 20 settembre, alle ore 23.00, Giulia Crispiani ci attende a Fies con “Per ricantare amore”. Giulia è una scrittrice e artista visiva che vive e lavora a Roma. Collabora con Nero Editions. La sua pratica si sviluppa a partire dalla parola scritta, privilegiando interviste, lettere d’amore e manifesti come esiti formali della sua ricerca.2023_Giulia Crispiani_Inevitabile_Forgia_ph Roberta Segata5

Partiamo dal titolo. Come nasce “Per ricantare amore”? 

“Per ricantare amore” è una citazione di una poesia dell’anarchica Virgilia D’Andrea dal libro “Non Sono Vinta”: “Raccolta Di Scritti Tra Anarchia E Antifascismo” (Rina Edizioni, 2019), e il titolo di un testo che ho già scritto per la mostra “On Love” all’Istituto Svizzero di Roma, che è formalmente ispirato a “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes, nel senso che è una composizione mia sul tema dell’amore che include una serie di citazioni di altre, anarchiche e rivoluzionarie. L’idea del lavoro che porterò a Fies è molto simile, sulla scia di quello che è successo l’anno scorso (“Inevitabile” in Forgia, per “Enduring Love”) questa volta cerco di trovare parole per parlare di un altro tipo d’amore, appunto, l’amore rivoluzionario. 

In che modo l’amore è un programma politico?

Diciamo che l’amore è un tema che inseguo da sempre, nel senso di, se vogliamo, formulazione impossibile o infinita, descrivibile solo con metafore e sfumature, ma anche possibilità ultima di essere se stesse, ritorno a casa e libertà. Allora dopo il sette ottobre dello scorso anno, e considerando tutto quello che sta succedendo, mi sono sentita che per parlare d’amore dovessi passare dentro altre costruzioni, perché se l’amore è libertà, che cos’è la libertà?  2023_Giulia Crispiani_Inevitabile_Forgia_ph Alessandro Sala6

Come possiamo coltivare un amore che sfida le convenzioni sociali e politiche, in un mondo in cui il potere spesso cerca di controllare i corpi?

Attraverso l’amore, partendo dal corpo (e dal controllo su di esso) si può arrivare a pensare alla terra (e all’impero) e ai dispositivi e alle conseguenze dell’oppressione, alla conquista e alla legislazione. Di come un cattivo governo possa far scomparire in fretta diritti, o peggio di come venga data la priorità assoluta agli interessi economici fino al punto da svalutare completamente la vita (umana e non). 

Un amore fatto di abbondanza, libero e senza riserve, come si pratica e vive in termini performativi?

Come dicevo poc’anzi parlare d’amore significa solo fare delle ipotesi. Mi viene spesso da dire che è come cercare di fissare le sfumature del cielo. Ma comunque quando ci innamoriamo riconosciamo subito quanto possiamo spingerci oltre, anche rispetto all’idea che abbiamo di noi stesse. E sappiamo che ritrovarsi tra le braccia della persona amata significa in un certo senso tornare a casa. 2023_Giulia Crispiani_Inevitabile_Forgia_ph Alessandro Sala9

 “Ritornerà l’amore quando la Palestina riscoprirà il suo nome” è una frase potente che ritroviamo nel tuo lavoro. Che ruolo ha la memoria e la riconnessione con le radici culturali e storiche nel rinnovare un sentimento di amore collettivo e di giustizia?

Questa è una citazione di Mahmud Darwish (“Una trilogia Palestinese”, Feltrinelli, 2018), perché come sempre siamo in debito alla resistenza Palestinese per l’orizzonte che offre, per le innumerevoli risorse che in questi settantasei anni di lotta contro il dominio coloniale si sono formulate e che ci raccontano che cosa significa libertà, che cosa significa desiderare questo ritorno a casa. La giustizia è una mancanza bianca, la liberazione è un processo che può essere solo intersezionale. Non saremo mai libere se non lo sono tutte. 

Un’ultima domanda. Il tuo amore per e con Centrale Fies come è nato, si è evoluto e trasformato? 

Il mio amore con Centrale Fies è caduto dal cielo, sotto forma di open call, ma diciamo che ha attraversato tutte le fasi da amore a prima vista a ritorno a casa. 

 

Crediti Fotografici: Roberta Segata, Alessandro Sala 

 

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