Estate al Chiosco: Opening del pop-up di FATTOBENE con Anna Lagorio

Ancora prima che venisse usato il termine design per oggetti che rispondono a funzioni necessarie, tali oggetti erano già in produzione e si continuano a produrre, e ogni volta vengono migliorati secondo i materiali e le tecnologie usati. Sono oggetti di uso quotidiano nelle case e nei posti di lavoro e la gente li compera perché non seguono le mode, non hanno problemi di simboli di classe, sono oggetti ben progettati e non importa da chi. Questo è il vero design.
Bruno Munari
Viviamo ogni giorno circondandoci di oggetti e ricercandone sempre di nuovi. Alcuni li scegliamo per la loro utilità, altri per la loro valenza estetica; a volte li selezioniamo con attenzione, altre volte con noncuranza, per abitudine, o secondo la moda del momento. Altre volte li regaliamo o li riceviamo in dono o in eredità, anche di generazione in generazione, intessendo con loro uno stretto legame d’affezione. Ed è indubbio che nelle nostre case ci siano degli oggetti speciali, oggetti apparentemente poco invadenti e rumorosi ma dal fascino iconico, che hanno mantenuto inalterate nel tempo caratteristiche distintive uniche, nella forma, nei materiali e nell’uso. Oggetti di “vero design” per riprendere la citazione di Bruno Munari in incipit al testo, per quanto non noti in virtù della firma di un qualche rinomato designer. Oggetti fatti bene – aggiungerei io – come lo sono gli oggetti selezionati da FATTOBENE: il bellissimo progetto, fondato nel 2015 da Anna Lagorio ed Alex Carnevali, che da allora ad oggi, ha puntato il riflettore su una serie di oggetti iconici, frutto della migliore creatività italiana, valorizzandone le storie e le peculiarità.
FATTOBENE è un archivio e uno shop online di oggetti italiani che esistono da generazioni. Per trovarli, i fondatori hanno viaggiato da nord a sud alla ricerca di archetipi della tradizione che il tempo non ha scalfito e che oggi fanno parte del nostro immaginario collettivo. Il risultato è una collezione in continuo divenire, composta da saponi art déco e tessuti popolari, caraffe da osteria o bevande dai nomi antichi, come il rosolio o il ratafià. Ogni oggetto si distingue per motivi differenti: una grafica o un design unici, una storia curiosa o la sua semplicità apparente. Molti di loro sono difficilmente reperibili fuori dalla regione d’origine: per questo FATTOBENE è “un luogo” dove ognuno può scoprirne le storie ed acquistarli. FATTOBENE ha pubblicato anche un bel libro nel 2017, edito da Corraini, dove sono state raccolte 35 storie intorno ai primi oggetti selezionati, e che bene illustra la filosofia che sta alla base del progetto, dove ad ogni prodotto sono affiancati materiali e contenuti storici che hanno contribuito a rendere questi oggetti così iconici e speciali.
La bella notizia è che il Luna Kiosk dell’Hotel Mondschein ospiterà FATTOBENE dal 01 agosto al 01 settembre 2024, con una selezione di oggetti della collezione da ammirare ed acquistare. Il pop-up sarà un piccolo estratto di “italianità”, da scoprire in anteprima durante l’Opening Party al Luna Kiosk del 01 agosto alle ore 19.00, in compagnia di Anna Lagorio, fondatrice dell’iniziativa. Potete leggere qui in un’intervista ad Anna, un’anticipazione di quanto ci racconterà all’Opening Party su questo affascinante progetto in costante divenire.Anna come è nata l’idea dell’archivio FATTOBENE e come siete cresciuti nel tempo?
FATTOBENE è nato nel 2015 da un’idea mia e di Alex Carnevali, che allora lavorava come fotografo, mentre io mi occupavo di giornalismo. Abbiamo fondato FATTOBENE, con l’idea di raccontare l’Italia in modo diverso. Erano tempi in cui si parlava della crisi del made in Italy, molte aziende chiudevano e ci era sembrato importante far riemergere tutta una serie di storie a nostro avviso importanti, raccontando, in particolare, il made in Italy storico in un altro modo, con più freschezza. FATTOBENE è nato come un atlante di oggetti attraverso cui dare vita ad una sorta di viaggio in Italia. Nel momento in cui è stato lanciato ha riscosso fin da subito molto interesse da parte della stampa e le persone hanno iniziato a chiederci dove avrebbero potuto comprare gli oggetti presentati, perché per molti, nella percezione collettiva, questi oggetti non erano più in produzione. Ed è per questo motivo che abbiamo deciso di aprire anche lo shop online, così che diventasse a sua volta uno strumento di comunicazione, facendo capire in modo immediato che questi oggetti, che fanno parte del nostro patrimonio industriale, sono sempre vivi, in produzione ed acquistabili.
Nel momento in cui è stato lanciato lo shop è nata anche l’idea di creare dei pop up store, dove poter dare vita a piccoli spazi a metà tra un emporio e un museo di cultura materiale: l’intenzione era quella di mettere in mostra gli oggetti, venderli e raccontarne le storie; per cui tutti gli oggetti sono sempre stati accompagnati da una didascalia – come fossero all’interno di un museo – che in poche righe potesse trasmettere ai visitatori il loro valore in termini di design, di storia e di qualità.
Con questo format siete stati ospitati anche al MOMA di New York…
Esattamente. Nel 2019 siamo stati invitati dal MOMA per dare vita a un pop up tutto nostro nel Design Store del museo. L’eco è stato molto forte e l’accoglienza al disopra delle nostre aspettative, tanto che si sono create delle relazioni molto belle con delle realtà italiane presenti a New York, fra cui il consolato con il quale abbiamo avviato un bel dialogo ancora in corso e l’idea di progetti condivisi, seppur in parte frenati dagli anni del covid.Quindi FATTOBENE è un progetto che può crescere costantemente, data la quantità di oggetti storici di pregio del made in Italy presenti nel nostro paese…
In effetti, dopo qualche battuta d’arresto negli anni del covid, che ci ha cristallizzati un po’ tutti, FATTOBENE sta continuando a crescere ed evolversi. Personalmente mi è stato chiesto da tante persone di portarlo avanti, rinnovarlo e ampliarlo anche perché in Italia questo genere di aziende con cui relazionarsi sono tantissime: abbiamo veramente un patrimonio industriale straordinario, di cui vale la pena raccontare. La nostra idea è quella di rilanciare FATTOBENE su scala più ampia, dando anche una mano più forte alle aziende stesse, sostenendole nella valorizzazione del loro patrimonio interno. Molte di queste realtà aziendali possiedono dei patrimoni meravigliosi, spesso inconsapevolmente: sono come dei musei nascosti. L’obiettivo è quello di farli uscire dal perimetro dell’azienda, aiutando i titolari a comprendere il portato di ciò che possiedono e che molte volte rischia di andare perduto. Le aziende hanno in archivio oggetti, poster, grafiche, prototipi che magari hanno 100-150 anni e che spesso si danno per scontati perchè considerati desueti e inutili, con il rischio che scompaiano, venendo smantellati. Abbiamo iniziato a lavorare con uno studio torinese che si occupa proprio di valorizzazione di brand storici con cui vorremmo dar vita a questo genere di servizi per le aziende, coprendo quelle che possono essere le loro necessità.
C’è qualche altra novità in cantiere legata alla vendita?
Sì, c’è anche l’idea di aprire un negozio, una sorta di quartier generale, in cui far confluire un po’ tutta la nostra filosofia legata alla vendita degli oggetti e agli aspetti culturali ad essi connessi, con mostre temporanee, dedicate alle singole aziende, talk, presentazione di libri sulla cultura di impresa ecc. Abbiamo scelto Firenze come sede, per vari motivi: dal punto di vista simbolico in quanto città del Rinascimento, poiché si trova in posizione strategica nel centro dell’Italia e per la sua bellezza. A Firenze si trovano già spazi molto belli che raccontano una storia. Stiamo cercando quello giusto per noi.All’interno della proposta dello shop c’è una categoria di prodotti che si chiama FATTOBENE Collection? Di cosa si tratta?
Nel racconto e mappatura che stiamo facendo questa collezione raccoglie dei “prodotti archetipo”. Non si tratta di prodotti legati direttamente ad una azienda, come avviene per esempio per la colla della Coccoina o l’amarena Fabbri, che immediatamente rimandano a un brand, ma sono oggetti di uso comune che sono come degli archetipi di design, tra cui canovacci, ciotole, scopette di saggina, forbicine, brocche. Si intende proprio come una collezione di archetipi, un po’ nello stile di Bruno Munari, quando parla del “Compasso d’Oro ad ignoti”, citando gli oggetti più semplici che vediamo tutti i giorni e che sono contraddistinti da un bel design. Quindi in questa collezione ci siamo focalizzati nella selezione di quegli oggetti, anche molto umili, che possiedono delle caratteristiche iconiche senza legami particolari con una o più aziende.
Hai qualche anticipazione da darci di qualche tua ricerca personale più recente?
L’anticipazione che potrei farvi è che in questo momento mi sto dedicando in particolare alla ricerca nell’ambito dell’arcaico rurale. Questo è un tema che mi sta molto a cuore. Perché ritengo che gli oggetti arcaici siano la radice del design e quindi andare ad esplorare il rurale, oltre al preindustriale, significa anche incontrare oggetti strettamente connessi con gli ambienti di vita e di lavoro, come per esempio le ceste dei contadini, gli oggetti legati alla ritualità quotidiana, come alla vita in montagna, al lavoro nelle stalle, penso alle campane da pascolo, per esempio. Sto lavorando a un nuovo libro su questo tema, che incrocia il design dell’arcaico con il tema della magia che spesso si lega a questi oggetti antichi. Ti cito un esempio, a mio avviso molto affascinante, che riguarda la gioielleria pastorale tipica dell’Abruzzo. In Abruzzo tuttora ci sono gioiellieri che realizzano monili artigianali secondo le antiche tradizioni con specifiche funzioni. Tra questi ci sono degli orecchini molto belli che vengono regalati ancora oggi alle donne prima di sposarsi. Sono delle mezze lune di oro povero con delle campanelle che servivano, secondo le credenze popolari, ad allontanare maldicenza, invidie, riti maligni ecc. E sto scoprendo che in Italia esistono tantissime realtà – anche molto piccole – che portano avanti tradizioni simili. Questo è il nuovo tema che mi sta appassionando e mi sta portando a scoprire in giro per l’Italia gli oggetti più diversi, che vanno dai gioielli al tappeto, fino ad oggetti anche molto scenografici, di cui spero di raccontarvi molto presto attraverso il mio libro.A Bolzano cosa presenterai al Luna Kiosk?
Ho pensato di portare all’interno del chiosco una sorta di micro pop-up con 15 oggetti che rappresentano una mappatura minimale ma per noi significativa, di quella che può essere l’Italia raccontata da nord a sud. Vi aspettiamo numerosi per scoprirla insieme!
Photo credits: FATTOBENE