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March 5, 2024

Docu.emme 2024:
Nuove incursioni nel documentario d’autore

Maria Quinz

Siamo a marzo e, come da diversi anni a questa parte, con l’’avvicinarsi della stagione primaverile arriva la prima rassegna dell’anno di Docu.emme, organizzata da Mairania 857, che propone, con la curatela di Daniel Mazza e Emanuele Vernillo, una nuova selezione di documentari d’autore per il pubblico meranese e non solo. Le proiezioni si terranno ogni mercoledì, dal 6 marzo al 24 aprile 2024, alle ore 20.30, presso il Centro per la Cultura di Merano. I documentari selezionati sono otto e tutti di recente realizzazione. In questa selezione di inizio 2024 (seguirà una seconda rassegna in autunno) se si può intravedere un fil rouge – e ricordiamo che il festival non si è mai preposto di costruire delle rassegne tematiche di approfondimento di specifici argomenti, mirando piuttosto  alla valorizzazione della molteplicità degli sguardi del miglior documentario d’autore – è l’osservazione del presente di ognuno di essi, anche laddove si vada a scavare nel passato e nella memoria per indagare la contemporaneità. Come scrivono i curatori, quest’ultima rassegna presenta dei documentari che “con sguardo libero e non convenzionale, non soltanto raccontano e interrogano il presente, ma colpiscono per la loro forza narrativa e per la loro capacità di commuovere ed emozionare”. La rassegna rappresenta un’importante occasione per il suo pubblico di vedere sul grande schermo lavori di pregio spesso difficilmente reperibili altrove, affacciandosi così su realtà ed esperienze differenti e a volte lontanissime, ma che possono aprire squarci e visioni sulla complessità dell’oggi così come sull’animo umano, sulla profondità dei legami tra le persone e sulle capacità espressive di differenti discipline della creatività, a partire dal documentario d’autore. Ma veniamo ai titoli in rassegna.Si parte il 6 marzo con The Eternal Memory di Maite Alberdi (2023, 84′, in spagnolo con sottotitoli in italiano). Dopo 25 anni insieme, la vita di Augusto, ex-giornalista e commentatore televisivo, e Paulina, attrice e attivista, è stravolta quando a lui viene diagnosticato l’Alzheimer. Giorno dopo giorno, i due affrontano questa sfida a testa bassa, sostenuti dal tenero affetto e dal senso dell’umorismo che tuttora li unisce. Dalla candidata all’Oscar Maite Alberdi, un’opera commovente e piena di dolcezza sulla fragilità della memoria e l’indissolubilità dei legami, Gran Premio della Giuria al Sundance 2023.Mercoledì 13 marzo è la volta di Dancing on the Edge of a Volcano, di Cyril Aris (2023, 87′ – in arabo con sottotitoli in tedesco). Il 4 agosto 2020, una violenta esplosione scuote il porto di Beirut, devastando ampie zone della capitale libanese. In quei giorni, una troupe cinematografica libanese decide di continuare a girare il proprio film – nel bel mezzo di una nazione sull’orlo del collasso economico e politico.La rassegna prosegue il giorno 20 marzo, con Kripton di Francesco Munzi (2023, 107′, in italiano). “Kripton” indaga la vita sospesa di sei ragazzi, tra i venti e i trent’anni, volontariamente ricoverati in due comunità psichiatriche della periferia romana, che combattono con disturbi della personalità e stati di alterazione. Attraverso il racconto della quotidianità dei nostri protagonisti, delle relazioni che intrecciano tra di loro e con il mondo “adulto” composto da psichiatri, professionisti e dalle stesse famiglie, il film ci porta a esplorare in profondità la soggettività umana. La condizione estrema del disturbo mentale diventa la chiave per avvicinarsi all’abisso misterioso della nostra mente e, allo stesso tempo, possibile metafora del nostro tempo.Le proiezioni del mese di marzo si concludono mercoledì 27 con Motherhood, di Alexander Mihalkovich, Hanna Badziaka (2023, 92′, in bielorusso e russo con sottotitoli in tedesco). Mihalkovich e Badziaka portano in primo piano le conseguenze del silenzio di fronte alla violenza perpetrata da decenni all’interno del sistema militare, che si riversa poi sulle strade della Bielorussia. Una giornalista e il regista, ex militare, uniscono le forze per denunciare le conseguenze personali e globali della violenza, fatta di soprusi e torture, quando viene usata come come mezzo di controllo dei militari di leva bielorussi e strumento di soppressione sociale. Siamo anche noi, si chiedono gli autori, co-responsabili della drammatica realtà in cui ci troviamo, rimanendo in silenzio?Mercoledì 3 aprile è la volta di Smoke Sauna Sistehood di Anna Hints (2023, 89′, in estone con sottotitoli in italiano). Nelle tenebre di una “smoke sauna” – la tipica sauna di origine finlandese – un gruppo di donne condivide la narrazione delle esperienze più intime, gioiose o drammatiche e nello scorrere delle ore instaura un profondo senso di “sorellanza”. Grazie ad un forte senso di comunità, le protagoniste del film si spogliano della vergogna intrappolata nei loro corpi e riacquistano la consapevolezza della loro forza femminile. “Non esiste storia troppo imbarazzante, non esiste fardello troppo pesante da portare con te quando decidi di condividerli con la tua sorellanza…” Il 10 aprile la rassegna prosegue con il documentario Ennio di Giuseppe Tornatore  (2021, 156’, in italiano) “Ennio” è il ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone, musicista tra i più popolari e prolifici del XX secolo, amato dal pubblico internazionale, due volte Premio Oscar, autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili. Il documentario racconta il Maestro attraverso una lunga intervista da parte dell’autore, testimonianze di artisti e registi, musiche e immagini d’archivio. “Ennio” è anche un’indagine che svela aspetti e aneddoti meno noti della vita del grande musicista. Come la sua passione per gli scacchi, che forse ha misteriosi legami con la sua musica. Ma anche l’origine concreta di certe sue intuizioni musicali come accadde per l’urlo del coyote che gli suggerì il tema de Il buono il brutto, il cattivo, o il battere ritmato delle mani su alcuni bidoni di latta da parte degli scioperanti in testa ad un corteo di protesta per le vie di Roma, che gli ha ispirato il bellissimo tema di Sostiene Pereira. Un’attitudine all’invenzione che ha trovato conferma nel suo costante amore per la musica e per la sperimentazione.Il 17 aprile Docu.emme presenta Anima – Die Kleider meines Vaters di Uli Decker (2022, 67 minuti, in lingua tedesca). La piccola Uli vorrebbe essere un pirata o il Papa, ma non vuole assolutamente rientrare nei ruoli stereotipati della sua città natale bavarese. Dopo la morte del padre, la madre le dà in eredità la sua scatola “segreta”. Il contenuto cambia improvvisamente la sua visione del padre, di se stessa, della sua famiglia e della società in cui è cresciuta. Una storia vera sui segreti di famiglia, sulle questioni di genere e sulle prove e tribolazioni dell’amore, raccontata come una corsa sulle montagne russe attraverso immagini animate e documentari.Docu.emme si conclude il 24 aprile con il documentario While the Green Grass Grows di Peter Mettler (2023, 156 minuti, in tedesco e inglese con sottotitoli in tedesco) . Nel suo diario audiovisivo, Peter Mettler si congeda dalla madre e dal padre. Riflette su questo mondo e sull’aldilà, sull’essere e sul tempo, in una ricerca costantemente dialogica del ciclo della vita. Peter Mettler attinge visivamente e in termini di contenuto da conversazioni personali, testi filosofici e spirituali, nonché dal proprio archivio cinematografico e sonoro.

Credits: immagine di copertina della rassegna, Docu.emme, still from “Smoke Sauna Sisterhood”, 2023.

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