Fashion + Design > Design
February 27, 2024
Alpigrafia: da account ad archivio digitale
Intervista a Andrea Bettega
Claudia Gelati
Quanto tempo passiamo sui social media ogni giorno? Molto probabilmente troppo. Ma per fortuna oltre al chiacchiericcio del chi-sta-con-chi o del chi-fa-cosa-con-chi (celebrity o paesello edition, scegliete voi), spesso possiamo dire di utilizzarli anche per scopi meno biechi. Personalmente adoro e sono sempre alla ricerca di quelli che definirei moderni archivi digitali, ovvero quegli account che raccolgono e catalogano qualsiasi tipo di materiale vintage, e sono un’inesauribile fonte di ispirazione per progettisti e creativi. Su Instagram, ad esempio, uno degli account che preferisco raccoglie (e racconta) cancelleria vintage da tutto il mondo, francobolli compresi. Sono tantissimi, a volte anche assurdi o impensabili: uno dedicato ai sottobicchieri da birra, uno per le scatole dei fiammiferi; un’altro ancora per le grafiche vintage delle scatole delle saponette e poi uno dedicato a prodotti italiani senza tempo, delle vere icone nel mondo.
In questo contesto di recupero di un certo patrimonio culturale di altissimo valore, si inserisce anche Alpigrafia (@alpigrafia), l’account Instagram dove Andrea Bettega, illustratore, designer e grande appassionato di montagna, raccoglie e condivide materiale grafico d’epoca rigorosamente a tema montagna. Ci sono i bellissimi poster di promozione turistica del ‘900, ma anche pubblicità vintage e mappe illustrate. In poco più di un anno, Alpigrafia si è trasformato in una vera e propria community di appassionati di montagna post dopo post, grafica dopo grafica; un account must-follow che ci ricorda che si può vivere e respirare la montagna senza arrivare sempre in vetta, ma attraverso i mille simboli e suggestioni che offre costantemente. Di seguito, scopriamo qualcosa di più sul progetto Alpigrafia e innamoriamoci di alcuni dei più bei poster dedicati alla promozione turistica del Südtirol nel ’900, selezionati per franzmag da Andrea Bettega.
Andrea, come nasce la passione per il disegno e qual è la tua formazione?
La mia passione per il disegno e la cultura visiva in generale mi è stata trasmessa inizialmente dai miei genitori che mi hanno sempre portato a visitare mostre, musei, centri storici e beni culturali nelle nostre vacanze in camper tra Italia ed Europa. Ricordo che mentre facevo le scuole medie collezionavo tutti i biglietti di ingresso e i depliant informativi dei siti archeologici, delle pinacoteche, delle strutture museali che visitavamo. Mi sono successivamente iscritto al Liceo Artistico Statale di Vicenza, per poi proseguire con la facoltà di Design Industriale e specializzarmi in Comunicazioni Visive all’università IUAV di Venezia. Ecco, il disegno durante il periodo universitario è stato messo un po’ da parte in favore di altre discipline, per poi riscoprirlo qualche anno dopo, e non abbandonarlo mai più. Oggi lavoro come designer grafico e illustratore. Le mie illustrazioni sono state pubblicate da realtà editoriali come Salani, Iperborea, Il Sole 24 Ore, Il Foglio, La Stampa per citarne alcuni, ma anche da istituzioni come l’Accademia della Crusca e brand come Montura.
E invece, della passione per la montagna cosa ci racconti? Quali sono i tuoi luoghi del cuore?
La montagna per me è un richiamo costante. Frequentavo le Piccole Dolomiti Vicentine vicino a casa già da piccolo, per poi scoprire un grande amore per i monti pallidi in adolescenza, con i campeggi estivi ad Auronzo di Cadore e dintorni. Mettici anche che i miei bisnonni provengono dalle zone del Primiero, sarà anche una coincidenza ma sento un legame forte con le terre alte.
Ho la fortuna di vivere in un’area pedemontana vicino a Vicenza, da cui posso raggiungere celermente zone come Recoaro, il Pasubio, Asiago, la Lessinia che frequento ancora assiduamente, anche se il mio cuore vola sempre a luoghi magici come le Marmarole, il Catinaccio, ma anche alle alpi occidentali che ho esplorato recentemente.
Come descriveresti il tuo rapporto con la montagna oggi?
Ad oggi per me la montagna è un ambiente che ho necessità di frequentare sempre, ma non a tutti i costi. Mi spiego: non tutto il mio tempo libero lo passo fisicamente in montagna, a seconda delle possibilità, ma è possibile cogliere grande valore anche da quello che è il tessuto culturale e derivativo delle terre alte, attraverso la letteratura ad esempio, oppure grazie ai mezzi di informazione, al cinema, ai talk e nei circoli culturali. Oltretutto credo che frequentare spesso località montane meno mainstream rispetto ai soliti luoghi da cartolina (prediligendo magari mete di prossimità), possa non solo dare tantissimo in termini esperienziali, ma anche far bene all’ambiente in generale e all’economia di paesi più spopolati in particolare.
La terre alte giocano un ruolo fondamentale nelle tue illustrazioni. In che modo preferisci raccontarla e da cosa trai maggiore ispirazione?
Nelle mie illustrazioni cerco di portare sempre l’elemento naturale, con le sue geometrie armoniche e i suoi colori potenti. La montagna in questo senso è una fonte inesauribile di suggestioni, ma anche di storie da raccontare. Mi piace rappresentare il folklore, ma adoro anche le vicende umane tangibili, i luoghi che evocano memorie e quelli che ne creano di nuove. La sfida che mi prefiggo sempre è di riuscire ad utilizzare l’iconografia classica e retrò per creare nuovi effetti di senso per raccontare il contemporaneo. I simboli del mondo verticale sono tanti e potentissimi, dai significati dei fiori ai caratteri totemici degli animali, dai manufatti rurali alle attrezzature alpinistiche, fino alle architetture e alle forme geologiche. L’immaginario alpino è estremamente metaforico e allegorico, a me piace reinterpretarlo e idealizzarlo con il mio segno personale.
Nel 2022 nasce Alpigrafia, un account Instagram che raccoglie illustrazioni, poster e grafiche vintage legate al mondo montano. Come nasce l’idea di questo archivio digitale?
Alpigrafia nasce proprio dalla mia personale ricerca iconografica come illustratore e come appassionato di montagna. Negli anni mi sono reso conto che l’apparato artistico, grafico e illustrato relativo alle terre alte è vastissimo, personalmente ogni volta che trovo un libro, una brochure o un poster che rappresenta il mondo alpino, lo porto a casa con me. Stessa cosa vale per le immagini su web, passo ore a spulciare nei motori di ricerca archiviando le immagini più interessanti, che a loro volta aprono ad ulteriori ricerche.
L’idea di raccogliere tutta questa iconografia tramite un account Instagram dedicato è finalizzato squisitamente a condividere la mia passione con tutti gli amanti della montagna, e a dare lustro a tanti capolavori dimenticati.
Le tipologie di immagini che hai raccolto sono molte: ci sono poster di promozione turistica del ‘900, pubblicità vintage, cartine e mappe, ma anche Heidi: quali criteri usi per la selezione delle immagini?
Per la pubblicazione cerco di selezionare tutto quello che mi sembra potente e significativo nella cultura pop. I poster di promozione turistica dell’Enit e affini sono quelli più apprezzati perché evocano i sentimenti delle persone che hanno vissuto in qualche modo i luoghi pubblicizzati durante le loro villeggiature, ma anche le mappe illustrate restituiscono emozioni ed evocano ricordi, così come le locandine di film che fanno parte dell’immaginario visivo comune, vedi Heidi e affini. Cerco di raccontare come è stata costruita la rappresentazione della montagna dall’avvento del turismo ad oggi, quindi a partire dai Grand Tour dell’800. Cerco però di inserire spesso anche alcune perle rare come vecchie locandine del Club Alpino Italiano, Ex libris, adesivi vintage degli alberghi, pubblicità vintage di prodotti come il Toblerone o le suole Vibram.
Tra le molte immagini che ricerchi e collezioni quali sono le tue preferite?
Le mie immagini preferite sono sicuramente le mappe illustrate, alcune risalgono agli anni 30 ed è stupefacente come gli artisti siano riusciti a rappresentare i rilievi e tutta la complessità orografica delle valli alpine senza l’ausilio di fotografie satellitari o altri mezzi che abbiamo oggi a disposizione. Mi piacciono molto anche i poster turistici minimal, dove il paesaggio è rappresentato in modo più geometrico e meno didascalico, rendendoli davvero senza tempo. Vi invito ad andare a cercare nel feed un poster di Fortunato Depero per l’ente provinciale del turismo di Trento, dove le dolomiti sono rappresentate in modo davvero unico, si intitola “Dolomiti e Sci”.
In poco più di un anno hai creato una piccola comunità online con l’interesse comune per la montagna e la sua iconografia. Quali sono i tuoi progetti futuri?
L’interesse per questo piccolo progetto è stato sorprendente, devo anche ringraziare gli amici che lo hanno ricondiviso dalla prima ora, ma si sa, quando c’è passione vera succedono cose belle! Dà grande soddisfazione vedere come la community stia crescendo di giorno in giorno attorno a qualcosa di artistico e spontaneo: la meraviglia di condividere un patrimonio di bellezza che appartiene a tutti. C’è un nuovo progetto legato ad Alpigrafia che dovrebbe uscire a breve, posso solo dire che si tratta di un podcast e che sarà in collaborazione con alcune grandi realtà che si occupano di montagna e outdoor.
Credits: (12,2,3,4,5) Alpigrafia, Andrea Bettega.
Comments